Dicevamo, la scorsa settimana, che la piattaforma online di uno scrittore non coincide con il suo sito web, ma si compone di diversi luoghi virtuali dove lui o lei si propone, intrattiene relazioni, fa marketing di se stesso e delle proprie opere. Però il sito web è senza ombra di dubbio la componente più importante della piattaforma autore; quindi dedichiamogli lo spazio che merita. Vediamo quali sono gli elementi che non possono mancare affinché svolga la sua funzione, che alla fine è quella di far vendere più libri all’autore pubblicato tradizionalmente, ma anche e soprattutto a quello che segue il percorso della pubblicazione Indie.
Prima di andare avanti, però, trenta secondi di disclaimer!
Non è colpa mia se…
- Il marketing è “quella cosa che funziona al 50%, solo che non sai mai qual è la metà che ha funzionato”.
- Il successo non è prevedibile al 100%; esiste un fattore K(iulo) che trasforma, per esempio, una storia bizzarra in un bestseller planetario (“Ma a chi diavolo vuoi che interessi la storia di un maghetto con gli occhiali?”). Molti grandi successi sono nati per caso. Rassegnatevi.
- Il caso non esiste. No, non sono impazzita e non mi sto contraddicendo. La fortuna esiste, ma bisogna spianarle la strada. Va meritata. La fortuna è viziata e, se mai bacia qualcuno, bacia quelli che si danno da fare per accoglierla come merita.
- Non ho la formula magica, io. Il mio sito ha parecchie caratteristiche migliorabili e, se riesco a decidermi su un paio di cose, a breve vedrete delle modifiche. Tuttavia, da qualcosa bisogna cominciare: se non cominciate a creare qualcosa, non avrete niente su cui lavorare. Vale per la scrittura, i siti e la vita in generale.
- Noi siamo gli italiani, non gli americani. La nostra lingua la parliamo noi e altri quattro gatti. La narrativa in lingua italiana viene letta pochissimo anche dagli italiani. Un libro tradizionalmente pubblicato nel mercato di lingua inglese vende in media 250 copie l’anno, includendo il bestseller e quello che non si fila nessuno. Fatevi i conti. Le medie valgono quel che valgono, ma autore avvisato, autore salvato (dalle illusioni). In termini di marketing, vi sto dicendo che dobbiamo lavorare il triplo per ottenere sicuramente di meno.
- Per gli autori di fiction è quindici volte più difficile che per chi scrive altro. Qualsiasi altra cosa. Se scrivete romance vi va un po’ meglio, ma avete una concorrenza agguerritissima e molto numerosa.
Eppure…
…se esiste un modo di emergere dallo tsunami di contenuti di bassa qualità, e costruirsi un seguito fedele di persone a cui interesserà leggere le vostre cose, questo è la piattaforma online. Vediamo allora cosa deve assolutamente avere un sito web in grado di supportarvi come Autori. Attenzione: ho detto sito, non blog. Il blog è una parte essenziale del sito, ma non è IL sito.
Il sito è per il vostro pubblico ideale, il vostro target. Il blog è per chi volete voi, inclusi gli altri autori per quattro chiacchiere fra amici.
Il vostro nome in evidenza
Se cominciate da zero, il vostro sito principale dovrebbe avere il vostro nome e cognome. Il blog può chiamarsi come vi pare, ma se intendete pubblicare dei libri il sito dovrebbe chiamarsi come voi. Se avrete solo il blog e partite da zero, sarebbe meglio usare il vostro nome e cognome.
Siete qui per la maratona, non per lo sprint: oggi scrivete fantasy, domani un saggio sull’allevamento dei raptor (sì, ho visto Jurassic World *-*) e dopodomani un manuale di regolazione dei freni della vostra Harley. Va bene, sto stressando il concetto ma avete capito cosa intendo: voi siete sempre voi, ed è su quello che dovete puntare. Se volete dare un‘impressione di serietà professionale, meglio un dominio .com. o nazionale, .it. Se il vostro marchio personale è più scanzonato e il vostro lettore ideale lo gradisce, potete scatenarvi con altre estensioni più fantasiose. Oltre ai .edu, .net, .eu ho visto .bike, .camera, .agency, .info e chi più ne ha più ne metta (ma ricordate che a stare sul semplice non si sbaglia mai).
Quindi, compratevi un nome a dominio.
Un’altra buona ragione per farlo è quella di eliminare il blogspot.com e il wordpress.com dalla barra degli indirizzi. Perché dovreste preoccuparvene?
Aprire un blog può essere una faccenda completamente gratuita: tutti possono farlo, in cinque minuti. Non mi ricordo quanti blog vengono aperti ogni giorno, ma ricordo molto bene che il 90% non va oltre i quattro articoli: facile aprirlo, ancora più facile mollarlo, il blog, proprio perché non costa niente. Se non volete confondervi con il mare di blog con l’aspettativa di vita di una drosofila, pagatevi un nome a dominio e toglietevi dai piedi quell’aura di “oggi ci sono, domani non so, vediamo”. Ricordate che tra le persone a cui, attualmente, NON vi importa un fico secco di fare una buona impressione, potrebbe esserci un agente o editor che vi ha cercato su Google per vedere se state prendendo sul serio la scrittura.
Hosting a pagamento o gratuito?
Questa è una cosa che noi italiani dovremmo capire bene, visto che abbiamo una secolare tendenza alla stabilità e ad investire nel mattone.
Prendiamo per esempio Blogger. Google vi offre la possibilità di creare il vostro blog e ospita gratuitamente i vostri contenuti. Voi vi create un sito carino, cambiate la skin, installate tante funzioni simpatiche, e poi… Un bel giorno Google decide che Blogger gli dà più noia che altro e sospende il servizio. Voi che cosa fate? Anche in questo caso: se usate il blog per fare quattro chiacchiere, forse non ve ne importa niente. Forse.
Quando siete i padroni della vostra casa online, nessuno vi può cacciare via (finché pagate il mutuo, ovvio). Ve la arredate come volete. Buttate giù muri, li ricostruite, aprite una stanza, allargate il soggiorno e seminate le tappezzanti nelle aiuole. Siete i padroni assoluti in casa vostra. A buon intenditor, eccetera.
Quanto deve essere “carino” il vostro sito?
Quante volte vi è capitato che qualcuno vi dicesse “Guarda, fatti un giro su www.pincopallino.com, è un sito davvero elegante”? Più facile che qualcuno vi abbia consigliato di andare a farci un giro perché pincopallino.com vi avrebbe risolto un problema o fatto divertire o informato o tutte quante queste cose insieme.
Content is King. Il contenuto è re. Contenuti straordinari su un sito orrendo attireranno montagne di visitatori. Mettete quattro scemenze su un sito tanto carino e restate ad ascoltare da soli il suono della vostra voce.
Nel dubbio, optate sempre per la semplicità estrema e la navigabilità.
Ma piantala, non sono nemmeno convinto che serva davvero avere un sito, figurati farsi tutte queste menate… tanto c’è Facebook, Twitter, e pensa com’è figo Pinterest!
Lo so che avete detto così, non dovete nemmeno confessarmelo.
Per la piattaforma sui social media vale esattamente lo stesso discorso che si faceva per l’hosting, a pagamento o gratuito C’è differenza tra vivere in casa propria o in un dormitorio pubblico, dove vigono regole stabilite da altri? A parte questo, il vostro sito è il luogo dove costruite la vostra autorevolezza di autore, il vostro marchio, la vetrina dei vostri prodotti, ma soprattutto dove costruite la vostra email list.
Che è una cosa talmente importante da meritare tutto il prossimo post. E poi, comunque, col sito web abbiamo solo iniziato.
E voi? Avete mai pensato di investire qualche soldino per creare o migliorare il vostro sito autore? Com’è andata? Che scelte avete fatto e perché?
Claudio Santoro dice
Content is King, il tuo sito ne è la dimostrazione.
Questo è il secondo articolo che leggo sul tuo sito in dieci minuti, una cosa del genere m’è capitata, in altri siti, soltanto quando stavo cercando di risolvere un problema di natura tecnica. In questo caso, forse, non sto cercando proprio la stessa cosa, per questo è ancora più lodevole quello che fai.
Mi trovo in accordo con quanto dici, si tende sempre a sottovalutare quegli aspetti più laboriosi di quel che facciamo, proprio perché abbiamo poca pazienza. Fare lo scrittore – che è una cosa diversa dall’esserlo e basta – include quel rapporto col pubblico che troppo spesso si riduce alla stretta cerchia di amici.
Nel passato ci sono stati grandi, grandissimi autori che, in un’epoca in cui la letteratura era popolare almeno quanto lo sono il cinema e la televisione oggi, non hanno mai potuto vivere il loro successo; la sfida per lo scrittore odierno è ancora più ardua!
Un saluto e alla prossima!
Serena dice
Ciao Claudio, benvenuto nel blog e grazie per le tue parole! Vero, “Content is King” e avere una prova di essere stata utile è, per me, un’enorme soddisfazione. Ho un sacco di cose da dire, poco tempo e qualche inceppo delle vita offline ultimamente, ma spero di riprendere presto a pubblicare regolarmente.
Verrò presto a trovarti a casa tua.
A presto e grazie ancora 😀
Grazia Gironella dice
Qualche mese fa ero partita per acquistare il dominio e far controllare da qualcuno le impostazioni del blog in base ai criteri SEO, ma quando ho preso contatti con una persona all’uopo, ho scoperto che avrei dovuto spendere una cifretta, e che il lavoro sarebbe stato più complicato di quanto pensassi. Giusto, la professionalità si paga, in assenza di amici competenti, disponibili e… risparmiosi . Ho messo tutto in stand-by, per ora, ma vorrei riprendere in mano l’idea. Se hai suggerimenti, sono tutta orecchi! 🙂 (A proposito, leggevo il tuo commento all’articolo di Daniele sul guadagnarsi da vivere con la scrittura, in cui dicevi che sei più felice adesso che a vent’anni… beh, anch’io! 🙂 )
Serena dice
Allora, ecco cosa farei io: fai un backup del tuo blog, c’è da qualche parte l’opzione, praticamente ti scarichi i contenuti sul tuo pc in un file .zip. Poi ti apri il sito WordPress con il tuo nome a dominio e un hosting a pagamento e importi i file di Blogger, si fa con un plugin. Ci giochi fino a quando sei soddisfatta del risultato, e quando sei pronta metti offline il blog su Blogger e ti “trasferisci” di là, sul sito nuovo. Tra l’altro, il sito di Blogger lo puoi rimettere online in qualsiasi momento… Ti dico queste cose perché le ho già fatte per il blog del laboratorio di scrittura, che prima era su Blogger. Non hai bisogno di pagare nessuno per farlo, nella vita hai imparato cose più complicate di queste . E lo so che forse siamo state separate alla nascita XD. Comunque quando decidi batti un colpo, ti scrivo in pvt 😉
Serena dice
Dimenticavo, anche per la SEO puoi fare sufficientemente bene da sola su WordPress, ci sono soluzioni ottime e gratuite. Anche per questo io consiglio molto caldamente di passare a WordPress (e prima avevo tutto su Blogger).
sandra dice
Sono andata talmente in crisi con la faccenda dei cookies che l’idea, con la quale mi sono baloccata a lungo in realtà, di passare da ilibridisandra.wordpress. a ilibridisandra.it se non addirittura a sandrafae.it mi è parsa interessante ma troppo complicata. Tutto sommato sono stata trovata dal noto gruppo editoriale GEMS (altrimenti chiamato Mauri Spagnol) sa il diavolo come, e ora sono nelle loro liste di blogger libreschi, per cui un po’ di visibilità nonostante il wordpress ce l’ho. Non è taccagneria quindi se non mi pago il dominio. Il mio primo romanzo ha venduto quasi solo grazie al mio primo blog su blogger, era un po’ il mio ufficio stampa promozione, ho fatto cose che mai più farei, come scambi di copie del mio libro con creazioni handmade (il mio blog era molto seguito da creative tipo scrap, stoffa cose così) per cui mi sono riempita la casa di renne e affini, ma credo sia stato utile. Nel mio caso essermi agganciata a quel tipo di blogger creativi, sono molto attive le creative soprattutto in alcune zone es. Veneto, ha fatto circolare un sacco di belle idee. Sono andata un po’ fuori tema forse, ma volevo dire che a prescindere dalla piattaforma, mi rendo conto che è molto molto molto più figo/professionale non avere il wordpress attaccato, il contenuto e la capacità di mettere in moto le idee sono le cose più importanti anche se il sito non è proprio il massimo. Bacione
Serena dice
Pensa che proprio ieri pensavo di vendere/regalare/venderescontatissimo/nonsocosa il mio libro, sotto Natale, unendoci una delle creazioni di mia sorella, che è appunto una creativa… professionale. Proporlo magari in una specie di confezione regalo, che ne so… Insomma, sono convintissima che, piattaforma o non piattaforma, poi ci si dovrà dare un gran daffare per promuovere il proprio “prodotto” in fase di lancio ma anche dopo, per tenerlo vivo. E a quel punto conta un tipo di creatività che va oltre la scrittura. A meno che, ovviamente, non si faccia il colpaccio con l’editore grosso, ma grosso per davvero.
Cooomunque: facendomi qualche giretto a casa tua, mi sono resa conto dell’affetto con il quale ti si rivolgono le tue commentatrici, il che mi ha fatto pensare che con le persone ci sai fare <3 e con tre libri hai già un tuo bel seguito. Nel tuo caso penserei più a un hosting di tua proprietà, per essere, come si diceva, "padrona in casa tua", non rischiare di perdere i tuoi materiali e poter installare magari un bel negozio virtuale per le tue creature 🙂 Una pagina carina da cui acquistare con un click e via, sia tramite piattaforma, sia - se i diritti lo consentono - direttamente da te. Ci sono dei plugin che lo consentono e che sul sito WP gratuito non girano, purtroppo. Poi ci metterei la casella per la raccolta degli indirizzi email, sulla quale scriverò il prossimo articolo.
Bacione anche a te :*
Marco amato dice
Una sola nota sull’acquistare il libro sul proprio sito. Non si può fare. Secondo le normative fiscali diventerebbe vendita al commercio. Occorrerebbe aprire partita iva e posizione inps (3.400€ l’anno circa).
A mio giudizio è follia, ma purtroppo è così. Occorre sempre far vendere il prodotto a soggetto terzo. 🙁
Serena dice
Argh. Come sempre, lo Stato trova il modo di uccidere ogni tipo di iniziativa imprenditoriale? Ma bene. 🙁
Daniele dice
Non credo che sia così, ho intervistato una commercialista nel mio blog e non ha parlato di aprire partita IVA.
Marco Amato dice
Ciao Daniele,
Sì ricordo l’intervista, sono un tuo lettore fedele 😉
Ma in realtà la commercialista ha risposto evasivamente proprio perché una risposta certa non esiste.
L’intervista è qui: http://pennablu.it/vendere-libro-blog/ In particolare alla tua domanda lei dice: “Per quanto riguarda invece la normativa fiscale italiana, come spesso accade in materia, non esiste purtroppo una regola valida in assoluto. Ci sono varie casistiche e peggio ancora varie interpretazioni.”
Cosa sta dicendo? Sta dicendo che la legislazione fiscale italiana è un carrozzone incasinato dove certezza non ve ne sono. Io quando ho deciso di aprire la mia attività online ho avuto serie e complicate difficoltà a trovare un commercialista che capisse come funzionava la mia attività. Nella mia città nessuno. Una cosa banale per noi, gestire blog e siti e avere ricavi con la pubblicità. Ma la cosa tremenda è che non esiste un codice Ateco che definisce questo tipo di attività. Il legislatore non l’ha previsto.
Tutte le attività possono operare tramite codice Ateco. Se ad esempio tu hai un codice Ateco per realizzare siti internet in teoria non puoi mettere pubblicità o link di affiliazione. Per trovare un commercialista che riuscisse a inquadrarmi sono andato nei forum di settore. Il mio commercialista si trova a mille chilometri da me, per intenderci.
E venendo al quesito la commercialista da te interpellata dice:
“Caso 2) Stessa casistica ma NON c’è nessuna organizzazione strutturata né attività professionale già esistente. La partita iva non è obbligatoria.”
Qui c’è la fregatura. Se tu vendi Ebook sul tuo sito (a prescindere se li hai scritti tu) cosa significa organizzazione strutturata o attività professionale? Buco nero dell’interpretazione. Una agenzia dell’entrata potrebbe dire A. Un’altra B.
Tu dici se ho il blog non sono mica un’azienda. Purtroppo dipende. Perché con assoluta certezza in caso di accertamento i funzionari non ne capiranno nulla della tua attività. Loro ti contesteranno, ma lei hai un blog. Paga un canone annuale per mantenerlo. È visibile tutti i giorni. Quindi è un’attività continuativa. Per mandare il file dell’ebook richiede una certa organizzazione. 1) Ricevere il pagamento. Devi avere un conto bancario o un conto Paypal. Quindi capacità tecniche di implementazione e contabili. Non solo, devi mandarglielo. Se l’ebook viene scaricato in automatico, altra implementazione tecnica. Se lo mandi tu in allegato, richiede comunque una tua organizzazione affinché ogni cliente riceva il proprio ebook.
E comunque questi soldi che tu incassi devi dichiararli. Come si dichiarano? Sotto i 5 mila euro potresti dichiararli come redditi diversi. Ma i redditi diversi valgono se non svolgi attività continuativa. E un blog aperto 365 giorni l’anno è attività continuativa per loro.
Posso garantirti che se un commercialista (che non sa come funzione un blog) scopre queste peculiarità ti consiglierà di non vendere sul tuo blog. Puoi andare incontro a sanzioni e contenziosi complicati.
Senza parlare che se vendi ebook sul tuo blog potrebbe saltarti pure la tassazione dei diritti d’autore, vantaggiosissima, per la costosissima tassazione irpef.
Essere in regola in Italia è un affare complicatissimo e sempre incerto. Ti faccio solo un esempio. Se vai alla presentazione del libro di un autore, mettiamo un circolo, quindi non una libreria che emette scontrino fiscale, a fine o inizio serata l’autore consente di acquistare il suo libro. L’autore mette in tasca i soldi che ne ricava. La maggior parte degli ignari autori non lo sa. Ma questo gesto si configura come pure e semplice evasione fiscale.
Io non sono un commercialista. Ma posso garantirti che le cose sono complesse, in Italia con tutta l’onesta possibile si vive in nebulose di incertezza. E se permetti il mio giudizio, ho subito e subisco torti di cui ne sono schifato e indignato.
sandra dice
Di lavoro, guarda te le sfiga 😀 mi occupo di adempimenti fiscali e so per certo che se c’è un margine di incomprensibilità nella normativa, e spesso c’è, e lì che si infileranno gli organi competenti per comminare sanzioni. E’ davvero un terreno scivoloso, pieno di insidie e basta poco per cascarci. A meno di vendere tutto in nero, ovvio, a quel punto occorre evitare di esporsi troppo con la “mercanzia!” bacio
sandra dice
Grazie, sì, credo di saperci fare con la gente, poi è chiaro non si può piacere a tutti, ma l’affetto è palpabile e spesso ho avuto riscontri concreti in tal senso.
Marco Amato dice
Ottimi consigli, ma io il blog non lo apro lo stesso. 😉
Il sito autore? Hai fatto caso che i siti autori sono tutti noiosi?
Prova: Veronesi, la Mazzantini, Baricco… ah no, Baricco nemmeno lo ha e generosamente la Feltrinelli ne ha fatto uno per lui. Cercali tutti. De Carlo, Paolo Giordano… sfoglia sfoglia… Me li son studiati tutti.
Sono noiosi e tristi. Roba che se anche ami l’autore ti cala la palpebra dopo un minuto. Se reggi per un minuto.
Beh mi son detto vado dagli scrittori americani, lì sì che c’è gente sfavillante, da milioni di copie e marketing supermegagalattico.
Connely, Patterson, Grisham. Ricala la palpebra. Patterson è il più simpatico con i travestimenti accanto al logo.
Ora io non dico che il sito dell’autore debba essere una pagliacciata comica. Ma quello che manca in tutti questi cos’è?
Anima, passione, emozione.
Dove sono rintanate le emozioni che hanno suscitato i romanzi? Dove si trova la voglia di condivisione? Di dire al mondo (social) guardate io ho letto questo!
Sono contenitori informativi vuoti e sterili. E allora qual è la soluzione?
Beh la risposta io ce l’ho. O almeno tento di darla e soprattutto di crearla nella mia piattaforma. O per meglio dire, nelle mie piattaforme. Vedremo.. ma nonostante i guru non predichino altro, io il blog non lo apro lo stesso 😉
P.s. Che dici sono stato abbastanza insolente con i grandi scrittori? 😀
Serena dice
Tu sei un ragazzaccio insolente 😛 E se non ti fai il blog, mi spieghi di grazia come pensi di tenerti in contatto con i tuoi lettori? Solo social? Oppure li costringi tutti a disturbarti come faccio io? XD
Immagino che tu abbia la soluzione, anzi, ne sono sicura, e spero di vederla presto. E, parlando seriamente, non vedo l’ora di vedere i risultati del tuo progetto.
(Quanto al resto, ti rispondo appena riesco, ieri sera ero cotta come un pizza. E anche tutta presa nell’adorazione della stampata della mia prima bozza *_* )
Marco amato dice
Che bello essere definiti ragazzacci insolenti.
Una sera scrissi i miei punti cardine sulla scrittura. Il primo che mi venne fu ‘irriverenza’.
Irriverenza verso i dogmi e gli schemi, al già detto, agli altari, gli scranni e a tutto il sapere ripetuto a pappagallo. A chi dice… Va beh credo d’aver reso l’idea… 😀
Come farò io? Visto che me lo chiedi ti butto un accenno.
La mia parola d’ordine è ‘concept’.
La piattaforma online deve essere un’estensione web del romanzo. La casa del romanzo. Il punto di riferimento dove far confluire i lettori, creare interazione e condivisione. Il baricentro e la linfa dei social.
Sul sito occorre ricreare le atmosfere e le emozioni percepite nel romanzo. Deve diventare il punto di ritrovo per chi già ha letto e il punto di partenza dove i futuri lettori possano diventare tali. La piattaforma deve essere caratterizzata, avere un’identità che la differenzi da mille altre.
Questo detto sommariamente. C’è molto di più.
Un blog non può fare questo. Qualcuno dirà che quel che ho in mente è difficile. Io rispondo che non è difficile, è tremendamente complicato. Il fiasco è la cosa più probabile.
Tutto va fatto con cognizione, senza strapparsi le vesti per i fallimenti. Anzi, dagli errori si impara e ottimizza.
Ma se si vuol concepire davvero una promozione diversa, innovativa, 2.0 fra lettori e scrittore, se si vuol impiantare il marketing che piace a me, dove non dici mai, compratevi questo romanzo, ma che il tutto sia lì naturale per far sorgere stimoli, curiosità, generare interazione.
Ecco adesso vorrei fare il ragazzaccio insolente facendo la linguaccia a Dante, ma forse è meglio che mi taccia. 😉
P.s. Sì a me occorre stanarmi, ma chi lo fa è sempre il/la benvenuto/a nel mio mondo.
Serena dice
Ho una parola sola: POTTERMORE. Ho fatto centro?
Marco amato dice
Non ti dico bingo perché lì parliamo di un brand tra libri e film mondiale. Nella mail che poi non ti ho mandato spiegavo proprio il mio concetto di nicchia di mercato che, ai tempi mi ha spinto a lasciare il certo lavoro del negozio per l’incerto, secondo i detrattori, lavoro sul web.
Però una cosa mi è chiara. Non esiste una formula unica. Ma la piattaforma va dosata sulla tipologia di romanzo. Da ciascun libro occorre trarre le caratteristiche peculiari.
In questo campo certezze non ce ne sono. Se sul web si naviga, siamo esploratori con la prua verso l’ignoto. 😉
Daniele dice
Sul nome hai ragione. Io ho alla fine ho chiuso il mio danieleimperi.it, che ora reindirizza su pennablu. Danieleimperi.it diventerà un sito-biglietto da visita, quando avrò tempo e voglia di creare il progetto.
Meglio il .it, perché appunto siamo italiani e non americani.
D’accordissimo sul comprare un dominio e non restare su blogspot.com e il wordpress.com (PS: inutile usare metodi per evitare il copia sulla pagina, perché con Ctrl+U lo aggiro ;P).
La storia dei social non regge, secondo me, anche lì non sei a casa tua e devi rispettare certe regole. Esempio estremo: Facebook non vuole nudi. E se tu pubblichi un libro erotico con copertina osé? Rischi che FB ti cancelli il post e ti sospenda il profilo. Come ha fatto a un mio amico che pubblicava fumetti erotici.
Serena dice
Ci sono esempi clamorosi di social che hanno chiuso o cancellato account così, a muzzo, oppure a ragion veduta – secondo le loro regole – ma senza che vi fosse un vero danno per qualcuno, se non il titolare dell’account. Darren Rowse, quello di Problogger, si è visto chiudere (e poi riaprire con tante scuse, per fortuna) il canale Youtube; grazie al suo sito personale e alla sua mailing list ha potuto contattare i suoi fan (clienti? Simpatizzanti? Lettori? Fedelissimi? Chiamali come vuoi…) e spiegare che non è un criminale. Così ha contenuto i danni.
(quanto alla copia dei contenuti, GNE’ GNE’ GNE’! :p )
Grazie per essere passato, e anche per la tua approvazione. Non sto più a dirtelo, dalla prossima volta, perché tanto lo sai, ma oggi ti dico ancora che il tuo parere per me è importante.