1 novembre 2014, sabato – Via!
Stanotte non riuscivo a dormire, così alle tre e mezza del mattino mi sono arresa. Mi sono messa al computer, ma non ero ancora pronta per le 1.700 parole quotidiane. Ho rivisto la sinossi; era importante farlo perché c’era un punto oscuro. Già risolto, ma… non ricordavo la soluzione. Alle sei sono tornata a letto.
Nel pomeriggio è partita la sfida. Anna aveva voglia di parlare ed è stato molto semplice: ho soltanto ripetuto quello che mi diceva. 1.781 parole.
2 novembre
Un impegno in famiglia, graditissimo, ma non ho potuto scrivere molto. Nel tardo pomeriggio ho ringhiato un po’, ho acceso il PC e sono arrivata a 1.351 parole
3 novembre
Oggi non lavoro e mi sono rifugiata nella mia biblioteca preferita. Ho almeno la mattina per scrivere, e non mi sembra vero: se c’è un aldilà, il Paradiso dello Scrittore assomiglia molto a questo posto. Un silenzio quasi perfetto, circondata da libri, condizioni ideali, ma Anna era decisamente restia. Si vergognava di quello che doveva dirmi. Come al solito non mi tirerò indietro: quello che è necessario sarà scritto, anche se dovrò arrossire per questo. Devo onestà a chiunque dedicherà un po’ del suo tempo a leggere questa storia.
Mi sto affezionando sempre di più ad Anna. Non mi assomiglia per niente, ma la amo proprio per questo, forse. 1.837 sudatissime parole.
Non oso immaginare cosa accadrà quando sarà lui a parlare.
4 novembre
C’è vento, costante e irritato. In tarda mattinata ha cominciato a piovere. Si scrive davvero bene con la pioggia, tanto che qualcuno si è inventato questo. Tempo ideale per scrivere. Ho controllato a che punto sono: leggermente indietro, così mi sono posta un obiettivo più ambizioso e assegnata un premio a raggiungimento. Ho stabilito che a 1900 parole mi sarei concessa qualche pagina de Il richiamo della foresta. Lo sto audioleggendo in macchina e non dovrei rovinarmi la sorpresa, ma non sono riuscita a resistere: Buck ha appena incontrato John Thornton. Appunto mentale uno: scrivere un articolo sui libri per ragazzi che non sono libri per ragazzi. Appunto mentale due: scrivere una recensione. Ha funzionato: 2.103 parole e, dopo, lacrime che scorrono mentre finalmente leggo. Pensiero: quanti bei libri sono già stati scritti? Siamo sicuri che al mondo serve ancora il mio? Boh.
12 novembre
Sono rientrata al lavoro. Diventa sempre più difficile mantenere il ritmo: ci sono anche altri impegni e a volte mi sento esasperata, come ieri sera che ho perso la pazienza e ho dato il peggio di me. Non importa, io resisto. Sono abituata sia a lavorare per obiettivi che a tenere duro: se non fosse così, certe cose parecchio importanti della mia vita non esisterebbero. Mangio in fretta e dove capita, purché sia un posto sul mio percorso e dove sia facile parcheggiare. Trangugio e poi comincio a scrivere. Scrivo dopo cena, quando posso, anche se mi addormento sulla tastiera. Ieri sera, in particolare, 1.000 parole di *erda. Non oso pensare a cosa troverò quando sarà ora di editare! In ogni caso, se nel mese di agosto non avessi accuratamente pianificato cosa scrivere ora non andrei da nessuna parte. Quindi ancora una volta è dimostrato: sono un’outliner, senza ombra di dubbio. I miei ragazzi del Laboratorio si sentiranno ripetere Struttura, Struttura e Struttura fino alla nausea, e poi sinossi, plot point, goal and all that kind of things. Insomma, comprendere la propria storia e pianificarla è tutto. Comunque, sono fiera di dirlo: 22.147 in totale. Meno di 3.000 parole allo spartiacque! Comincio a credere di potercela fare.
24 novembre
Esperimento! Un aggiornamento audio, ispirato da I should be Writing di Mur Lafferty. Forse anch’io podcast!
30 novembre
Non ci credo ancora. C’è stato di mezzo un fine mese lavorativo che mi ha lasciata senza energie (non sono riuscita a scrivere nemmeno una parola, quei due giorni: troppo cotta), un caricabatterie scomparso, un PC inutilizzabile, un po’ di paturnie autunnali. Ma mi hanno detto “non scherzare, vorrai mica mollare a 200 metri dal traguardo?”. E io non ho mollato.
Dedicato ai meravigliosi uomini della mia famiglia. E a me stessa.
Signore e signori, “Cristallo” è ufficialmente nata.