Per chi non lo conoscesse, Sante Marie è un paese di 1 156 abitanti della provincia dell’Aquila, e si trova non molto lontano dalla riserva naturale del Monte Velino.
Quando mio padre era bambino, attorno ai dieci anni, passava diverse settimane all’anno a Sante Marie perché la sua mamma faceva l’ostetrica condotta proprio lì. Un giorno venne mandato a raccogliere porcini per fare il sugo, in un posto vicino alle case ma già un po’ fuori dal paese, nel bosco.
Papà era chinato a terra in questo spiazzo un po’ rialzato, per raccogliere i funghi tagliandoli rasente al terreno, la lama parallela alla terra per intenderci. Si fa così perché continuino a crescere in quel posto, voi lo sapevate? Io non lo sapevo.
Mentre era chinato a terra, con un mucchietto di funghi tagliati che gli cresceva accanto, si è sentito osservato. Ha alzato gli occhi e si è accorto che di fianco a lui, a un tre metri di distanza dice, c’era un animale. Un grosso cane snello con il pelo scuro, colore della terra, e la faccia da lupo.
In effetti, era proprio un lupo.
Papà – forse perché i bambini sono un po’ incoscienti – non si è scomposto più di tanto. Ha pensato “se mi attacca gli taglio la gola con il coltello”, perché i bambini si sentono anche tanto eroi, e a Sante Marie tutti hanno sentito parlare di lupi, o ne hanno visto uno, e il cane di mia nonna andava in giro con un collare pieno di punte, affinché i lupi non gli si attaccassero alla gola. Così il Carletto ha continuato a occuparsi dei suoi funghi, un occhio alla terra e un altro al lupo seduto a pochi metri da lui.
Dopo qualche minuto, alle spalle del lupo che osservava papà, ne è sbucato dagli alberi un altro, più piccolo. Gli è passato dietro e si è rinfilato nel bosco dalla parte opposta. Dietro, in fila indiana, due piccoli spelacchiati con le orecchie grandi, e gli occhi come bottoni del cappotto scuro.
Solo a questo punto il primo lupo si è alzato, ha chiuso la fila dietro al resto della famiglia e se ne è andato. E papà è tornato tranquillamente in paese con i suoi porcini per il sugo della pasta, e il coltellaccio sporco di terra.
Papà racconta questa storia da sempre. Solo di recente ho pensato che, forse, la mia fissa per i lupi potrebbe avere un’origine genetica.