Benvenuti all’ottavo giorno del laboratorio di Fiction University: Dall’idea al romanzo in 31 giorni. I primi dodici giorni si concentreranno sullo sviluppo della storia e sulla realizzazione di tutte le componenti, in modo da poter costruire più facilmente la trama dell’intero romanzo.
Oggi ci occuperemo degli archi di evoluzione dei personaggi, e la prima grande domanda alla quale devi rispondere è:
Ti serve davvero un arco del personaggio?
Molti romanzi hanno un arco del personaggio, ma non tutti. Alcuni generi come thriller o mistery si focalizzano sulla risoluzione della trama esterna, e il protagonista non cresce o cambia nel corso del romanzo. Questo è vero in particolare per le serie. Se non sei certo che la tua idea ricada in un genere che non necessita di un arco del personaggio, chiediti:
- La storia riguarda più la trama che il personaggio (come in un assassinio, un’avventura, o un attacco imminente)?
- Ciò che importa è quel che il protagonista deve fare, più che quello che è (come per un detective, un agente segreto ecc.)?
Comunque, quando decidi di non avere un arco del personaggio riflettici molto bene. È facile pensare “Non mi serve perché la mia trama è fichissima e quello è il cuore della storia”, e finire poi per avere un protagonista a caso che sembra più un attore su un palcoscenico che un personaggio con un problema. Se invece hai scelto di avere un arco del personaggio, allora sviluppiamolo.
Sviluppare l’arco del personaggio
Un “arco del personaggio” è la lotta interna e il processo di crescita che il personaggio compie nel corso del romanzo, tale da cambiarlo in qualche modo. Di solito è legato al conflitto interno, in modo che ciò che egli fa (la trama) cambia ciò che è (arco del personaggio). A volte può essere confuso con la motivazione del personaggio (che si preoccupa di qualcosa e agisce in modo di prevenire quel qualcosa) ma perché il personaggio agisce è altra cosa da come cambia a causa delle proprie azioni. La motivazione provoca le azioni. La crescita è il risultato delle azioni.
Gli archi possono assumere diverse forme. Alcuni scrittori li progettano proprio come fossero trame, e conoscono ogni passo che il personaggio deve fare per raggiungere la sua situazione finale. Altri lasciano che sia il personaggio a condurre il gioco e stanno a guardare dove arriva. Entrambi i modi sono accettabili.
Quasi tutti i romanzi terminano con un protagonista in qualche modo cresciuto, ma non tutti i protagonisti ne hanno bisogno. Le serie più lunghe spesso hanno un protagonista che resta uguale, perché tornare a trovare un vecchio amico fa parte del piacere del lettore. Ma se il punto, nel libro, è proprio qualche tipo di cambiamento personale, allora conoscere bene quel cambiamento vi aiuterà a farlo accadere. E io penso che anche in una serie sia una buona idea avere un po’ di crescita. Vedere un personaggio che continua a ripetere gli stessi errori tutto il tempo viene presto a noia ed è poi difficile da prendere sul serio.
Tuttavia nessuno cambia per il puro piacere di farlo. Qualcosa ha costretto quella persona a rivedere il proprio comportamento e comprendere che ha bisogno di cambiare qualcosa. Probabilmente ha sofferto. A volte la sofferenza è sopportabile, se il cambiamento è piccolo, come per esempio essere più gentile con i colleghi di lavoro, ma per un grande cambiamento l’incentivo deve essere davvero valido. Se il protagonista si deve evolvere in modo importante, gli eventi che provocano quel cambiamento devono essere altrettanto potenti.
Gli archi dei personaggi spesso comportano che si q il protagonista esercitare il comportamento che deve essere cambiato, con un risultato disastroso. Poi invece farà la cosa giusta e ne sarà ricompensato. E non lo fa da solo – qualcuno o qualcosa agisce da catalizzatore e obbliga il personaggio a confrontarsi in modo crudo con se stesso e la propria vita.
Inoltre il cambiamento agisce in due sensi. Un rinforzo negativo può avere risultati positivi, ma le cose brutte possono anche allontanare il personaggio dal cambiamento che deve fare. Si tratta di un brutto momento, durante il quale egli cede e si chiede se tutto ciò vale la pena. Ci potrebbero essere diversi brutti momenti prima che il cambiamento si verifichi.
Se egli si arrende, potrebbe ribellarsi o fare qualcosa che in effetti lo fa cambiare ma non nel modo giusto. Potrebbe scatenarsi, fare qualcosa solo perché sa che non dovrebbe. Potrebbe fare l’opposto di quel che dovrebbe, per dimostrare che non deve fare per forza qualcosa nel modo di qualcun altro.
È molto probabile che l’arco del personaggio si connetta al tema del romanzo o anche alla premessa, perché la crescita del personaggio è un ottimo modo per dimostrare il Tema.
Cose da tenere in considerazione quando si crea un arco del personaggio:
- Come vuoi che finisca il personaggio?
- Quando deve soffrire per compiere questo cambiamento?
- Chi o cosa provoca questo cambiamento?
- Come potrebbero essere i cambiamenti in peggio?
- In che modo il personaggio potrebbe crescere nella direzione opposta?
- In che modo il cambiamento riflette la premessa o il tema?
Esercizio: Descrivi in che modo i tuoi personaggi principali potrebbero crescere o cambiare nel corso del romanzo.
Sii vago o preciso secondo le tue necessità, in questa fase. Potresti per esempio sapere che il protagonista deve “imparare ad accettare i propri limiti” ma non esattamente come lo farà. Sai però che il tuo arco consisterà nel venire a patti con i propri limiti personali. Sei libero di creare archi per tutti i personaggi principali, e scrivere tanto quanto senti di averne bisogno, tanto o poco che sia.
Questo step è approfondito nel libro di Janice Hardy Plotting your Novel – Ideas and structure.
L’articolo fa parte della serie “Dall’idea al romanzo in 31 giorni” creata originariamente da Janice Hardy sul suo sito Fiction University.
Questa traduzione è stata autorizzata dall’autrice.
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