SnK è una storia corale: esiste un Protagonista indiscusso, ma esiste sullo sfondo (mica tanto sullo sfondo) il 104° Corpo Cadetti, un gruppo di ragazzi e ragazze che si fanno amare capitolo dopo capitolo. Si segue la loro crescita, ci si appassiona a ciò che sono e che diventano poco a poco. Terminato l’addestramento, quasi tutti entreranno nel Corpo di Ricerca (Survey Corp o Scouting Legion, nelle varie traduzioni), l’unica branca dell’esercito che si spinge oltre la cerchia delle Mura. Non a caso, la loro divisa ha sulla schiena le Ali della Libertà.
I ragazzi si malediranno spesso per la scelta compiuta, già dalla Cerimonia dello Scioglimento, ma faranno sempre il loro dovere. Sono pronti a morire, ma hanno tutti una gran voglia di vivere. C’è lo stupido, l’arrabbiato, il goloso, l’impulsivo, il nanerottolo, il nerd, il comandante, il soldato micidiale, e la loro storia pregressa si intreccia in modo magistrale alla storia principale. Questo te li rende cari e così il lettore, quando ne perde uno, si comporta come loro: resiste e va avanti, per amore.
Gli Scout non hanno superpoteri, ma si muovono a cavallo e volano come l’Uomo Ragno: se volete capire come, guardatevi l’anime. L’ODM Gear è una delle trovate più azzeccate di Isayama: non vi capita mai, scrivendo una storia, di pensare “Ma perché diamine non ci ho pensato io?
2) Una ragazza che picchia come un fabbro, anzi più di una (ma questa in particolare).
Io sono vecchia, abbondantemente dell’altro secolo; quando ero piccola io, le bambine si travestivano da principesse e i bambini da Zorro o cowboy. Ho visto le cose cambiare progressivamente, fino a quando (finalmente) sono apparse eroine che non hanno bisogno di mascolinizzarsi in qualche modo per essere forti. SnK in questo è all’avanguardia: ci sono tante ragazze quanti ragazzi, a mio parere sviluppati come persone e basta. A differenza di ciò che avviene spesso negli anime, non ci sono tette giganti, vestitini succinti e relazioni improbabili. Ragazze e ragazzi operano in ruoli variegati non legati al sesso cui appartengono. Tra le soldatesse del Corpo di Ricerca alcune sono fortissime e tra loro ce n’è una per me speciale. È silenziosa, letale, quasi ossessiva nella sua devozione, impavida, pronta a tutto per proteggere coloro ai quali ha dato la propria fedeltà. Meglio non mettersi a litigare con lei o con i membri della sua famiglia un po’ particolare: Don’t mess up with an Ackerman.
3) Un intrigante, commovente Arco del Personaggio.
Questo è uno dei punti forti della storia. In SnK, come in ogni (buona) storia, possono esistere personaggi con un arco narrativo piatto – non per questo riusciti male – e altri che crescono, cambiano. Qui però gli spettatori vengono portata a seguire in particolare una certa crescita con affetto e passione. Poco a poco è come se il bruco diventato farfalla si trasformasse in un drago e noi, che avevamo imparato ad amarlo… siamo costretti dalla bravura dell’autore a continuare a farlo. Al punto da giustificare l’ingiustificabile. Anche quando il drago incendia il mondo.
4) Ci sarebbe molto altro, ma…
…ma anche se i miei lettori sono gente tosta, che regge bene gli articoli lunghi, preferisco restare in un numero decente di parole. Quindi ecco un elenco in ordine sparso di ciò che ci si può aspettare seguendo SnK: un tradimento straziante, la nascita di una regina, scelte impossibili che si devono fare per forza, un ribaltone dopo l’altro (di solito quando pensi di avere capito tutto), due o tre supersoldati di cui uno straordinariamente figo, una storia d’amore così triste che Romeo e Giulietta al confronto son due giullari, un po’ di mitologia, fiumi e fiumi di lacrime e alla fine… voglia di picchiare l’autore e tanta nostalgia.
I pilastri di una bella storia sono tutti presenti in SnK, e a un livello qualitativamente elevato. Ma di sicuro non è il riconoscimento razionale di una bella opera che mi ha fatto apprezzare quello che non esito a definire un capolavoro (sono in buona compagnia). Ho visto un video di una fan, una roba scemissima su TikTok, nel quale la tizia in lacrime si chiedeva perché amasse tanto la storia più triste che avesse mai letto. Ecco, io uguale: l’amore è un po’ un mistero! Di sicuro conta la presenza di temi che mi toccano profondamente, per esempio l’estinzione del genere umano, argomento piuttosto attuale. Inoltre SnK è una parabola dell’orrore della guerra, dà una propria risposta (abbastanza spietata) alla domanda eterna sul senso delle cose, e non manca di dipingere la meschinità degli essere umani contrapposta alla bellezza dell’amore che a volte li lega.
In SnK gli eroi sono tutti riluttanti, ma ciò che trasfigura l’assurdità, in questo mondo, sono proprio gli Eroi che hanno il coraggio di affrontarla. Quelli pronti non solo a dare tutto per il bene collettivo, ma anche per affermarsi, per essere liberi, per trovare un proprio senso. L’Attacco dei Giganti è un’apologia della libertà che sconfina nel superomismo, una libertà che probabilmente non conosciamo più: siamo troppo abituati ai compromessi, ai limiti e alla paura. Quindi ben venga che qualcuno ci rammenti che c’è un mondo sconfinato oltre le mura. Fiumi di lava, continenti di ghiaccio, distese di sabbia che ci aspettano… se siamo pronti a pagarne il prezzo.
Attualmente l’anime è visibile su due importanti piattaforme di streaming, e su un sito specializzato in Anime. Una googlatina e trovate tutto.
Se conoscete l’opera, ditemi cosa ne pensate voi e se concordate con la mia veloce analisi.
Ho liberamente utilizzato delle fanart presenti un po’ ovunque sul Web; se le riconoscete e sapete indicarmene gli autori, sarò lieta di aggiungere i dovuti crediti.
Interazioni del lettore
Commenti
Marco Amatodice
Era un tranquillo pomeriggio di quiete (o forse era mattina :P), quando ho avuto la nefasta idea di chiederti un semplice e innocuo consiglio. Erano già parecchi anni che mi sarebbe piaciuto guardare qualche anime, mondo a me sconosciuto. E tu subito: guarda Attack on Titan. Mai consiglio è stato più nefasto. Io che sono immune da qualunque binge watching, sono stato letteralmente risucchiato da questa storia. Tre, quattro, anche sei episodi al giorno. E per staccare dovevo proprio impormelo. Che dire: Capolavoro? Spettacolare? Sicuramente ci troviamo di fronte a un’opera che per immaginario collettivo e mondo narrativo può stare accanto a Star Wars, Harry Potter, Game of Thrones. L’autore, Isayama, è un piccolo genio. Riuscire a concepire una storia di questo tipo, di questa prospettiva e profondità, così giovane, è una dote poco comune.
E poi, da un punto di vista tecnico, ci troviamo di fronte a un vero e proprio manuale di scrittura. Infatti, appena usciranno gli ultimi episodi, farò un rewatch per studiare alcune dinamiche. Forse, l’unico limite è dato dal mezzo espressivo. Il manga e il il relativo anime, per molti, compreso me nel passato, vengono considerati roba da ragazzini. Niente di più falso e Attack on Titan ne è una evidente prova.
Ciao Marco, hai super ragione: il medium conta. Non solo per via del pre-giudizio che impedisce a molti di dare una possibilità alla storia, ma anche perché – oggettivamente – il medium impatta sulla stratificazione dei temi per esempio, e su altra roba. In un certo senso, una storia così è sprecata per un cartone animato. Io una serie di romanzi stile Harry Potter ce la vedrei tantissimo, ci sono un sacco di similitudini… C’è il trio ❤, e poi i vari Sasha, Connie, Jean e compagnia, da cadetti, non sono molto diversi dagli studenti di Hoghwarts. Pensa a quanto è simile, in un certo senso, anche il cambiamento di tono. Sempre più cupo in Harry Potter fino a parlare esplicitamente di morte alla fine, e in AoT… che te lo dico a fa’ . P.S. Anche una serie di filmoni stile Avengers io ce lo vedrei… Il perfetto Erwin Smith lo abbiamo già trovato 😀
Da un punto di vista tecnico, le quattro opere che ho citato: Star Wars (trilogia originale), Harry Potter, Il Trono di Spade e Attack on Titan, sfruttano tutti la medesima backstory. I figli, ancora ignari del passato, si ritrovano ad affrontare un conflitto che ha coinvolto e ucciso i genitori. Poi chiaramente ciascuno a suo modo, ma la backstory fa da radice all’albero della storia che poi si dipana fra i vari rami. Star Wars e Harry Potter hanno personaggi statici. Cioè i protagonisti reggono l’intero arco della vicenda. I nuovi personaggi che arrivano: Un Lando Carrisi, o Luna in Harry Potter, restano comunque relegati ai margini. Viceversa Il Trono di Spade e Attack on Titan hanno personaggi a innesco. Cioè man mano che entrano i nuovi personaggi questi hanno un forte impatto sulla trama e sulle relazioni. Nel Trono di Spade Tywin Lannister e Stannis Baratheon arrivano nella seconda stagione e diventano comprimari d’eccezione. Idem l’arrivo di Oberyn Martell, la Donna Rossa e via dicendo. Probabilmente, la vera pecca del Trono di Spade nelle stagioni finali, è proprio la carenza dei personaggi a innesco. Quando man mano muoiono i principali, nelle stagioni finali non ci sono nuovi personaggi importanti e l’interesse crolla perché l’arco di trasformazione dei protagonisti si affievolisce. E in questo è superiore Attack on Titan. Perché qui l’arrivo dei personaggi a innesco è continuo e produttivo fino alla fine. Quando finalmente (SUPER SPOILER) arrivano al mare. Sembra che la vicenda abbia già detto quasi tutto. E qui Isayama cosa fa? Ti presenta tutta una nuova compagine di personaggi a innesco da lasciarti a bocca aperta. Straordinario. Sul rendere Attack on Titan film o serie, non sono convinto. Rendere realistico giganti che mangiano uomini pizzicando pop corn… la vedo un po’ dura. Però dimmi dimmi, chi hai pensato come attore per Erwin Smith?
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Era un tranquillo pomeriggio di quiete (o forse era mattina :P), quando ho avuto la nefasta idea di chiederti un semplice e innocuo consiglio. Erano già parecchi anni che mi sarebbe piaciuto guardare qualche anime, mondo a me sconosciuto.
E tu subito: guarda Attack on Titan.
Mai consiglio è stato più nefasto. Io che sono immune da qualunque binge watching, sono stato letteralmente risucchiato da questa storia. Tre, quattro, anche sei episodi al giorno. E per staccare dovevo proprio impormelo.
Che dire: Capolavoro? Spettacolare?
Sicuramente ci troviamo di fronte a un’opera che per immaginario collettivo e mondo narrativo può stare accanto a Star Wars, Harry Potter, Game of Thrones.
L’autore, Isayama, è un piccolo genio. Riuscire a concepire una storia di questo tipo, di questa prospettiva e profondità, così giovane, è una dote poco comune.
E poi, da un punto di vista tecnico, ci troviamo di fronte a un vero e proprio manuale di scrittura. Infatti, appena usciranno gli ultimi episodi, farò un rewatch per studiare alcune dinamiche.
Forse, l’unico limite è dato dal mezzo espressivo. Il manga e il il relativo anime, per molti, compreso me nel passato, vengono considerati roba da ragazzini. Niente di più falso e Attack on Titan ne è una evidente prova.
Ciao Marco, hai super ragione: il medium conta. Non solo per via del pre-giudizio che impedisce a molti di dare una possibilità alla storia, ma anche perché – oggettivamente – il medium impatta sulla stratificazione dei temi per esempio, e su altra roba. In un certo senso, una storia così è sprecata per un cartone animato. Io una serie di romanzi stile Harry Potter ce la vedrei tantissimo, ci sono un sacco di similitudini… C’è il trio ❤, e poi i vari Sasha, Connie, Jean e compagnia, da cadetti, non sono molto diversi dagli studenti di Hoghwarts. Pensa a quanto è simile, in un certo senso, anche il cambiamento di tono. Sempre più cupo in Harry Potter fino a parlare esplicitamente di morte alla fine, e in AoT… che te lo dico a fa’ .
P.S. Anche una serie di filmoni stile Avengers io ce lo vedrei… Il perfetto Erwin Smith lo abbiamo già trovato 😀
Da un punto di vista tecnico, le quattro opere che ho citato: Star Wars (trilogia originale), Harry Potter, Il Trono di Spade e Attack on Titan, sfruttano tutti la medesima backstory. I figli, ancora ignari del passato, si ritrovano ad affrontare un conflitto che ha coinvolto e ucciso i genitori.
Poi chiaramente ciascuno a suo modo, ma la backstory fa da radice all’albero della storia che poi si dipana fra i vari rami. Star Wars e Harry Potter hanno personaggi statici. Cioè i protagonisti reggono l’intero arco della vicenda. I nuovi personaggi che arrivano: Un Lando Carrisi, o Luna in Harry Potter, restano comunque relegati ai margini.
Viceversa Il Trono di Spade e Attack on Titan hanno personaggi a innesco. Cioè man mano che entrano i nuovi personaggi questi hanno un forte impatto sulla trama e sulle relazioni. Nel Trono di Spade Tywin Lannister e Stannis Baratheon arrivano nella seconda stagione e diventano comprimari d’eccezione. Idem l’arrivo di Oberyn Martell, la Donna Rossa e via dicendo. Probabilmente, la vera pecca del Trono di Spade nelle stagioni finali, è proprio la carenza dei personaggi a innesco. Quando man mano muoiono i principali, nelle stagioni finali non ci sono nuovi personaggi importanti e l’interesse crolla perché l’arco di trasformazione dei protagonisti si affievolisce.
E in questo è superiore Attack on Titan. Perché qui l’arrivo dei personaggi a innesco è continuo e produttivo fino alla fine. Quando finalmente (SUPER SPOILER) arrivano al mare. Sembra che la vicenda abbia già detto quasi tutto. E qui Isayama cosa fa? Ti presenta tutta una nuova compagine di personaggi a innesco da lasciarti a bocca aperta. Straordinario.
Sul rendere Attack on Titan film o serie, non sono convinto. Rendere realistico giganti che mangiano uomini pizzicando pop corn… la vedo un po’ dura.
Però dimmi dimmi, chi hai pensato come attore per Erwin Smith?
Prova a googlare “Chris Evans as Erwin Smith”… Ti si spalanca un mondo C’è pure una petizione!