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Serena Bianca De Matteis

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Giorno 26: La catastrofe nel II Atto

26 Ottobre 2018 di Serena Lascia un commento

La catastrofe nel II atto
Sviluppare la “catastrofe” nel II atto

Oggi consideriamo la fine del II Atto e il momento in cui la situazione precipita. Il disastro nel II atto si ha quanto tutto va storto per il protagonista. Il Grande Piano per Salvare il Mondo fallisce miseramente e il protagonista è messo peggio che in ogni altro momento del romanzo. La posta in gioco si è ulteriormente alzata e il tutto sembra impossibile da gestire.

Spesso, qualunque sia la bugia che il protagonista ha raccontato a se stesso (o ciò che credeva vero) è ridotta in pezzi, e lo costringe ad affrontare la verità, per quanto terribile. Se la forza antagonista era un segreto o un mistero, a questo punto se ne scopre l’identità, spesso con effetti devastanti. Anche se l’antagonista è sempre stato chiaro, vengono rivelate nuove informazioni che fanno sembrare insormontabile il problema.

Parlando in cliché, è l’oscurità prima dell’alba.

Perché è importante il disastro del II atto: perché è qui che entra in gioco l’arco del personaggio. Il difetto fatale del protagonista fa sì che le cose si evolvano peggio di quanto ci si aspettava, e ora deve superare quel difetto per avere successo. E’ qui che i personaggio di solito affrontano i propri demoni interiori e ne escono vincenti, il momento in cui tutto è perduto ed essi devono scavare in se stessi e scoprire chi sono realmente.

Elementi chiave del disastro del II Atto

  • Spesso è creato dal protagonista stesso, che non ha imparato le lezioni che doveva imparare nel suo arco del personaggio
  • Getta il protagonista nel momento del “tutto è perduto”, dove egli perde ogni speranza
  • Lo costringe a scavare in se stesso e dirsi chi è e cosa vuole

Per tutta la parte centrale, il protagonista ha tentato e fallito, ha sofferto la pressione esercitata su di lui, ignorato il proprio limite personale e le lezioni che la trama cercava di insegnargli. Proprio quando la storia è nel suo momento più buio, egli agisce in un modo che causa un fallimento catastrofico (regolate per adattare alle dimensioni ed obiettivo della storia: ciò che è catastrofico in una storia di fantascienza epica non lo è in un romance).

Questo disastro scatena due momenti classici dello storytelling – il momento “tutto è perduto” e la “notte oscura dell’anima”. Sono entrambi dei punti di svolta critici, per la trama esterna e per l’arco del personaggio, e spesso qui i due archi si fondono in uno solo.

Tutto è perdoto [the All-is-Lost Moment]

Tutto ciò che il protagonista ha tentato fino ad ora è fallito. Egli pensa di se stesso il peggio e ci crede fermamente, e non vede modo di vincere o risolvere i suoi problemi. Ha perso ogni speranza, vuole mollare tutto e sgattaiolare via nel fallimento e nella disperazione.

La notte oscura dell’anima [ the The Dark-Night-of-the-Soul Moment]

Questo momento si verifica al punto più basso della disperazione del protagonista. Non deve essere una vera notte [… , n.d.t.] solo un momento lungo quanto vi piace in cui il protagonista è costretto a esaminare la sua vita e le sue scelte e ad accettare come si è ridotto a questo punto. Poi riesce a scavare a fondo, rimettere insieme i cocci, e immaginare cosa deve fare dopo tutto ciò. Non è veramente senza speranza, ma deve sacrificare qualcosa(può trattarsi di diverse cose, da un vero e proprio sacrificio fino ad abbandonare una convinzione o un dubbio su di sé). Ha imparato la lezione e adesso sa cosa deve fare.

This moment occurs at the very bottom of the protagonist’s despair. It doesn’t have to be an actual night, just a moment (whatever length you choose) where the protagonist is forced to examine his life and his choices and accept how he got to this point. He then manages to dig deep down, gather himself up, and realize what he has to do after all. It isn’t truly hopeless, but he’ll have to sacrifice something. (This can be any number of things, from a literal sacrifice to abandoning a belief or self doubt.) He’s learned his lesson and he now knows what to do.

Cose da tenere presenti quando si studia il la catastrofe del II Atto:

  1. Che cosa farebbe desiderare al protagonista di mollare tutto?
  2. Come potrebbe essere inserita nella storia?
  3. In che modo il protagonista potrebbe arrivare a questo punto? Che eventi devono accadere prima che si verifichi?
  4. Qual è il difetto principale del protagonista? [questo secondo me sarebbe da sapere prima, n.d.t.]
  5. In che modo questo difetto potrebbe far fallire il protagonista o condurlo incontro al fallimento?
  6. Quale consapevolezza deve acquisire il protagonista per tirarsi fuori dalla “notte oscura dell’anima”?
  7. In che modo il protagonista potrebbe mettere in pratica questa nuova consapevolezza? In che modo essa potrebbe cambiarlo?

Esercizio: descrivete cosa va storto o in che modo il protagonista fallisce, e come questo lo mette in movimento verso il climax

Siate dettagliati o vaghi quando desiderate. Ragionate su come questa scena potrebbe condurre al climax del romanzo. Se non sapete quanto scrivere, compilate da uno a tre paragrafi in cui dite in che modo il difetto del protagonista lo ha condotto a questo momento, cosa va storto, come questo lo conduce al momento in cui tutto è perduto, come si sente e come reagisce, quando si sente disperato durante la “notte oscura dell’anima”, e con quale nuova comprensione riesce a tirarsi su e mettere insieme un nuovo piano. Potete scrivere di più e continuare con lo svolgimento della trama fino al prossimo punto di svolta.

 

Questo step è approfondito nel libro di Janice Hardy Plotting your Novel – Ideas and structure.

L’articolo fa parte della serie “Dall’idea al romanzo in 31 giorni” creata originariamente da Janice Hardy sul suo sito Fiction University.

Questa traduzione è stata autorizzata dall’autrice.

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