Mi sembra una vita che non scrivo di tecniche della narrazione, ma torno volentieri a farlo – e anche ad appassionarmici un po’ – a seguito di questa email che ho ricevuto:
Buongiorno Serena, mi chiamo S****** e grazie a te ho iniziato a utilizzare il metodo del fiocco di neve. Vorrei chiederti un chiarimento perché immagino tu lo riesca ad utilizzare con profitto: fin da subito il metodo propone di scrivere la trama generale della storia e poi una descrizione dei personaggi con le loro linee narrative. Io credo di far confusione qui. A me viene da creare la storia sui personaggi e quindi descrivendo le loro linee narrative praticamente scompongo lo trama principale espandendola un po’. Forse devo creare una trama che racconti una storia e le linee narrative dei personaggi sono storie personali che non hanno a che fare con quella principale, ma con questa si intersecano?
Ciao, S. 🙂 Ti rispondo qui perché credo che l’argomento possa interessare ad altri.
Per chi non conoscesse il Metodo del Fiocco di Neve, in inglese lo Snowflake Method :
Si tratta di un metodo pratico per la costruzione di un romanzo. Un’opera di narrativa lunga oltre 50.000 parole è un progetto complesso che richiede un’accurata pianificazione per avere la (ragionevole) certezza di essere portato a termine. Come qualsiasi altro progetto complesso. C’è chi ritiene che si possa scrivere senza progettare prima; io personalmente sto dalla parte dei pianificatori, senza se e senza ma, ma non abbiamo tempo di parlarne adesso.
Se volete leggere l’articolo originale di Randy Ingermanson, cosa che io consiglio sempre, lo trovate qui. Se l’inglese non è il vostro forte, trovate la mia traduzione qui. Se volete acquistare un libricino simpatico che spiega il metodo strappandovi un sorriso, potete acquistare questo qui su Amazon. Ovviamente è in inglese, ma se avete voglia di impegnarvi a leggerlo, il gioco vale la candela.
Il Metodo del Fiocco di Neve funziona per espansioni successive: questo significa che si parte da un’idea di base che viene sviluppata e stratificata fino ad ottenere una sinossi completa dell’opera, dettagliata fino al livello della singola scena.
Il nostro Randy suggerisce un percorso passo passo che si può riassumere così:
- Scrivi la logline
- Scrivi in un solo paragrafo la struttura in tre atti
- Scrivi in un paragrafo l’arco di trasformazione dei personaggi più importanti (in realtà l’arco del personaggio è una faccenda più complessa, ma passatemi il termine per stavolta).
- Espandi il paragrafo del punto 2 in un riassunto della tua storia
- Scrivi per ogni personaggio principale una sinossi della storia dal suo punto di vista (una paginetta per i protagonisti, mezza per gli altri)
- Espandi le sinossi aggiungendo i dettagli e modifica i documenti precedenti dove è necessario
- Espandi l’arco di trasformazione in una mappa completa di ogni personaggio
- Prendi le sinossi del punto 6 e compila un elenco delle scene
- (facoltativo) Scrivi una descrizione di ogni scena
- Ora puoi cominciare la prima stesura.
Che americanata, vero? Scrivere un romanzo passo per passo ragionandoci su? E l’ispirazione dove se ne va a finire? Andate a vedervi questo filmato su Youtube e avrete delle sorprese. Anche quello successivo della serie merita qualche minuto della vostra attenzione.
Il terzo passaggio del metodo del Fiocco di Neve riguarda, appunto, i personaggi.
Randy suggerisce di preparare per ciascuno di loro questa scheda:
- Il nome del personaggio
- Una singola frase che riepiloghi la linea narrativa del personaggio
- La motivazione del personaggio (che cosa vuole in astratto?)
- L’obiettivo del personaggio (che cosa vuole, in concreto?)
- Il conflitto del personaggio (che cosa gli impedisce di raggiungere il suo obiettivo?)
- L’epifania del personaggio (che cosa imparerà, in che modo cambierà)
- Un riassunto più dettagliato (un paragrafo) della sua linea narrativa.
Rispondere a queste domande è estremamente utile – e non così semplice come può sembrare – non solo in fase di progettazione della storia ma anche dopo, in fase di revisione, riscrittura, editing. Vi faccio un esempio personale.
Sono all’incirca alla QUINTA revisione del seguito di “Buck”. Non sono mai contenta, mi manca sempre qualcosa per essere soddisfatta. Stavolta si procedeva abbastanza bene, ma mi sono incastrata su una scena centralissima e cruciale. Di nuovo. Perché non mi piace mai, o almeno così credevo. Non è vero: il problema non era che non mi piaceva, il problema è che non avevo chiaro in testa che cosa doveva succedere e perché. E in effetti per questo libro ho cominciato troppo presto la stesura, prendendo alla leggera proprio le motivazioni dei personaggi. Ieri, mentre riflettevo sulla risposta da dare a S., mi sono messa a riflettere sulle domande di cui sopra, ho risposto e ho scoperto delle cose interessanti, alcune risolutorie: quasi mi mettevo a piangere dalla gioia XD. Se va tutto bene, nei prossimi giorni scriverò questa scena e così il resto della revisione dovrebbe scivolare via più facilmente (quindi, caro S., non ringraziarmi per questa risposta, in realtà sono io che devo ringraziare te perché mi hai costretta a riprendere i fondamentali).
Per tornare alla domanda iniziale, S. si è già già in parte risposto da solo, perché sì, è più o meno vero che
le linee narrative dei personaggi sono storie personali che non hanno a che fare con quella principale, ma con questa si intersecano
però:
- Una parte della storia personale del protagonista È la storia principale; sei tu a decidere su quale parte punterai i riflettori.
- Noi sappiamo dei nostri personaggi molto, molto di più di quanto effettivamente ci servirà per scrivere il romanzo. Dobbiamo fare molta attenzione a non esagerare con i dettagli, perché chi ci legge non perda il filo della narrazione e il senso dell’orientamento. Come sempre, è una questione di dosi.
- Una storia non esiste senza un protagonista e almeno un altro personaggio. Su chi possa essere questo secondo personaggio si sono scritti volumi, ma di nuovo non è questa la sede per approfondire. Basti per ora dire che il protagonista non esiste nel vuoto, e quindi una storia è principalmente il modo in cui il personaggio principale si relaziona agli altri.
E qui scopriamo un limite abbastanza importante del Metodo del Fiocco di Neve.
Quando Randy parla dei personaggi non mette, a mio parere, abbastanza in evidenza l’importanza della relazione tra i personaggi, tema questo su cui invece ho avuto modo di riflettere frequentando dei laboratori online. Mi sento di consigliare in particolare quello di Laura Baker, che insiste molto sulla costruzione di queste relazioni. Segnalo molto volentieri che la prossima edizione di questo laboratorio si terrà a febbraio 2018 e, se conoscete l’inglese, è un’ottima occasione di apprendimento (se volete altre info scrivetemelo nei commenti).
Un suggerimento pratico
per S. e anche per me stessa, già applicato con grande soddisfazione. Invece di costruire una singola scheda personaggio, costruite una griglia. Come? Per esempio così:
Nel mio caso, Anna è l’antagonista di Heath, quindi affiancare le loro due schede non solo è necessario, è fondamentale. In generale, comunque, accostando ( anche proprio fisicamente, su un foglio) motivazioni, obiettivi e conflitti dei personaggi emergono i punti di contatto e i punti di scontro; questo è essenziale per mettere in chiaro – soprattutto nella mente di scrive – qual è il conflitto principale della storia. E senza conflitto, lo sappiamo tutti, non esiste la storia.
Una volta chiaro il conflitto principale, caro S., ti sarà anche più chiaro qual è il nucleo principale della storia e, dei vari personaggi, che cosa tenere e cosa lasciar andare.
Il Metodo del Fiocco di Neve è altamente personalizzabile.
Come Randy stesso ripete in continuazione, il sistema si integra perfettamente con degli adattamenti alle esigenze individuali. Si deve prendere quello che funziona e lasciare quello che non funziona; ciò che conta è che non si sprechi il potenziale di una buona idea vagando nel vuoto senza una meta. Per me, utilizzare una griglia completa il sistema in modo egregio.
Spero di essere stata utile 🙂
Hai già scaricato la tua copia gratuita di “Buck”?
…fallo, prima che io cambi idea XD
stefano dice
Grazie Serena,
me lo sono letto più volte e devo dire che ho un’idea più chiara della situazione 😀
Ora sono su un racconto/tesi da un po’ che finirò a breve, poi mi ributto sul mio amato romanzo che rivedrò alla luce di queste nuove info.
S.
Serena dice
Tienimi al corrente 🙂 Lieta di esserti stata utile, anche solo un pochino!
Barbara dice
Mozzi ha sempre ragione! Ho iniziato a scrivere l’idea nel 2012 (prima dei manuali di scrittura, prima dei racconti, prima del blog… troppo prima), poi mi sono fermata a guardare bene l’idea e adesso faccio una fatica terribile a riprendere in mano quanto scritto (mettiamoci anche problemi di tempo, lavoro e famiglia e facciamo l’en plein).
Ma ce la farò, con lo storyboard e le schede personaggi, sto mettendo ordine. 😉
Serena dice
Già… lui dice che la scrittura è appiccicosa, quanto ha ragione! Come dicevo a Grazie, io sto soffrendo come un cane per non aver sistemato prima alcune cose e in certi momenti butterei via tutto.
Anche le mappe mentali aiutano, io ne faccio una ogni volta che devo riflettere su un aspetto della storia.
Scusami anche tu per questo infinito ritardo nella mia risposta, è che davvero in questo periodo non so dove sbattere la testa… Credo che la mia storia sia diventata “appiccicosa” anche per questo, perché non riesco a lavorarci su in pace senza essere interrotta dopo poco
Grazia Gironella dice
Ho finalmente letto il libro di Ingermanson e ho deciso di usare il metodo Snowflake per la mia nuova storia (nel mio ultimo post ho linkato il tuo articolo in merito). Sono più o meno al punto 4, dopo un paio di quadernoni di appunti senza struttura, e già ho avuto modo di fermarmi per mettere a fuoco alcuni elementi della storia che stavo dando per buoni senza rifletterci abbastanza. Per me è importante poter spostare all’inizio il grosso delle modifiche, perché me la cavo bene con la revisione (pazienza puntigliosa, ne sai qualcosa anche tu!) ma detesto riscrivere capitoli interi. Quando sento dire che alcuni autori riscrivono completamente il testo più volte, mi sento male… perciò, prima aggiusto il tiro e meglio è. Sono molto curiosa di mettere alla prova me stessa e il metodo su questa storia. 🙂
Serena dice
Ciao bella, prima di tutto scuse e ringraziamenti: scusa per non avere risposto prima, e grazie per il link ^^
Io credo che ti troverai bene, anzi ho letto da qualche parte che per ora ti trovi bene. E se qualche passaggio – come sembra anche a me – ci sembra ridondante, basta saltarlo e personalizzare il metodo, come anche Randy consiglia. L’importante è avere tutto chiaro, e te lo dice una che a) soffre come una cane in fase di revisione b) sta pagando proprio ora l’errore di avere cominciato a scrivere prima che fosse tutto chiaro nella trama (in particolare, sto litigando con una sottotrama, la revisione si allunga e io ho sempre più voglia di mandare tutto a ramengo).