Ora non ricordo che mese fosse e come sia nato il discorso, ma mi ricordo che qualcuno, in uno dei miei gruppi WhatsApp, pubblicò un video di Crozza che fa lo chef vegano (non perdo tempo a linkarvelo, cercatevelo voi se proprio ci tenete) e parla delle carote che soffrono, o qualcosa del genere.
Io all’epoca ero carnivora. Sono stata vegetariana “seria” per tre anni, assieme al mio compagno, e poi abbiamo mollato per una serie di motivi che si possono riassumere, alla fine, in una parola sola: pigrizia.
Però mi dà proprio fastidio, in generale, veder prendere in giro le persone e le loro motivazioni. Così mi sono messa di buzzo buono a cercare materiale per rispondere in modo documentato. Perché i vegani hanno le loro ragioni, sapete, tra cui NON rientra la sofferenza delle carote.
Cercavo documentari o articoli scientifici, come faccio sempre quando sento idiozie prive di fondamento scientifico: provo a interloquire considerando che la persona che ho di fronte sia in grado di ragionare, cosa per niente scontata.
Sono arrivata dritta dentro a un incubo che non ricordavo, e che dormiva nella mia coscienza in attesa di svegliarsi e svegliarmi. Cose che sapevo, ma non sentivo. Le ho sentite.
In questo video un perfetto riassunto di tutto.
Non volevo convertire nessuno, solo ragionare, ma mi sono convertita io. È da quel giorno che non tocco più un pezzo di carne, e non sono neanche tornata vegetariana: vegana dritta dritta e senza passare dal via.
Non mangio più derivati animali di alcun genere e nemmeno il miele, e se ci fosse tempo vi spiegherei il perché (spoiler: ho parlato con un apicoltore). Non voglio più avere a che fare con tutto questo.
Quello che non è riuscito a fare il cervello – conoscere i danni devastanti procurati alla Terra dal consumo di carne – è riuscito a fare il cuore. Come dice Moby in questo Ted Talk (sottotitoli in italiano) è crollato un muro nel mio cervello. Non giudico nessuno, io ci sono arrivata dopo i cinquant’anni e posso solo tacere. Ci si deve arrivare da soli. Deve crollare il muro.
Sgarri? Sì, ogni tanto sgarro. Non ho rinunciato alla pizza del venerdì sera con la mia famiglia. La faccio io, è una specie di rito sacro, e non mi va di chiamarmi fuori. Verrà il momento in cui rinuncerò anche a quello.
Rimpianti? Solo uno, quello che molti vegani hanno in comune.
Non averlo fatto prima.
Se poi vi importa poco degli animali, ma volete comunque fare da subito qualcosa di importante, incisivo; qualcosa che, fatto da un numero sufficiente di persone ci salverebbe dall’estinzione: rinunciate a carne e derivati animali, o almeno riduceteli. Non siamo tubi gastrici, abbiamo mente e cuore. Ce la si può fare.
Per chi conosce e apprezza The Lancet, la rivista americana di medicina, questa è la dieta che ci salverà (forse). Non il Pianeta: salverà noi. Perché casomai non fosse ancora chiaro, sappiate che l’espressione “salvare il Pianeta” non ha senso. Il Pianeta tirerà avanti dopo di noi. Siamo noi che, in quanto mammiferi vertebrati, stiamo perdendo habitat ad una velocità mai vista da quando esiste la terra.
Buona Giornata della Terra a tutti!