Fidatevi di me: il 2017 incombe. Alla fine del 2016 mancano meno di cinque minuti. Stendere un piano operativo per il 2017 è un’operazione delicata e importante e va ben oltre i buoni propositi di Capodanno, che il 3 di gennaio sono già in pattumiera. Io voglio un piano con le date, un progetto spezzato in piccoli passi intermedi, degli obiettivi S.M.A.R.T. Ecco perché comincio a pensarci già adesso; anzi, è un po’ che ci penso, ed ecco perché non posso prescindere da una verifica di quel che ho combinato nel 2016. Ciò che non è stato realizzato potrebbe essere archiviato, se non è più attuale; ciò che resta da fare e vale la pena, dovrà finire in un calendario 2017.
Provo a fare insieme a voi il punto della situazione: vi ricordate che in questo post vi avevo invitati al lancio di pomodori? Bene, potete preparare il vostro cestino. San Marzano o cuore di bue non importa, basta che siano maturi ^^
Obiettivo Numero 1: Pubblicare un lavoro di narrativa.
Beh, questo è un obiettivo centrato! A giugno 2016, sulla spinta di una serie di fortissime motivazioni, ho terminato e pubblicato il mio Buck. Da allora, un cane invisibile – pardon, un mezzo lupo invisibile – si è unito alla mia famiglia. Ma non è finita qui: grazie a una ventina di autori, all’indomani del terremoto che ha distrutto Amatrice e Accumoli è nata l’antologia di racconti “Buck e il Terremoto, che ho curato con gratitudine e orgoglio. Di Buck e il Terremoto parlano in tanti, nel Web, , in questo momento. Per fortuna! Perché la prima donazione alla Croce Rossa Italiana è partita il 31 ottobre.
Obiettivo Numero 2: Pubblicare tre articoli al mese sui blog.
Ahem. Qui casca l’asinA. Avrei dovuto dare retta a chi mi avvertiva che è già molto difficile tenere un blog, figurarsi tre, ma se non ci sbatto il naso per conto mio non sono contenta. La mia frequenza di pubblicazione è stata penosa: volevo pubblicare un articolo ogni dieci giorni a rotazione sui tre blog, quindi un totale di 36 articoli in un anno e invece sono arrivata, con tanta fatica, a 13 post, 14 con questo. Non va bene, no no no. Bisognerà prendere qualche decisione drastica, e soprattutto dare un senso più definito alla scelta di tenere un blog. Non per altro, solo perché il tempo è prezioso e sbatterlo via non va bene.
Obiettivo Numero 3: Leggere questi 6 libri
- “The Story Grid” di Shawn Coyne
- “Story” di Robert McKee. Disponibile in italiano.
- “Anatomy of Story” di John Truby. Disponibile in italiano.
- “Plot & Structure” di James Scott Bell
- “Turning Pro” di Steven Pressfield
- “Screenplay” di Syd Field
Neanche uno finito. No, dico… Uno. Uno solo. Letto. Finito. No. Vergogna. Ho letto altro, ma questi no. Ricompariranno nei buoni propositi 2017, magari non tutti ma ci saranno. Sono buoni libri che consiglio a tutti. Sono andata avanti a leggerli, li ho piluccati qua e là ma niente di più. Nel 2017 almeno un paio li devo finire.
Obiettivo Numero 4: Frequentare due corsi di formazione. Uno tecnico su un aspetto della scrittura, uno di marketing.
Oh, finalmente qualche buona notizia! Obiettivo raggiunto su tutti e due i fronti. Per il marketing e la parte tecnica, ho seguito online il corso Self-Publishing Success di Joanna Penn, che consiglio caldamente a chi non ha ancora pubblicato in self ma desidera farlo, possibilmente senza impazzire. Joanna Penn già regala dell’ottimo materiale, sul suo sito, e non so come faccia a dare un ulteriore valore aggiunto nei suoi corsi: sta di fatto che ci riesce! Questo è un ottimo corso, esaustivo, però per seguirlo dovete sapere l’inglese. E tenere sempre presente che le considerazioni che valgono per il mercato di lingua inglese, soprattutto le stime commerciali, devono essere molto ridimensionate per il mercato di lingua italiana.
Per quanto riguarda la scrittura, ho seguito con grande divertimento due seminari online sulla costruzione della trama. E poi mi sono regalata il corso di James Patterson, che non ho ancora terminato. Vista la caratura del docente avevo aspettative alte, che non sono state rispettate o non del tutto: mi sembra quasi di avere imparato di più dai primi due seminari, anche se Laura Baker non è altrettanto celebre, anzi. In ogni caso rifarei tutto, e a luglio 2017 vorrei seguire un altro seminario della Baker. Laura legge e commenta gli esercizi degli studenti in modo approfondito uno per uno, così sono costretta a esercitarmi. Anche questi corsi sono in inglese.
Mi piace imparare, così tanto che l’anno prossimo vorrei riservare molto più spazio allo studio e alla lettura in generale. Mi sono costretta a una dieta forzata dai libri degli altri per dedicare il mio (pochissimo) tempo a scrivere roba mia. Sono contenta, ne è valsa la pena, ma è ora di ricominciare a nutrirsi di belle letture.
Per quanto riguarda il mio cammino personale,
il 2016 è stato un anno doloroso e straordinario, e ho un po’ di paura perché non è ancora finito, farei volentieri una pausa! Un anno di rivoluzione, evoluzione, risultati, crescita e lezioni imparate, senza tregua. Quelle che riguardano le pubblicazioni e la scrittura penso le condividerò presto con voi, perché potrebbero esservi utili. Le altre lezioni imparate sono un po’ più intime. Anche se a volte vorrei gridarle (e in qualche occasione l’ho fatto 😛 ).
Matteo Rosati dice
In bocca al lupo per il nuovo anno, e congratulazioni per il tuo fortunato 2016! Spero tu riesca a pubblicare di più su questo blog, ché io leggo volentieri.
Per il nuovo anno ho tanti progetti, di scrittura e vita personale. Sono gli stessi degli anni passati, grossomodo, ma ne sono contento, perché anche se questo vuol dire che non li ho ancora realizzati, significa anche che le cose a cui tengo non sono cambiate.
Serena dice
Ciao Matteo, e prima di tutto scusami per il ritardo di questa risposta 🙂 Piacerebbe tanto anche a me pubblicare di più su questo blog. Paradossalmente, ora che le mie ore di pratica sul campo sono decisamente aumentate mi sento più in difficoltà nel descriverle. Le cose da dire sono tante, e il tempo sempre meno. Ma rimane forte in me il bisogno di condividere, quindi devo trovare un modo.
Ho un progettino da finire che dovrebbe piacerti, ma riesco a lavorarci venti minuti al giorno se mi va bene, quindi boh!
Quanto ai tuoi progetti: se posso permettermi un consiglio, scegline uno e concentrati su quello. Mettici una data di fianco e lavora solo per quello. La costanza va bene, ma sono sicura che raggiungere un obiettivo ti farebbe bene e ti darebbe una carica incredibile, che ti farebbe poi raggiungere gli altri 😉
Un abbraccio e scusami ancora per il ritardo.
Rosanna Spinazzola dice
Datti una pacca sulla spalla, dai retta a me. E ricomincia.
Serena dice
Ma ciao <3 Ogni anno, prima di Natale, mi prendo un momento per scrivere una specie di lettera. E' un ringraziamento, a me, all'universo, ai miei cari, un ringraziamento e basta a volte, senza destinatario, solo un senso di cose belle. Ecco, quello sarà il momento della pacca sulla spalla. E dopo Natale ricomincio ^^
Lisa dice
Che brava! Ottimi risultati! Non preoccuparti degli obiettivi non raggiunti… direi che la pubblicazione di Buck e Buck e il terremoto è più che sufficiente per stappare lo champagne e darti una pacca sulla spalla! Ti auguro un 2017 altrettanto di successo!
Serena dice
Ciao, bella! Io spero di riuscire a fare qualcosa in più, l’anno prossimo 😉 Ci sono lavori in corso che vorrei terminare prima di fermarmi a fare un bilancio della mia vita da scribacchina. Poi deciderò se la strada che ho intrapreso va bene, se si può fare altro ed eventualmente come.
Successo non so, dipende da come lo si definisce: Buck ha venduto fino a quando l’ho promosso in qualche modo, poi appena mi sono distratta un attimo si è inchiodato XD Lo considererei comunque un successo, però appunto dipende dalla definizione. Più di ciò che ho fatto, comunque, non avrei potuto fare, molto banalmente è anche una questione di tempo, le solite ventiquattro ore al giorno che restano sempre ventiquattro.
Credo che uno dei prossimi post sarà sulle lezioni apprese pubblicando i due Buck, così se ne avrete voglia potremo ragionarci su.
Piuttosto, sappi che non vedo l’ora di leggere te^^ Posso contare sul 2017, vero?
(non ti do l’abbraccio finale fino a quando non mi dai conferma)
Tenar dice
Il mio 2016 è stato talmente ricco che avere aspettative per il 2017 sarebbe da ingrati. Spero solo che non arrivi il contraccolpo della sfiga, ecco. Sarà faticoso, senza dubbio, Spero solo di non smettere di leggere e di scrivere. Pormi altri obiettivi mi sembra eccessivo.
Per quanto riguarda il tuo 2016, devo dire che invidio i corsi che hai seguito. Il mio inglese è pessimo e mi rendo sempre di più conto che questo mi preclude un sacco di opportunità…
Serena dice
Ma no, il contraccolpo no, eccheccavolo! Però su una cosa ti do ragione: l’anno in cui arriva un figlio, specie se è il primo, specie se desiderato con forza e atteso da sempre, è un anno irripetibile. Io ero letteralmente terrorizzata dalla felicità che mi era piovuta addosso, anche se sembra un assurdo.
Poi ci si sistema ^^ Sai cosa facevo, però (oltre a commuovermi fino alle lacrime ogni due per tre)? Scrivevo a mano, ogni giorno e più volte al giorno, il diario del mio bambino. Li ho ancora, quei quaderni, Moleskine con la copertina color tabacco, senza righe né quadretti, scritti rigorosamente con la Bic nera che è una delle mie fissazioni. Non ho il coraggio di rileggerli per troppa nostalgia o per paura di sciogliermi, non so bene.
Il tuo programma 2017 è fantastico. Lascia stare il resto, inglese incluso: farai dopo, c’è tempo!
E mi fermo qui, perché a parlare di maternità mi viene una specie di pudore, e poi cominciano a svolazzare cuoricini ovunque e se non mi contengo un po’ poi mi vergogno.
(Se ti avanza del tempo, cosa di cui dubito, un giorno leggi sull’altro blog “Alle sei della sera” e poi dimmi. Un bacione.)
Grazia Gironella dice
Io e te, come già sai, in questo periodo potremmo essere le due facce della medaglia. 🙂 Sono lontana mille miglia dai programmi e dagli obiettivi. Mi sento liberata da un peso, e guarda caso nella libertà sto ritrovando il piacere di scrivere. Se c’è una cosa che mi pare di avere capito – ma non è detto che valga per tutti – è che prima di aprirsi al pubblico bisogna immergersi a fondo in se stessi, con umiltà e curiosità, senza inquinare lo scenario con ambizioni e strategie. Tu dirai: e l’altra metà? Perché l’altra metà esiste, eccome. Ma nel mix che ho fatto in passato le mie priorità si erano offuscate parecchio, e mi era passata la voglia di scrivere. 🙁 Adesso do spazio alla cosa più importante, cioè scrivere con entusiasmo, poco o molto, spesso o di rado. Se poi verrà fuori qualcosa di commestibile per il mondo, lo proporrò più che volentieri. Per ora i miei obiettivi di vita scrittoriale, più che di anno, sono questi. 🙂
Serena dice
No, la voglia di scrivere non deve passare, mai, quindi se obiettivi e strategie ti fanno male hai fatto più che bene a metterli in naftalina. Però te lo ricordi che io te l’avevo detto, che non ero preoccupata? Che tanto la voglia di scrivere ti sarebbe tornata? Yeah! 😀 Sono felice di aver avuto ragione (non che fosse difficile indovinare, certa gente la scrittura ce l’ha nel DNA <3 )
Con il termine “ambizione” non so a cosa ti riferisci esattamente, la parola strategia invece mi è più chiara; comunque per me, Serena, gli obiettivi sono indispensabili. Mi servono per organizzarmi, se no con il poco tempo che ho rischierei di non concludere niente. Li vivo in modo diverso da te e temo, purtroppo, che quattordici anni di lavoro incentrato sugli obiettivi mi abbiano un po’ rovin… OPS, volevo dire “influenzato”!
Comunque per questi ultimi giorni dell’anno mi sono concessa di tirare il fiato: meno di dieci giorni fa ho finito la prima stesura del seguito di “Buck”. Ero in ritardo sulla tabella di marcia, perché l’antologia ha richiesto una bella fetta di tempo, ma invece di tirarmi il collo per pubblicare prima di Natale ho deciso di rimandare a gennaio. Non solo per riposare, ma anche per rinfrescarmi la mente e offrire – spero – qualcosa di meglio ai miei venticinque lettori ^^
Grazie di essere passata, ti abbraccio!
Barbara dice
Scrittura a parte? 🙂
Sto seguendo il corso d’inglese online di John Peter Sloan (come informatica sono costretta a leggere in inglese, ma a parlarlo va molto molto male… ), sono in attesa del MyPeakChallenge 2017 (un evento il cui ricavato va alla ricerca sulle leucemie, l’anno scorso era un programma di allenamento completo, vedremo quest’anno).
Lato blog, con la mia “ciurma” (presente le Simpatiche Canaglie?!) abbiamo lanciato un contest con premio per festeggiare un anno (che non ci avrebbe scommesso nessuno 😛 ), ho un calendario editoriale che arriva già a febbraio e mi sembra incredibile (merito del qui presente Daniele e delle sue lezioni sul blogging). Ma alcune cose restano indietro: i racconti, il “testo lungo”, un sacco di idee… Quindi, come te, le ribalto nel 2017.
Se devo guardare al 2016, non posso che confermare quello che scrissi a inizio anno: Anno bisesto, anno maestro! 😀
Serena dice
Ehiii 😀 Ciao! Il contest l’ho visto e mi piacerebbe partecipare, ma non dico “racconto” fino a quando non l’ho pronto, e notare la rima, prego ^^ . Il tuo blog è stata un’altra piacevolissima scoperta di quest’anno, anche perché tu, cara, alimenti le mie più insane passioni, per esempio quella per i software di scrittura.
Sappi che sono andata a cercarmi notizie sulla MyPeakChallenge, ne ignoravo l’esistenza prima che tu la nominassi e la cosa mi intriga molto. Per cui adesso siamo in due in attesa.
Quanto all’inglese, Sloan secondo me è bravissimo, divertentissimo, anch’io avevo un po’ di suoi audio sulla chiavetta USB che tenevo in macchina. Però, come dicevo a Silvia, puoi provare anche a sentirti qualche podcast di scrittura; magari ti piace e ti eserciti prendendo due piccioni con una fava 😀
Preparati che sto complottando una nuova raccolta di racconti 😉
silvia dice
A fine 2016 dovrebbe essere pubblicato da Bookabook il mio primo romanzo. Boh, sinceramente non sono molto attirata dall’idea di dedicarmi al marketing per due motivi:
– è passato così tanto tempo da quando l’ho scritto che mi è passata la voglia;
– è passato così tanto tempo da quando l’ho scritto che non lo scriverei più così.
Invece nel 2017 vorrei dedicarmi al romanzo che sto scrivendo attualmente e completare una racconta di racconti a cui sto lavorando. Potrebbe essere la volta buona per provare con il self.
Poi certamente vorrei leggere di più e con maggior piacere. Quest’anno (eccetto un certo “Buck” e poche altre chicche) è stato un anno di letture faticose, scelte più per studio che per amore dei libri.
Mi piacerebbe anche scoprire nuove forme di collaborazione con altri autori, come è stato con Buck e il Terremoto. Io da quest’esperienza ho imparato e continuo a imparare tanto.
Infine, come mi ripropongo ogni anno, vorrei imparare bene bene l’inglese tanto da non solo arrangiarmi, ma da poterlo capire fin nei particolari.
Serena dice
Ma grazie *occhi a cuore* anche da parte di Buck! Sai una cosa? Specialmente quando passavo le giornate in macchina per lavoro, ascoltavo decine e decine di podcast in inglese. Uno che secondo me è davvero bello è quello di Shawn Coyne, The Story Grid. Lui è un editor con decenni di esperienza e ragiona assieme a Tim Grahl, autore esordiente, sul concetto di “storia” e su un sacco di temi interessanti. Parlano in modo chiaro, a mio parere, e lentamente, e come in tutte le attività all’inizio sembra impossibile capire qualcosa, ma poi si fa pratica e ci si riesce. Insomma, uniresti la passione per la scrittura all’esercizio dell’inglese: potresti dargli una possibilità 😀
Quanto alla lettura, condivido il tuo desiderio^^
Mi spiace sentire della perdita di entusiasmo per il tuo romanzo; se è quello che penso io, sulla maternità, mi sembra un peccato. Forse potresti riscrivertelo, un giorno, o farne qualcos’altro che adesso non immagini. Io sarò lì a tifare per te e a sostenerti, anche a temperarti le matite se vuoi, “usami” pure come desideri. E sappi che sei una delle mie belle scoperte del 2016.
A presto prestissimo!
Daniele dice
Il corso della Penn è scritto o ci sono video? Nel secondo caso per me è inutile, non capisco nulla quando qualcuno parla in inglese, specie se americano. Ma nella landing page non vedo il programma del corso.
Per quanto riguarda la Baker, legge… gli esercizi di chi scrive in inglese. Ma un italiano come fa? Perché non basta saper parlare bene in inglese per scrivere narrativa in inglese.
Per il 2017 non ho fatto ancora piani, ma come al solito pubblicherò il post sulle 3 parole a inizio gennaio.
Serena dice
Davvero? Io mi ricordo perfino un video esplicativo dei contenuti, una specie di giro virtuale. Comunque le lezioni sono tenute direttamente da Joanna, che parla un inglese oxfordiano molto nitido, e sono disponibili in audio e video con supporto di slides. Si possono anche scaricare le slides in pdf. In più regala le edizioni aggiornate di un paio dei suoi libri e ci sono di tanto in tanto dei video bonus dove risponde a delle domande, che anch’io le ho fatto più di una volta.
Per quanto riguarda Laura Baker, i seminari si fanno in un gruppo Yahoo e le esercitazioni non sono dei brani di storia da scrivere, se no sai che casino? Io da lei ho seguito dei seminari su relazioni tra i personaggi e punti di svolta, quindi le esercitazioni erano più di ragionamento e costruzione della trama. La prima esercitazione era guardare un film, che veniva utilizzato come esempio dopo essere stato analizzato (Protagonista, personaggi principali, conflitto interno, conflitto esterno eccetera). In più si fa brainstorming utilizzando un propria storia in fase di elaborazione, e Laura commenta pezzo per pezzo tutto quello che le viene sottoposto. Io ho utilizzato per il brainstorming una storia che forse non scriverò mai, ma è stato comunque molto utile. O almeno per me, non so, probabilmente io sono a un livello davvero elementare ^^ Comunque mi è piaciuto tanto!