Raramente scrivo post in cui mi guardo l’ombelico. Forse mai ne ho scritti, dovrei riguardare un momento l’archivio del mio blog; se siete curiosi e avete tempo da perdere, magari fatelo voi. Comunque oggi permettetemi di condividere una scoperta degli ultimi mesi: l’anno scorso ho compiuto cinquant’anni e le riflessioni, ormai, sono all’ordine del giorno.
Ho sempre pensato a me come a una persona che si esprime in modo privilegiato con la parola scritta, nel senso che la scrittura è o dovrebbe essere il mio medium preferito. Un’amica, che di scrittori e aspiranti tali ne vede tanti, tempo fa mi disse una cosa come “non conosco nessuno che ami la scrittura come te”. Invece poi, se guardo indietro, scopro delle cose interessanti che portano a conclusioni leggermente diverse.
Da ragazzina disegnavo piuttosto bene, ho anche vinto qualche premio. Certo, scrivevo anche le solite poesie e racconti e riempivo cataste di diari con i miei sproloqui, però mi ero quasi dimenticata che, oltre a scrivere fino ad avere i crampi, disegnavo.
Poi ho sempre pasticciato con lana, fili da ricamo e stoffe colorate. Ho realizzato un sacco di cose inutili ma anche cose che mi hanno dato soddisfazione: tutti i miei nipoti hanno – e usano, con mia grande gioia – tante cose di lana colorata realizzate dalla zia. Compravo lane come ora compro libri di scrittura e penne calligrafiche, e cioè a mani bucate, ma su questo ci torniamo dopo.
Mi diverto con carta, forbici e colla e faccio da me tutti i biglietti d’auguri, per qualsiasi occasione.
Una delle esperienze più divertenti della mia vita? Ho cantato per anni in un coro gospel e perfino fatto parte della troupe di un musical, con qualche parte solista per di più. L’emozione del backstage, il trucco, i costumi di scena, le prove estenuanti? Beh, io li ho provati, perfino il mazzo di rose la sera della Prima, una figata pazzesca. Qualche fotografia la trovate qui. Ho un ricordo speciale delle persone con cui ho condiviso quell’esperienza, una bella squadra davvero. Abbiamo calcato più di un palcoscenico e io ad un certo punto ho smesso solo perché, arrivata al quinto mese di gravidanza, mi hanno fatto notare che se fossi caduta giù dalla pedana sulla quale ballavo non sarebbe stato divertente.
E poi va beh, faccio regolarmente il pane, ma questo lo sapevate già XD
Ultimamente, come avranno notato quelli che mi seguono su Facebook e Instagram, sono in fissa con la calligrafia.
È l’unica cosa che riesco a fare dopo cena, quando i neuroni ormai decotti mi implorano di andare a dormire. Mi sono messa a realizzare piccoli progetti di lettering e mi esercito quasi tutte le sere con il Copperplate, che modestia a parte migliora di giorno in giorno. Di recente ho ricevuto in regalo una penna calligrafica a punta tronca, così ho cominciato a studiare anche l’onciale.
Insomma, cosa voglio dire con tutto ciò?
Poco tempo fa, chiacchierando prima della nanna, dicevo al mio coinquilino: “Sai, credo di essere una persona creativa.” Risposta del coinquilino, personaggio notoriamente di poche parole: “E te ne sei accorta adesso?”
Sic.
Fermi che non ho ancora finito. Devo dirvi una cosa, anche se ormai la sanno tutti!
il 24 maggio è uscito in formato digitale Storie di Gatti, il seguito naturale di Buck e il Terremoto (per chi non lo sapesse: “Buck e il Terremoto” è il progetto solidale nato nel 2016 all’indomani del sisma in Centro Italia).
Eh, sì, ce l’abbiamo fatta anche questa volta! Per par conMicio questa volta si parla di felini, ma c’è una cosa che non cambia: i racconti sono carichi di speranza e amore, e anche questa volta i proventi vengono donati integralmente alla CRI per le popolazioni colpite dal terremoto. La versione cartacea di Storie di Gatti è quasi pronta, dovrebbe essere disponibile entro pochi giorni.
Ecco, se continuassi a guardarmi l’ombelico dovrei scrivere qualcosa anche sul 2016, un anno indimenticabile per molti aspetti, per via di Buck, di Buck e il Terremoto e di altri fatti personali. In realtà sto cercando di imparare a girare un video perché, come annunciato nel post sulla storyboard, mi piacerebbe farvi vedere Scrivener in azione.
Grazie per avermi letta fino a qui; ci si legge presto o almeno lo spero, appena è pronto il video su Scrivener. Vi abbraccio, e perdonatemi per tutto questo parlarmi addosso.
Alessia Savi dice
Eh, Serena mia, l’hai capito ora? Testarda che non sei altro! Come diceva Silvia si, le persone creative proprio non sanno stare ferme e vanni vanno e vanno. E fanno, soprattutto. Credo che ognuno abbia questi benedetti tre talenti, per cui – è chiaro – tu ti sia resa conto di averli. Che poi, se ci pensi, le tue sono tutte forme espressive. È una comunicazione non di parole ma di suono e visuale. Semplicemente, a volte cambi linguaggio
Grazia Gironella dice
Mi piace sentirti parlare di te, altro che ombelico. 😉 Credo che le persone creative non riescano a non esserlo; si mettono un cappello e la creatività esce dalla bocca, si mettono i paraorecchi e quella esce dagli occhi. Ti ammiro molto perché la tua creatività la coltivi in mille modi. Io sono in parte simile a te, ma quasi sempre mi trattengo dal dare spazio alle idee, non so se più per pigrizia o per sfiducia nelle mie capacità.
Serena dice
Grazie tesoro <3
Però non c'è proprio niente da ammirare, perché le cose che faccio le faccio per puro piacere, perché non riesco a farne a meno.
Se non hai la spinta a fare altro, forse è perché stai bene così 🙂 e anche questa è una grande fortuna. A volte il bisogno di fare fare fare prende il nome di irrequietezza, secondo me.
Barbara dice
E se vi dicessi che alle elementari il mio primo Dizionario Zanichelli l’ho vinto col disegno più bello (così han detto) della scuola? 😀
Se non era destino quello!
Ad uno dei primi colloqui di lavoro, uno psicologo mi disse che sono “poliedrica” e me lo disse come si rimira la cacca impiastricciata nella scarpa. Col senno di poi, molto poi, penso che l’essere poliedrici sia una salvezza nella vita. Perché non c’è mai, e sottolineo il mai, un momento di noia. Vuoi mettere?!
Io: disegno per lo più a matita, acquerello (I hate tempera), carboncino, canto (contralto), tennis (avevo un rovescio da paura), moto (e maledetta schiena), torteeeee (ho una planetaria fuoriserie! ma la dieta…), pure il punto croce. Adesso MyPeakChallenge e scrittura. Chissà in futuro!
Serena dice
Uh, anche tu il canto e anche Silvia! Se abitassimo tutte vicine, giuro che vi proporrei la formazione di un coro XD ma quanto sarebbe bello?
Concordo che l’essere “poliedrici”, come diceva quel genio di psicologo, sia una grande fortuna. E anche una grande angoscia, qualche volta, perché a me succede di pensare che non riuscirò mai a fare tutto quello che ho voglia di fare in questa vita. Come dicevo in un altro commento, mi scoccia assai di dover andare a dormire la sera: pensa a tutte le cose che si potrebbero fare nella tranquillità della notte.
Punto croce anch’io, tra parentesi. Dubito di riprenderlo perché la vista ormai è quella che è, ma ho ancora un sacco di Mouliné e tela Aida in casa 😉
Silvia Algerino dice
Tu, come sai, sei la mia mentore. Quindi quando leggo i tuoi post, mi inchino e mi genufletto. Ma, a parte questo, ritengo che chi ama una forma artistica, qualunque essa sia, spesso è portato anche per altre forme artistiche perché essere creativi è una forma mentale che utilizziamo come approccio verso tutto ciò che facciamo.
La differenza poi nel riuscire ad esprimersi ad un certo livello, secondo me, è data dallo studio e dall’applicazione. Ovviamente, a meno di essere Leonardo, non si ha il tempo di dedicarsi con la stessa intensità a mille arti.
Io, come te, amo disegnare, amo cucinare e mi diletto anche un po’ di fotografia. In passato ho strimpellato pianoforte e chitarra, ho fatto per anni parte di un coro polifonico, ho giocato a badminton a livello agonistico, ho imparato a ballare il tango (che, parafrasando Luca Carboni, nella vita serve sempre). Ma non ho mai fatto niente di tutto ciò BENE.
Chissà se arriverà mai il giorno in cui potrò dire: questo lo so fare davvero.
Serena dice
Ma quale mentore XD che l’altro giorno quando volevi partire per il Camino de Santiago mi sono sentita persa!
Comunque hai ragione, la creatività è una forma mentis. Se pensiamo a Leonardo… Lui però riusciva bene in tutto.
Comunque sai, Silvia, chissenefrega di le cose davvero bene? Se si tratta di professione è un conto, ma è un discorso tutto diverso. Se si tratta di qualcosa che facciamo per il puro piacere di farlo, siamo noi a mettere il paletto della sufficienza e quello dell’eccellenza. A dire “basta così”. Io per mia natura tendo ad approfondire qualsiasi cosa, e anche per questo spendo un sacco di soldi in formazione che non riuscirò mai a fruire tutta. Ma se non mi divertissi a fare quello che faccio; se smettessi di provare lo stato di flow – non so come dirlo in italiano – quello stato in cui sono i bambini quando disegnano o giocano con i Lego, lo stato meditativo di quando scrivo o disegno o uso la mia penna obliqua, potrebbero anche dirmi che sono perfetta e mi importerebbe ben poco.
Nadia dice
A me piace il tuo ombelico che ascolta, e mi sta pure simpatico il coinquilino silenzioso che nota i tuoi pregi e rispetta la tua testa tra le nuvole. Fortuna che la tua giornata non è fatta da 72 ore altrimenti chissà quante altre cose riusciresti a farci entrare!
Comunque sì, stai diventando sempre più brava con la calligrafia.
Serena dice
L’ombelico ringrazia XD In questo momento si sente molto gratificato. Il coinquilino beh, sì, ogni tanto mi fa incavolare come tutti i coinquilini, ma devo dire che senza di lui col cavolo che riuscirei a fare tutto quello che faccio. Ho la fortuna di avere accanto una persona che non solo mi capisce, ma mi sostiene, e per questo ringrazio l’Universo ogni giorno.
Il tempo non mi basta per fare tutte le cose che vorrei fare. Ho lì gli acquerelli che mi aspettano e mi secca parecchio quando, la sera, mi crolla la testa. Dormire è piacevole, ma pensa a quanto tempo si perde XD
(con il tuo complimento sulla calligrafia mi hai appena dato un’idea <3 )
Marco Freccero dice
Pure io alle medie disegnavo e dicevano che lo facevo piuttosto bene. Adesso ho abbandonato completamente. Potrei, forse, dedicarmi alla fotografia, ma non so.
Serena dice
Se non lo sai, forse non è una vera passione 🙂 Credo che si dovrebbe fare qualcosa che sentiamo il bisogno di fare. Come diceva Grazia più su, la creatività ti esce anche dalle orecchie XD perché da qualche parte deve uscire. Magari per te la scrittura e il blog sono sufficienti, sono il tuo spazio giusto. E io credo sia così.
Daniele Imperi dice
Io ho quasi smesso di disegnare, ma vorrei riprendere. La passione per la calligrafia ce l’ho anche io (non so più quanti pennini abbia). E condividiamo anche un’altra cosa, l’età… ti avevo tolto almeno 10 anni 😀
Serena dice
Lo sai, vero, che con questa storia dei dieci anni sei appena diventato il mio blogger preferito? XD
Ti consiglio di riprendere a disegnare facendo di tutto per ritagliarti anche solo un’ora al giorno. Poi, per esempio, a differenza della scrittura che richiede dei neuroni attivi e partecipanti, la calligrafia e il disegno si possono praticare anche la sera… anzi, a me piace da morire prendere in mano penna e inchiostro quando tutti se ne sono andati a nanna, mi dà proprio gioia e una pace che non so spiegare.
Se produci qualcosa poi mettilo su Instagram, mi piacerebbe tanto vedere cosa crei.