Sperando che tu ce l’abbia, una lista email. Se no dovresti darti da fare e cominciare a costruirla. Ecco perché.
Facciamo un piccolo esercizio di visualizzazione creativa.
Immagina di avere terminato il tuo primo libro (ma anche il secondo o il terzo ). Tutta quella fatica, quelle ore di lavoro. Il mettersi in discussione, leggere e rileggere più volte, rivedere, riscrivere. Sentirsi, in certi momenti, dei perfetti incapaci che farebbero meglio a darsi all’ippica. La voglia di modificare tutto e/o ricominciare da capo ma, allo stesso tempo, il bisogno di andare oltre. Il momento terribile e sublime in cui senti che è arrivato il momento di gettare la tua creatura in pasto alle bel… ai lettori ma, diciamolo chiaramente, te la fai sotto dalla paura.
Immagina ora che, invece che il deserto, ad attenderti ci sia qualche centinaio di persone che non vedono l’ora di leggerti. Gente che già ti conosce: per una ragione o per l’altra sono venuti a sapere della tua esistenza, hanno trovato il tuo sito, leggono le tue cose. Con alcuni è stata la storia di una notte, il mattino dopo ognuno per la sua strada; con altri, invece, la conoscenza è proseguita e hanno imparato a conoscerti, a apprezzarti e a fidarsi di te. Anche perché tu, che sei sinceramente affezionato a loro, te li sei coccolati a dovere. Conoscono i tuoi dubbi, le lotte, i momenti di crisi;a volte ti hanno supportato, in privato o magari davanti al mondo intero. Ogni tanto ti scrivono, per esempio per dirti che un certo articolo li ha divertiti o istruiti o commossi, oppure per ringraziarti perché, con un tuo scritto, hai insegnato loro qualcosa di importante.
Continuiamo a immaginare.
Il tuo libro è pronto. Loro aspettano. Tu annunci, finalmente, che la tua opera tanto sudata è disponibile. E loro sono lì pronti ad accoglierla. Il tuo successo è il loro successo. Leggono il tuo libro in anteprima, ne condividono parti sui loro profili Facebook e Twitter; lo segnalano nei loro gruppi di lettura. Lo recensiscono. Ti danno un riscontro onesto: qualche commento forse ti deluderà, ma altri ti delizieranno. Sei così felice che la classifica dei bestseller di Amazon passa decisamente in secondo piano. Perché certo, magari non sarai sul podio, ma il tuo libro è stato letto, e non solo da tua mamma, tua sorella e un paio di amici. Hai avuto un pubblico vero che ha vibrato di emozione alle tue parole e ti ha restituito una buona parte di quelle emozioni positive. Forse, come scrittore, questa è la cosa che ti interessava di più.
Non ci sarebbe più nulla di cui aver paura, nel momento in cui decidi ti esponi al pubblico. Bello, vero?
SNAP! Fine della visualizzazione creativa, è ora di tornare sulla terra.
Ma ho una buona notizia per te: quello che ti ho descritto non è un viaggetto dovuto a della roba buona, e non è neanche un sogno. È, semplicemente, l’esperienza che faresti se tu potessi contare su una tua lista email di, diciamo, un migliaio di nominativi.
1.000 sono troppi? È pura fantascienza? Scendiamo di numero drasticamente, esageriamo: facciamo che la lista è composta di soli cento nominativi, ma di buona qualità. Hai 100 indirizzi email di persone che ti seguono fedelmente eccetera (vedi sopra).
Non so cosa ne pensi tu, ma io ci metterei la firma.
Ti ho convinto? Allora andiamo a comprendere meglio:
- Che cosa è, anzi, cosa non è la tua lista email
- Perché la lista email non è solo importante, è un elemento fondamentale del tuo sito autore.
Il permission marketing e la lista email: il tuo patrimonio personale
La tua lista email non è l’elenco degli iscritti al tuo blog. Non è composta dai nominativi di quelli che ti seguono su WordPress. Meno che meno c’entra con quelli che ti mettono «mi piace» su Facebook o ti aggiungono su Twitter (è senz’altro superfluo specificarlo, ma non si sa mai). I grandi web marketer, quelli che campano di Internet e blog personali, dichiarano tutti e sempre che tra 1.000 follower su Twitter e 100 nominativi nella lista email, preferirebbero i 100 nominativi nella lista email.
Qual è la differenza fondamentale tra tutta la gente che ti followa, ti piaccia e ti twitta, e gli iscritti alla tua mailing list? I primi sono persone che ti hanno dato un segno di apprezzamento generico. Non è detto che una persona che ha messo un “mi piace” su una pagina Facebook, meno che meno su uno stato, gradisca leggere un tuo racconto o anche solo ricevere notizie da te. Se si irrita, potresti finire nello spam e allora sono guai seri, perché sai bene che il Web non dimentica.
Se il processo di raccolta degli indirizzi email è stato svolto in modo corretto e rispettoso, invece, la differenza fondamentale è la seguente: i lettori si sono iscritti di propria volontà, superando un duplice sistema di conferma, e ti hanno autorizzato esplicitamente a inviare nella loro casella di posta elettronica un certo tipo di contenuti. Per l’appunto, quelli che desideri promuovere.
Il che significa, brevemente, questo: che quando lancerai quei contenuti, non sarà uno sparo nel buio ma una proposta mirata fatta a qualcuno che si è già dichiarato interessato.
Ora rispondi a questa semplice domanda: tu quante volte al giorno controlli la tua posta elettronica? Io, che la ricevo sul mio smartphone, la controllo ogni volta che arriva.
E questo dovrebbe farti comprendere la ragione per cui la tua lista email è preziosa. Perché le aziende sono disposte a pagare fior di soldi per avere una lista di nominativi mirati. E perché quando – come potenziale cliente – metti il flag che accetti di ricevere materiali promozionali eccetera, stai facendo un bel regalo a qualcuno.
Una lista email non è fatta di nominativi raccolti a casaccio. Non si tratta di potenziali clienti o lettori o utenti, si tratta prima di tutto di persone, individui reali, coi quali vuoi instaurare una relazione duratura, e che vanno trattati di conseguenza. Rispetto è la parola chiave. Non ha alcun senso forzare le persone ad iscriversi o inserire manualmente in lista gli indirizzi di tutti quelli che conosci, per “restare in contatto”.
La creazione di una lista email di buona qualità è il motivo principale per cui chiunque ha qualcosa da dire, vendere o far leggere al mondo, dovrebbe avere un proprio sito. La sola esistenza di un form che raccolga gli indirizzi email è sufficiente a giustificare lo sforzo di creare un sito web per uno scrittore.
Se non hai tempo per occuparti della promozione del tuo libro e puoi fare una sola cosa, fai questo: comincia a costruire la tua lista email. Non è mai troppo presto.
Avete installato nel vostro sito o blog un modulo per la raccolta degli indirizzi email? Che servizio usate? O non ve ne siete mai occupati?
(presto su questi schermi qualche idea su cosa fare con la vostra lista di email)
Renato Mite dice
Penso spesso alla mailing list e le tue argomentazioni sono valide, ma per il momento non riesco a decidermi perché non credo di poter dedicare il tempo e l’attenzione che meriterebbe per comunicare qualcosa che abbia valore.
Per il momento, il poco tempo libero che resta lo dedico alla scrittura. Se trovo una formula per coordinare tutto quanto, ti faccio sapere 😉
Serena dice
Argh, ma non ti ho ancora convinto? Shame on me! Guarda che la newsletter di narrativa può anche essere mensile, eh. Promuovere narrativa è una faccenda un po’ diversa che promuovere saggistica o self-help. Dai, mettiti una casellina di Mailchimp da qualche parte, su 😉
Grazia Gironella dice
Sai, non sono molto convinta di questa cosa. In teoria sì, ma nella pratica non tanto. Secondo me puoi giocarti le tue possibilità di entrare in contatto con le persone tramite il blog. Chi vuole essere avvisato via mail dei post si iscrive, chi preferisce altrimenti usa Feedreader & co. oppure si arrangia. A quel punto la tua capacità di creare rapporti si esprime nei contenuti e nelle risposte ai commenti, che arriveranno a chi lo desidera. La newsletter non mi sembra qualitativamente superiore. Io, per esempio, sono molto indifferente. Il rapporto con i lettori, del blog e dei miei libri, non è determinato dallo strumento che uso, secondo me, ma da come lo uso. Senza tornare sul vecchio discorso che qui non siamo negli States e le cifre non tornano mai… 🙁 Argomento interessante, comunque, sei un’ottima divulgatrice! 🙂
Serena dice
…sempre detto io che dovevo fare la profia XD (ovviamente mi sto auto-prendendo per i fondelli). Il discorso che fai fila, perché tu sei autrice sia di fiction che di non-fiction: avendo scritto dei manuali di scrittura, poi, ciò che fai, sei e ciò di cui parli viene tutto rispecchiato nel tuo blog. Poi non so se hai approfittato dei tuoi contatti per promuovere i tuoi libri, e in che modo, perché ti conosco da poco tempo.
Resta però un po’ trascurata la tua narrativa, secondo me.
Comunque oggi, dopo avere letto il tuo commento, ho aggiunto qualche riga al post che pubblicherò domani. Poi se vuoi mi dirai che ne pensi. Bacio :*
Grazia Gironella dice
Dal punto di vista della promozione, è tutto trascurato! Quanto ai contatti… non ne ho, quindi sfruttarli sarebbe difficile. Ricambio il bacio. 🙂
Alessia Savi dice
Io utilizzo mailchimp. La mia è una newsletter che non ha cadenza periodica e in cui non condivido i post che pubblico. Ci sono contenuti. A volte qualcosa di me, altre qualche stralcio di inedito o un pensiero particolare che voglio condividere con i miei lettori. Non voglio che sia una mail percepita come spam, ma semmai una lettura piacevole che può strapparti un sorriso o una riflessione quando la leggi. Gli iscritti sono una cinquantina, ma sono persone che leggono quello che ho da dire molto spesso. Sono interessati, insomma, ma vorrei riuscire a dare ancora di più. So che ho ancora un bel po’ di cose su cui lavorare in questo senso, ma sono anche certa di potercela fare. La condivisione dei post, a mio avviso, non è particolarmente utile. Tra blog feed e aggiornamenti è davvero difficile che scappino, se si è davvero interessati al blog in questione. Per questo punto su email più colloquiali, diciamo, in cui poter lasciare una traccia di me anche oltre il mio blog.
Serena dice
E tu stai facendo la cosa giusta 😉 Il post di domani praticamente è una conferma a tutto quello che dici!
Marco Freccero dice
La lista mail è da un pezzo che dico a me stesso che dovrei farla. Rimando sempre perché sarebbe un altro impegno. Non potrei limitarmi a riproporre quello che produco sul blog ma dovrei studiare o nuovi contenuti, oppure una nuova veste per vecchi contenuti. Ho già abbastanza cose da fare, quindi temo che lascerò perdere.
Ma aspetterò il tuo prossimo post su questo argomento, così magari riesci a convincermi 🙂
Serena dice
Ormai ho deciso che il post di mercoledì prossimo sarà sulla newsletter, perciò sì, spero che le mie argomentazioni ti convinceranno 😉
Perla dice
Confesso che finora l’ho tralasciata per un motivo che a parecchi sembrerà stupidissimo: sono almeno 4 mesi che mi ossessiono con il garante privacy (mi sono sognata i cookies la notte, e senza le gocce di cioccolato). Da maggio a giugno si può dire che non ho letto altro che articoli e guide sull’argomento. Ho sistemato quello che dovevo sistemare. Ho tolto tutti i widget su cui avevo anche il minimo dubbio di interpretazione. Ho messo la mia brava Info privacy e il banner e le Info cookies nel sito (con tutto che, poveretto, è ancora in restauro).
E poi mi è venuto l’orrendo sospetto: raccogliere indirizzi e-mail allo scopo di inviare newsletter rientra nelle “attività di profilazione”? Certo, non si chiede nessun’altra informazione, ma come trattano i dati personali i vari servizi (MailChimp etc.), e soprattutto a che info avrei accesso io? (in teoria, perché in pratica nemmeno mi interessano). Dato che finora non ne ho mai fatto uso, non li conosco. Le mie forze sono prosciugate al punto tale che non ho ancora il coraggio di mettermi giù a informarmi anche su questo (per il momento, almeno).
Serena dice
Oggesù XD No, non rido perché anch’io sono abbastanza paranoica con queste cose, però nel caso della lista email le persone sono invitate a confermare due volte di volersi iscrivere, quindi… Per quanto riguarda la politica della privacy dei fornitori di servizi, io credo di avere messo il link alla policy sia di Worpress che di Mailchimp, e dico ai miei visitatori che sono obbligati a leggerla prima di proseguire. Ergo, se proseguono sono fatti loro. E questa legge è veramente una ****ata… Non c’è un sito al mondo che non usi dei cookies, forse il garante era l’unico a non saperlo e si è agitato 🙂
Appena ho un attimo di tempo vengo a fare un giretto a casa tua 🙂
Perla dice
Eh sì, hai proprio ragione. Leggi come questa (almeno per come è formulata) dimostrano poco contatto con la realtà. I grandi colossi come Google possono permettersi di non avere paura, e con tutto quello che è successo con l’NSA, ci si preoccupa invece che un piccolo sito dove uno mette le foto del gatto faccia chissà che cosa. 😀
Grazie per la futura visita. Il mio sito è ancora in (ri)costruzione, spero di riuscire a mettere a posto parecchie cose al più presto.
Complimenti per il blog.
Serena dice
Grazie^^ A proposito, credevo di avere da qualche parte un link al tuo blog e invece non ce l’ho… quando ti ricordi me lo mandi, o scrivi nei commenti? Così posso mantenere la mia promessa 🙂
Chiara (Appunti a Margine) dice
Blogger prevede la possibilità di seguire il blog via email, ma io non sono MAI riuscita nemmeno a vedere chi è iscritto (anzi, chi lo sa me lo spieghi) al punto che, per inviare a te e Lisa i miei articoli di default, ho seguito un altro canale.
Però penso sia molto importante strutturare una buona newsletter, e mi darò da fare per capire come si faccia. 🙂
Serena dice
Bravissima 🙂 Ascolta, Chiara, tu sei perfettamente nei tempi. Il tuo romanzo è previsto tra un anno abbondante, quindi hai tutto il tempo per imparare come si installa un modulo per raccogliere gli indirizzi email. Pensa a quanta gente passa da te, e a quanto sarebbe positivo poter mantenere un rapporto con loro. Inoltre, come sai bene, io ti ho chiesto di inserirmi in una mailing list perché, essendo in giro quasi tutto il giorno, per me ricevere la mail è il modo che funziona meglio per seguire i “miei” blog. Non credo di essere l’unica. Credo che altri gradirebbero essere subito informati quando c’è un nuovo post, e infatti una delle ragioni per cui mi sono affezionata a Penna Blu è anche che mi agevolava nel leggerlo.
Per gestire come si deve una lista email Blogger non è sufficiente. Devi usare un servizio dedicato. Dai, fai la brava e studiati Mailchimp, che oltretutto è gratis fino a 2.000 nominativi. Se hai bisogno di aiuto io sono qui 🙂 e inoltre scriverò ancora sulla lista email, forse già mercoledì prossimo.
Chiara (Appunti a Margine) dice
Beh, ma il mio blog ha una newsletter, solo che non l’ho mai utilizzata. So che alcuni lettori ricevono le mail dei post. Io però non ti ho aggiunta da lì, ma usando un’altra strada.
Comunque okay, studierò il programmino che mi hai suggerito. Se avrò dubbi, ti scriverò!
Chiara (Appunti a Margine) dice
P.S. Grazie! 🙂
Serena dice
Ma di cosa XD Non ringraziarmi, io tifo per il successo di tutti noi. Mi diverto un sacco a parlare di queste cose e, se posso, a dare una mano. Se ti serve qualcosa sono qui, e magari scopro che posso anche scriverci su un post 🙂
Serena dice
Allora, io ho avuto *fa i conti* quattro blog su Blogger, e non ricordo un sistema integrato di gestione degli indirizzi email. Forse parli di Feedburner quando ti riferisci alla newsletter? Ad ogni modo voglio chiarire bene la cosa nel prossimo articolo, quindi controllo e poi ti dico 🙂 Mailchimp è carino e gratuito, e vedrai quante opportunità offre, così come gli altri software di gestione email.
Marco Amato dice
Oggi non faccio irriverenze verso gli scrittori e gli editori. Son troppo moscio.
D’altronde nel cercare in loro tale politica di promozione sarebbe ovvio come puntualizzare il disastro.
La newsletter però è stata molto abusata in passato. Quindi oggi ha perso un po’ di valore. La newsletter diventa importante dopo aver pubblicato il primo libro. Chi ha lasciato la mail può essere informato per incontri, iniziative, un nuovo romanzo. Fondamentale nei romanzi seriali tipo trilogie o polizieschi. Strumento di fidelizzazione.
Ma la funzione diventa ottimale solo se inserita in un ecosistema di promozione: sito/blog, social, calendari di pubblicazione di romanzi. Chi vuol pubblicare romanzi ogni X anni, l’ecosistema non serve, agire a casaccio è più gratificante.
Ok mi stoppo. Le dita si rifiutano di battere ancora.
P.s. Ho comprato Profanazione di J.F. Penn, arriva la settimana prossima. Howey lo conosco. Comprendere i top self publisher, è il punto primo per cominciare ad essere bottom self pubblisher. 😉
Serena dice
Anch’io oggi non ho avuto una gran giornata 🙁
Comunque: cercando e sbirciano in giro, ho scoperto una definizione carina di book marketing per gli autori di narrativa. In pratica, se scrivi manualistica o saggistica il tuo sito e la tua attività promozionale servono a vendere il primo libro. Se scrivi un romanzo, la tua attività serve a farti vendere il secondo libro. Il primo serve più a farti conoscere, insomma. E dovrebbe essere utilizzato un po’ come il maiale – scusate questo esempio da contadina lombarda – che si utilizza in parti e niente viene buttato via.
Sono d’accordo sull’ecosistema di promozione, ma credo che l’autenticità sia ancora più importante. Come si farebbe con un amico: non lo disturbi e non abusi della sua attenzione se non sei sicuro di essere gradito. La newsletter io la manderei certamente poco prima della presentazione del libro, e nel periodo precedente solo se ho qualcosa di davvero stuzzicante da condividere.
Di Profanazione ho scaricato l’estratto O___O e non sono riuscita a continuare, troppo crudo per me. Preferisco Joanna in versione marketer, o quando racconta la sua esperienza di “liberazione”. Howey mi incuriosisce tanto, se ce la faccio me lo leggo quest’estate 🙂 Sai chi si è occupato del lancio di Howey? 😛
Marco amato dice
Ah no, non è cattiva giornata. Io sono in vera e propria crisi. Personale, ma soprattutto di scrittura. Quel che voglio fare è molto complesso. E credo d’aver toccato alcuni miei limiti. Conoscendomi, il mio cervello entra in crisi, ma questa fase di implosione è importante, perché l’inconscio spinge ad andare oltre. Più o meno questo.
Sull’attività promozionale del sito: se saggistica per vendere il primo libro, se romanzo il secondo non l’ho capita bene. Appunto come il maiale occorre vendere tutto, primo o decimo libro, non si disdegna nulla. Poi le strategie sono molto variabili. La migliore va tarata sulla propria persona e soprattutto sul romanzo. Ad esempio il mio romanzo mainstream è capitale. Unico e impegnativo, deve farsi la sua strada senza pensare ai prossimi. Invece ho un poliziesco e in questo caso il primo romanzo può uscire a poco prezzo, farsi conoscere, fidelizzare i lettori, e la vera vendita farla con i successivi. Ma occorre essere in grado di pubblicare il secondo sei mesi dopo, e poi un romanzo l’anno. Impegnativo, non facile.
Ah sulla contadina lombarda, carino, da adesso ti immagino col fazzoletto in testa. 😀
Su Joanna non ho problemi a me l’horror non spaventa mica. Come diceva Rocky: mia mamma me le dava più forte… O come diceva Roy in Blade Runner: ho visto cose che voi umani non potreste immaginare… Ok mi stoppo, sono in crisi, non posso scherzare 😉
Howey. Chi si è occupato del lancio lo chiedi a me o lo devo indovinare?
Quel che so di lui è che scrisse un racconto, pubblicato su Amazon ebbe successo e i lettori chiesero il seguito. E lui scrisse la trilogia del Silo che lo ha lanciato a livello mondiale. Credo che abbia avuto la fortuna di azzeccare, così come ha spiegato bene Daniele, l’idea forte. L’umanità al collasso che viene rinchiusa dentro un silo sotterraneo.
Serena dice
Di sicuro ha azzeccato un’idea fortissima, e anzi devo proprio leggere almeno il primo libro. Joanna in termini di copie ha venduto meno, si definisce una “midlister” per la narrativa. Ma tra narrativa, marketing e interventi in pubblico mette insieme uno stipendio 😀
Il lancio di Howey è stato curato da Tim Grahl, e uno degli articoli di luglio sarà su un concetto da lui sviluppato che mi è piaciuto molto, e voglio condividerlo con voi 🙂
Marco amato dice
Tim Grahl, lo conosco. Non sapevo che aveva assistito Howey. Allora pubblicalo presto l’articolo, fai puntata speciale. 😉
Daniele dice
Il migliaio l’ho superato, ma per ora gli iscritti si limitano a ricevere gli aggiornamenti del blog. Non è quindi una vera newsletter, per ora non ho né tempo né idee per creare una vera newsletter.
Serena dice
WOW! Un migliaio 😀 Io penso che nel tuo caso ricevere gli aggiornamenti del blog sia già sufficiente. Tu aggiorni quattro giorni a settimana e inoltre – a differenza di me – rispondi molto velocemente ai commenti. Mi sembra che come interazione sia più che sufficiente. Se tu un giorno dovessi scrivere un libro, a seconda del tipo di libro potresti condividerne delle parti, dare delle anticipazioni o tenere aggiornati i lettori sui tuoi progressi. La newsletter, soprattutto se si tratta di narrativa, non deve essere per forza regolare. Meglio farsi sentire quando si ha davvero qualcosa da dire 🙂