Il testo che segue è la traduzione di questo articolo di Wendy Lawton, agente e vicepresidente dell’agenzia letteraria Books & Such. E casca proprio a fagiolo con quanto si diceva qui.
Il problema delle “tribù”
Seth Godin ci ha costretti a riflettere sulle nostre “tribù” nel suo libro omonimo. La nostra tribù è formata da coloro che guidiamo o che si radunano attorno a noi. Autori e aspiranti autori vengono continuamente incoraggiati a cominciare a radunare la propria tribù. E io sono assolutamente d’accordo. Sta diventando sempre più raro far sì che un editore prenda in considerazione il manoscritto di un autore senza voler prima quantificare la sua tribù o “piattaforma”.
E così potreste chiedere: ma dov’è il problema? Prima di dirvelo, permettetemi di farvi qualche esempio.
Scenario n. 1
Jake è uno chef. Non c’è niente che ami più che il parlare di cibo, a meno che non stia parlando del business della ristorazione. Si sta preparando ad aprire il suo ristorante il 1 Novembre, nella sua città di medie dimensioni. Ha radunato una piccola tribù sia online che localmente. Frequenta un certo numero di comunità online di chef senior, dove ha passato ore ed ore a coltivare amicizie, scambiando ricette e imparando dai più esperti. Pare che sia una stella nascente in questa comunità di chef più anziani. È attivo anche sui blog di numerosi ristoratori esperti. Ancora, ha passato del tempo a costruirsi delle relazioni ed è in grado di capire quando si sta facendo degli amici influenti. Ma non gli basta avere solo amicizie online. Si è unito al gruppo dei proprietari di ristoranti di tre città e anche ad un gruppo d’acquisto di cibi biologici. Sente di essere pronto ad aprire il suo ristorante – può contare sul sostegno di persone influenti, in lungo e in largo.
Scenario n. 2
Janice è una ragioniera iscritta all’Albo. Tiene regolarmente corsi di aggiornamento per altri ragionieri e fa parte del direttivo di un buon numero di associazioni professionali. I suoi colleghi sanno che quando sono alle prese con un audit difficoltoso o forense, nessuno è meglio di lei per un consiglio. È molto fiera di essere considerata al top della sua categoria.
Scenario n. 3
Clarice è un’autrice. Beh, è quasi un’autrice pubblicata. Il suo primo romanzo è stato acquistato da un editore importante e lei si sente ad un passo dal successo. Ha passato ore a costruirsi faticosamente la pubblicazione. Per prima cosa ha partecipato alle comunità degli agenti che hanno un blog, cercando di conoscere quasi tutti nel settore. Quando è arrivato il momento di cercare un agente, era già piuttosto conosciuta e avrebbe potuto permettersi di scegliere. È stata attiva per molto tempo in gruppi di scrittura e si è fatta conoscere per il suo originale metodo di costruzione dei personaggi di un romanzo. Il suo blog, Creare Personaggi, è stato inserito più volte tra i 100 migliori blog per scrittori del Writer’s Digest. I suoi numeri sono abbastanza impressionanti. Ha così tante richieste di tenere lezioni a conferenze di scrittura, che anche qui si può permettere di scegliere. Una delle conferenze più importanti le ha appena chiesto di tenere un discorso su come creare un blog di successo. Gli altri scrittori sono suoi amici, e non ha alcuna difficoltà a procurarsi ottime referenze. Non vede l’ora di realizzare grandi vendite del suo libro appena sarà uscito.
Piuttosto impressionante come scenario, giusto?
SBAGLIATO!
Rivediamoli uno per uno:
- Jake passa il suo tempo esattamente dove stanno le sue passioni. La sua tribù è formata da colleghi chef, celebri ristoratori e concorrenti locali. Sì, concorrenti. Anche se sono amici, sono sempre in competizione tra loro per un coperto, fino all’ultimo dollaro. Quando Jake aprirà il suo ristorante, quanti di loro riempiranno il locale? Forse qualcuno, ma pochi. Perché non ha cominciato a costruire la sua tribù tra i bongustai? Specialmente i bongustai locali.
- Janice è quella da cui gli altri ragionieri vanno quando si trovano nei guai, ma perché non è lei ad ottenere quegli incarichi, piuttosto che lasciarli ad altri meno qualificati? È perché sta costruendo la sua tribù tra concorrenti, e non tra uomini d’affari che potrebbero usufruire dei suoi ottimi servizi. Perché non costruisce la sua piattaforma alla Camera di Commercio o tra le associazioni non governative? Passa il suo tempo tranquilla tra i suoi pari, invece che con potenziali clienti.
- Clarice si è fatta un nome nell’editoria. Buon per lei, se i suoi lettori fossero solo editori e altri autori, ma lei non scrive libri sulla scrittura o sulla pubblicazione. Scrive meravigliosi romanzi storici ambientati durante la guerra civile americana. Perché non si costruisce una tribù tra gli appassionati di quel periodo storico? Non dovrebbe farsi vedere alle rievocazioni di battaglie, per esempio, a raccogliere i nomi di potenziali lettori? Mentre scrivo questo post, una delle mie clienti, Lauraine Snelling, sta finendo di trascorrere una settimana al Festival Norvegese a Minot, Nord Dakota, dove incontra decine di scandinavi che amano i suoi romanzi storici norvegesi-americani. Per questo evento i suoi libri sono arrivati in pallet su carrelli elevatori, e lei non ha smesso un attimo di vendere e firmare per tutto il tempo che è stata lì. Questa è una tribù.
Un altro membro della famiglia di Books & Such, Sherry Kyle, ci ha chiesto se conoscevamo ragazzine che avrebbero potuto essere testimonials dei suoi libri. Le ho dato i nomi di una delle giovani lettrici “forti” che conosco. Domenica, in chiesa, questa “influencer” in boccio mi ha raccontato di avere ricevuto un pacco di libri. Ne ha già letto uno e sta per portare l’intero pacco a scuola per una presentazione alla sua classe sull’essere un “influencer”. Questa ragazzina è il tipo che si ferma in ogni libreria con i suoi genitori durante i viaggi, e chiede perché non hanno sugli scaffali i libri della sua amica Wendy Lawton. Dice loro quanto ama quei libri ed è probabile che non se ne vada fino a quando non le viene promesso che quei libri saranno ordinati. È troppo divertente! Questo è il tipo di persone appassionate ad un genere che dovete avere nella vostra tribù! Sherry si è fatta un’idea corretta del “costruire una tribù”.
Così, per rispondere alla domanda che ho posto all’inizio del mio articolo, vi dirò qual è il problema delle tribù: troppe sono costituite da vostri pari invece che da fan e potenziali clienti.
Ora è il vostro turno, perciò datevi da fare.
Capite cosa voglio dire? Certo, può essere utile farsi conoscere nel settore e tra i vostri colleghi mentre cercate di farvi pubblicare, ma nella maggior parte dei casi non saranno loro i vostri lettori. Contemporaneamente dovrete costruirvi una tribù di potenziali lettori, oppure fallirete completamente nella conquista del vostro pubblico.
Quindi, com’è fatta la vostra tribù? Dove sono i vostri lettori potenziali? Dovete forse rivedere le vostre priorità?
Kinsy dice
Finalmente un post che da davvero la risposta alla domanda “come faccio a trovare lettori”. Ho sempre pensato che uno scrittore non deve parlare (solo) di scrittura, perché così attrae solo scrittori e non lettori, ma non avevo idea, invece, di cosa poteva andare bene. Certo, quando uno scrittore spazia tematiche ed ambientazioni diverse non è facile farsi il proprio giro…
Serena dice
Se scrivi cose proprio diametralmente opposte tra loro, forse potresti provare a cercare qualcosa che accomuni i tuoi lettori. E se proprio non trovi nient’altro, potresti provare a puntare sulla cosa che accomuna tutte le tue opere: l’autore, e cioè tu 😛 Il che non vuol dire parlarsi addosso o guardarsi l’ombelico, come fanno molti, ma condividere con loro le cose importanti per te. Sempre chiedendosi se quello che dici è utile per loro, divertente per loro o entrambe le cose – ma sempre per loro.
Un’altra cosa che potresti provare è buttare giù una mappa mentale (sì, in questi giorni sono in fissa con le mappe mentali XD ). Scrivi il titolo di un tuo lavoro e poi butta giù tutti i temi che tocca, e pensa a post che riguardino quei temi E che siano interessanti o divertenti per qualcuno. Dovrebbero attrarre persone potenzialmente interessate ai tuoi romanzi.
Poi, se esistesse la formula magica per essere letti da moltissime persone, saremmo tutti bestsellers 🙂 Possiamo solo tentare tutte le possibilità.
Chiara (Appunti a Margine) dice
Cosa fa il mio commento qui, solo soletto?
Serena dice
…in che senso? XD Io ne vedo 32 compreso il tuo. Con questo mio, 33
Grazia Gironella dice
Ottimo articolo! Mi ha/hai/avete convinta. Ero già convinta anche prima, a dire il vero, ma non mi sono proprio ammazzata a elaborare un’ipotesi di cambiamento. Medito. 🙂
Serena dice
‘scolta me. Per prima cosa, tu scrivi narrativa ma anche libri per scrittori, quindi il blog attuale va benissimo per la seconda parte. Gli farei solo un po’ di maquillage, come ti dicevo altrove. Per la narrativa, ti serve una vetrina su una via centrale. Il secondo sito sembra impegnativo, ma in realtà ti permette una gestione più semplice di alcuni elementi chiave (tipo la mailing list di cui si parlava con Daniele!). Oltretutto il cambio di sito aiuterebbe anche te a, lasciami dire, indossare il cappello giusto quando ti muovi in quel contesto.
E un bel sito WordPress per la narrativa, con le pagine dei libri bene in evidenza? Dai, su. Io sono in prima fila a fare il tifo. Voglio che si faccia tutto il possibile e anche di più 😛
Alessia Savi dice
Allora non lo dico solo io!
Ci voleva un’americana per dire che gli scrittori devono scrivere per i lettori? A parte gli scherzi sono d’accordo su tutto, com’era prevedibile. I miei lettori sono anche scrittori, ma la differenza è che non pubblico per loro. Anzi, sto spingendo per pubblicare sopratutto per chi legge (e questo non esclude gli scrittori) sul blog. Sul come lo faccio l’ho già detto nei precedenti post.
Difficile costruirsi la propria tribù?
Ritornate lettori e frequentate posti da lettori: il segreto è questo.
(E comunque mi sono innamorata della baby influencer!)
Serena dice
Che dire? Gemelle separate alla nascita 😀
La baby influencer è uno spettacolo. Diciamo che con cinque così stai a posto XD
Alessia Savi dice
Mi sono sentita meno sola, sai?
Che bello non essere l’unica a dire cose mentre la gente ti guarda e compatisce perché vali meno di zero X°D
Marco dice
Che io debba rivedere le mie priorità è ovvio. Ma trovare la propria tribù è un lavoraccio. Anche perché come dice Daniele: se non hai un genere preciso, da dove inizi? Se fai fantascienza, fantasy, eccetera, sai (più o meno) da dove cominciare. Io non ho niente del genere 🙂
Serena dice
Come dicevo a Daniele, scommetto che ti troverei la tagline come Marco Freccero e/o come “racconti e romanzi di Marco Freccero”. Se non riesci a collocarti in un genere, cerca atmosfere comuni, temi ricorrenti. Comincia anche ad escludere ciò che NON scrivi. Io una volta ho lanciato un piccolo concorso letterario basato sul “non”: storie d’amore, ma NON di coppia. Amici, genitori/figli, umano/animale, eccetera. Ne sono uscita cose proprio carine. C’è qualcosa di cui non parleresti mai, neanche morto?
Argh, mi servono giornate di 72 ore. 😀
Marco Amato dice
Dunque che dire sulle tribù.
Sì sostanzialmente si può essere d’accordo. In un certo senso l’inefficacia dei blog che parlano di scrittura è un problema evidente. Però alcuni paletti si possono piantare lo stesso.
Avere una tribù, anche sbilenca, rispetto a coloro che non ne hanno e fanno gli “homeless” è un vantaggio in termini relativi (mi auto-fischiano le orecchie, chissà perché). Però non bisogna nemmeno puntare alla tribù perfetta. Sarebbe uno spreco di risorse e di tempo affinarla. A me piace molto la tribù circo. Fatta di gente non omogenea, ma variopinta, dove alle cose profonde si può alternare una battuta. Dove il capo non è l’idolo sullo scranno, ma un amico. Dove lo scrittore non se la tira, ma chiacchera con il lettore come se fosse un caro amico al bar.
Nella mia piattaforma proverò ad abbattere queste mura da castello. Lo so che sembra ovvio per voi che avete il blog. Il lettore può semplicemente commentare a un articolo. Ma anche in questo caso per commentare occorre un motivo. Con i libri veri e gli scrittori affermati o meno c’è molta distanza nella realtà. Sì i social network attutiscono questo distacco, ma secondo me è ancora tanto però il limite. Tu pure da quanto intuisco, vuoi abbattere queste barriere. E infatti sono curioso di vedere che strategie adotterai. 😉
Serena dice
La tribù con il target perfettamente centrato e la lista email di altissima qualità l’obiettivo di chi scrive solo per avere scritto, come diceva la mia amica Erica “di là”. L’obiettivo di chi si muove con l’unico scopo di vendere. Io, almeno in questo settore, nel fare cose che amo visceralmente, non voglio pensare solo alla vendita. Io mi sono ubriacata di tribù, credimi, ho provato la gioia infinita – e la dipendenza, pure, se vogliamo – dell’interazione con le persone che mi hanno letta. La rivoglio. Se poi dovesse arrivare qualche altro genere di successo, mica mi fa schifo, anzi, ma non è il mio obiettivo principale. La strategia, quindi, è l’autenticità. Non vedo altre strade. Non so neanche se si possa chiamare “strategia”. XD
Daniele dice
Come già ti avevo accennato nell’altro post, non sempre un autore può creare la sua tribù come spiega quel post. Se uno scrivesse soltanto romanzi storici ambientati nel Medioevo o nella Seconda Guerra Mondiale, il discorso sarebbe diverso: saprebbe già qual è il suo pubblico. Ma non è detto, poi: molti possono essere interessati a un periodo storico, ma non gliene frega un tubo di leggere romanzi su quel periodo storico.
Io non posso costruire questa tribù, perché non ho un genere mio preciso e anche all’interno del “fantastico”, che preferisco, non portei essere collocato in ciò che viene pubblicato oggi.
Perciò ribadisco quanto già detto: non ho la più pallida idea di quale possa essere il mio pubblico di riferimento per la narrativa.
Alessia Savi dice
Mi intrometto. Daniele tu dai priorità alla visibilità su Google (ne abbiamo già parlato del problema SEO per i racconti e, come ti dicevo, da me arriva gente con keyword “racconti horror gratis”) e sei convinto che ai lettori non interessino i “dietro le quinte”. Ne hai provato a scrivere uno? Da quando ti seguo non ne ricordo, lo ammetto. Quanto promuovi le tue raccolte? Quanti dei tuoi lettori hanno davvero letto i tuoi ebook? Non hai schede con sinossi sul blog: devono scaricare a scatola chiusa. Io rifletterei su questo. Poi inizierei a lavorarci su per cambiare le cose, come creare landing page o qualcosa di meglio di quel che c’è ora. Il Fantastico ha una collocazione ampia ma puoi sfruttarla a tuo vantaggio: più code lunghe su cui lavorare. La tua narrativa non è posizionata perché non la stai promuovendo né gli stai dando la giusta importanza. Non parli mai di quello che scrivi, o comunque molto di rado. E questo è un altro problema ancora.
Daniele dice
Intendi scrivere un post su come ho scritto un certo racconto? Che intendi per “dietro le quinte”?
Non so quanti abbiano letto i miei ebook, sono stato pigro in quello. L’idea della “scheda ebook” c’era, ma mai messa in pratica. Molti dei miei ebook, però, sono stati segnalai in post.
Landing page o altro sono buone idee, ma per ora non mi sembrano attuabili. Che me ne faccio? In libreria non ci sono miei romanzi, quindi attiro lettori per cosa? Per 4 ebook gratis?
No, non parlo quasi mai di ciò che scrivo, non mi piace essere autopromozionale e non saprei davvero che scrivere in un articolo del genere.
La mia narrativa non è posizionata perché non esiste ancora 🙂
Serena dice
Ti prego. Mi fai un favore? Ti leggi questo articolo?
C’è un’altra cosa che mi piacerebbe farti leggere, se non sono invadente *arrossisce* eventualmente mandami pure a quel paese. Cerco il titolo e te la metto qui.
Trovato! Eccolo
Alessia Savi dice
Per “dietro le quinte” intendo come ti è venuta un’idea, la documentazione che ti ha permesso di scrivere un certo racconto, perché hai preferito il punto di vista di un personaggio piuttosto che un altro.
Ti sei risposto da solo: non ci hai mai puntato troppo su quel che hai scritto.
Non è che la non classificazione del genere è una scusa? =P
A parte la provocazione, non devi per forza incastrarti in qualche posto nel mondo della letteratura: c’è spazio per tutti, e il fantastico è già una buona catalogazione. Pensa al target dei tuoi lavori, sponsorizzali, crea pagine accattivanti con i relativi blog del post in cui parli di come nascono le tue storie. “Cacciatori di nuvole”, hai scritto. Vedi di farci sapere anche come nascono, queste nuvole.
Pungolamenti.
1) Metti gli ebook nel menù centrale, non là in alto: nessuno li nota e prepara delle schede dei libri con delle brevi sinossi o nessuno scarica senza aver dato un’occhiata prima. Il tempo è denaro!
2) Meno menate, Danié! Inizia a posizionare la tua narrativa: con le sinossi è più facile che con un semplice pdf.
3) Tu non ci credi, ma la gente legge pure i racconti gratis che gli propini sul blog (a volte li commenta anche) per cui non vedo perché non dovrebbe leggere i tuoi ebook.
4) Così, la butto lì… ma i tuoi ebook puoi benissimo pubblicarli su Amazon gratis.
Daje, buttati!
Daniele dice
Sappi intanto che sto prendendo appunti, come ho già detto alla tua “gemella” 🙂
Target: non ne ho idea, davvero.
Nel menu centrale ci sono le categorie, non ci posso mettere gli ebook…
Schede ebook: le sto progettando e sto anche rifacendo la pagina Ebook 🙂
Racconti gratis: ho iniziato a creare pagine che raccolgono i miei racconti di genere (horror, fantasy, fantascienza e apocalittici), fungeranno quasi da landing page.
Amazon: vero, non ci avevo pensato… me li riguardo con calma e quelli che reputo migliori li pubblico gratis lì.
Grazie delle idee 😉
Serena dice
(gratis non si può, al massimo 99 cent. Ma si può fare una cosa che ti scrivo dopo in privato)
Daniele dice
Ok, sappi che ho dato retta a zietta e ora Ebook è nel menu più evidente 😀
Serena dice
Ecco, brava, io non so più come dirglielo. Il giovanotto, qua, è uno molto seguito che pubblica quattro volte a settimana. Ed è inconfondibile. Voglio dire, con questa potenza di fuoco può aspirare a risultati che noi umani… Io al suo posto avrei già scritto e autopubblicato un paio di manuali per blogger, così per antipasto. Per quanto riguarda la narrativa… Deve solo fare la fatica di focalizzarsi un po’ sui suoi obiettivi e vendersi meglio 😉
Daniele dice
Riguardo ai manuali per blogger… aspetta settembre 😉
Serena dice
😀 Yeeeeh!
Serena dice
Chi scrive in un genere ovviamente ha vita più facile. Ma non credo sia così necessario riferirsi ad un genere per far conoscere la propria narrativa. Si tratta anche/solo di temi, atmosfere, caratteristiche comuni. C’è qualcosa che i tuoi racconti condividono? Ci deve essere per forza, perché tu sei una persona unica con una visione unica della vita. In più hai un tuo modo di porti molto particolare e molto schietto, non sei così facilmente omologabile. Dovresti individuare la nota di fondo che lega le tue storie. Che ne so, il pessimismo? Il punto di vista di un inguaribile solitario? Sto sparando, eh XD. Puoi lavorare in due modi, a mio parere: su te stesso o sulle tue storie. Cos’è che rende unico il marchio Daniele Imperi?
E chi se ne frega di quello che viene pubblicato oggi XD No, oddio, non ci si può estraniare completamente dalla realtà, ma farsene limitare no. Se avessi le famose giornate di 72 ore mi leggerei tutti i tuoi racconti e vuoi scommettere che ti trovo un genere predominante, o un sottogenere, e ti sparo una tagline per Daniele Imperi e una per i tuoi racconti? 😛
Daniele dice
Non so cosa condividano i miei racconti, non ci ho mai pensato. Di sicuro la mia visione del tutto. Ma da qui a scrivere dei post ce ne passa.
Non solo, ma quanti articoli ci potrei scrivere? Un paio al massimo.
sandra dice
Dai la mia tribù è numerosa e compatta, mi sento al sicuro 😀
Marco amato dice
Augh… Io essere della tribù (ululato indiano, tamburi bonga e danza intorno al fuoco) ahah 😉
sandra dice
Tu sei il capo tribù Marco, scusa Serena se occupiamo le tue stanze, ma come sai Marco è per il momento homeless 😀 e cerca ospitalità dove capita (sempre da donne, la cosa è sospetta).
Marco Amato dice
Va beh tanto Serena permette di ospitarmi sono i portici del suo blog. 😉
Certo che io sono un capo Tribù. Il mio ego impone d’essere vincente. Ma tra i vizi del buon capo c’è il divertimento, e far parte delle tribù altrui quando sono divertenti e gioiose.
Sulle donne, lo ammetto, siete il mio debole. Nel mio romanzo ce ne sono così tante che a ragionare di sindromi premestruali mi sento quasi in colpa d’essere nato uomo. 😀
Serena dice
Sarebbe molto simpatico che, come succede in una commedia di qualche anno fa, ogni maschio fosse costretto a passare un po’ di tempo nel corpo di una donna!
Serena dice
Prego, siete i benvenuti *sposta sedie, aggiunge sedie, mette in tavola caraffa di tè freddo*
Serena dice
Sistemati il gonnellino di foglie di palma, che è tutto storto 😛
sandra dice
Cosa vuoi farci? Con ‘sto caldone! 😀
Chiara (Appunti a Margine) dice
Come ho già scritto a proposito della mailing-list, fortunatamente ho ancora tempo a disposizione per costruire il mio pubblico, quindi posso lavorare in tutta calma. Non so ancora come conquisterò la mia tribù, ma penso che il blog possa essere un’ottima vetrina, se usato bene.
Il target ipotetico del mio romanzo è abbastanza ampio e credo non sarà definito fino in fase di revisione. Tuttavia, potrebbe non essere male iniziare a battere il chiodo fin da subito. Ci rifletterò.
P.S. Quante cose vorrei fare, se ne avessi il tempo…