Il marketing, per me, è una doppia passione.
Quando fidarsi di un consiglio di marketing
“Knowing what you know now, if you had to start all over today, what 3 things would you tell yourself?”(Sapendo quello che sai oggi, se tu dovessi ricominciare tutto da capo oggi, quali sono le tre cose che diresti a te stesso?)
Alessia Savi dice
Devo ricordarmi di ascoltarmi il ragazzone.
La prossima settimana mi prendo un pomeriggio per studiarlo e prendere appunti.
Questa tua rubrica di marketing mi piace proprio, ma temo di essere di parte.
Serena dice
Fa niente se sei di parte, amami e basta 😛 Sì, Shawn Manaher merita molto. Tra i primi podcast di Book Marketing Tools c’è anche una bella intervista con una signora inglese che entrambe amiamo e seguiamo ^^
Amanda Melling dice
1) Fidati di chi fa scouting.
2) Non avere paura di osare.
3) Leggi subito On writing! 🙂
Serena dice
Ciao Amanda, scusa per il ritardo della mia risposta, di solito cerco di arrivare entro un giorno o due al massimo. Certo che sei un po’ sintetica… Che intendi dire con “fidati di chi fa scouting”? Se parli di pubblicazione tradizionale, non ho mai sottoposto niente a nessuno e non sono particolarmente interessata a essere pubblicata tradizionalmente, diciamo che valuterei caso per caso e proposta per proposta. Paura di osare direi di no, neanche questa, se mi dici a cosa ti riferisci posso rispondere in modo più appropriato. Quanto a King, ho lì il libro da un pezzo. Avevo cominciato a leggerlo, poi mi sono stufata e sono passata ad altro. King ha un metodo che non è il mio, io sono una programmatrice maniacale. Comunque lo leggerò senz’altro… Adesso sto finendo un libro di Jessica Page Morrell sulla revisione. Di manuali ne ho una montagna e mezza, da Dorothea Brande in avanti credo di averli tutti o quasi XD
Amanda dice
Ma quelle sono le cose che direi a me stessa, non a te. Per me hanno funzionato. Bastava un niente per perdermi…avere un parere da chi fa scouting è importante per capire dove puoi arrivare. Un cacciatore di talenti può dirti cose importanti che fanno la differenza. Banalmente, basta vedere come escono gli arristi dalle varie accademie dopo aver lavorato con i tutor. Con la scrittura è uguale, se dovessi ripartire da zero correrei da un esperto a chiedere se ho talento e se ne vale la pena.
Serena dice
Ah, così ho capito meglio. Grazie 🙂
Ryo dice
Aspetterò con impazienza i post (OK, è un altro modo per dire che sono pigro e non ascolterò i podcast, lo so… 🙂 )
“si fanno soldi consigliando agli altri come fare soldi” –> recuperando una vecchia battuta: gli esperti di calcio non fanno mai 13 alla schedina 😉
Serena dice
XDDDDD Hai ragione. Infatti quei podcast mi piacciono proprio perché si tratta di gente che il suo “tredici” l’ha fatto.
Noi dobbiamo applicare le buone pratiche tenendo sempre conto che qui siamo in Italia, e i numeri sono molto molto ridotti; però non conosco nessuno, finora, che ha fatto tutto ma proprio tutto quello che altrove ha funzionato. Per esempio, tantissimi non raccolgono i nominativi nella lista email e non si coltivano i lettori. Ce ne sono che passano una volta e non ritornano, e che potrebbero invece essere “fermati” in qualche modo e invogliati a restare. Mi piacerebbe provarci io, a fare tutto, e vedere che succede, se non altro per non avere rimpianti. Io considererei successo anche essere riuscita a lavorare bene, indipendentemente dal semplice numero delle copie vendute. Perché poi c’è il fattore libro, e se su quello non ci siamo puoi fare tutto il marketing che vuoi, ma… ciccia!
I post sono già scritti e mercoledì pubblico 🙂 Meno male che li ho scritti prima perché in questi giorni la cervicale mi sta rendendo difficile stare al PC (quindi scusatemi anche per il ritardo nelle risposte 🙂 )
Andrea Cabassi dice
Come suggerisci di usare la lista email? Io negli anni ho raccolto un discreto numero di nominativi, e esco 2-3 volte l’anno segnalando i post più significativi, o l’uscita di un nuovo eBook da scaricare o – come quest’anno – l’uscita del mio romanzo.
Alcuni invece inviano ogni singolo post (mi sembra eccessivo, per quello ci sono i lettori RSS). Tu che cosa consigli?
Serena dice
Ne ho parlato qui: https://serenabiancadematteis.com/2015/07/08/newsletter-autore-narrativa/
Allora, anche la newsletter prende tempo. Se di tempo non ne hai, il minimo è che vengano avvertiti quando pubblichi un articolo.
Se nella tua lista gli iscritti sono prevalentemente lettori, cosa che sarebbe augurabile a chiunque, allora da te vogliono altro da leggere. In quel caso, io mi limiterei a:
– auguri nei momenti particolari dell’anno
– di tanto in tanto, ma non troppo spesso, aggiornamenti sullo stato dell’arte dei tuoi lavori
– annunci di nuove pubblicazioni
– regali. Uno sconto, un racconto, una poesia, qualcosa di speciale per loro che ti seguono.
Andrea Cabassi dice
Buona l’idea del regalo, non ci avevo pensato. Ora do un’occhiata all’articolo di approfondimento, ancora grazie per i tuoi preziosi suggerimenti 🙂
Serena dice
Grazie^^ Fammi sapere come va, tra un po’.
Grazia Gironella dice
Grazie! Intanto mi leggo i tre episodi, che non fanno certo male. Per quanto riguarda le tre cose che mi direi, probabilmente sarebbero: 1 – Studia, 2 – Non credere di poter accelerare a forza di volontà la gavetta, 3 – Produci molto e non perdere troppo tempo a pensare a come piazzarti sul mercato. Lo so, il terzo punto non ti vedrà proprio d’accordo, ma la penso così, partendo dalla consapevolezza che le giornate hanno soltanto 24 ore (alcune meno!). Se scrivo un romanzo e mi metto nell’ordine di idee di spingerlo in tutti i modi possibili, probabilmente tempo due anni avrò al mio attivo un romanzo e tanto esercizio di meno di quello che avrei potuto. (Tra parentesi: non dimentichiamo che la nicchia degli USA rischia di essere più nutrita del nostro mercato intero, anche parlando di Amish!) 🙂
Serena dice
Mhhh. Non puoi spingere un romanzo che ancora non esiste, e non è che sia proprio una vendita push. Si tratta più, tipo, di cominciare presto a far sapere al mondo che esisti e a costruire relazioni. Che poi tu hai fatto entrambe le cose, se vogliamo. E sei brava, perché sei autentica. Le uniche cose che avrei fatto di diverso, nel tuo caso, sarebbero state la raccolta di indirizzi email e fidelizzazione dei tuoi contatti, fin dal principio. E migliorare la vetrina dei tuoi lavori proprio dal punto di vista grafico (che poi ho visto che già hai fatto! Bello il nuovo look!) e l’aspetto della facilità della vendita. Per il resto si può fare altro e si può cominciare ora. Poi tu sei ibrida, scrivi sia narrativa che saggistica/manualistica… Ah, se potessi averti tra le mani a tempo pieno 😀 😀 😀
Maria Teresa Steri dice
Attendo affamata i post che seguiranno! Nel frattempo, quando hai parlato di empatia mi hai fatto venire in mente un episodio accaduto tanto tempo fa che mi sembra piuttosto significativo.
Ero da poco tempo su Facebook, più o meno nel 2008. A quel tempo già c’erano molti autori esordienti che facevano un uso massiccio di FB per pubblicizzare i loro libri, però non come accade ora. Comunque, un giorno mi arriva un messaggio di un’autrice che avevo tra i contatti, che mi segnalava il suo primo romanzo. Era una mail molto lunga e anche molto bella, perché nel raccontare come era nata e cresciuta la sua storia riusciva a scatenare molta empatia. Rimasi colpita da quello che diceva e da come sapeva raccontare le sue emozioni, infatti le risposi subito con un messaggio altrettanto “accorato”, in cui le comunicavo le mie reazioni e dicevo che mi dispiaceva per la sua storia, e che avrei senz’altro acquistato il romanzo.
Il mio messaggio non ebbe nessuna risposta. Zero totale. Neanche una faccina.
La tizia in questione continuò nella sua opera di promozione, ma non ci fu mai più un contatto tra noi. Notai anche che non rispondeva quasi mai ai commenti che le venivano lasciati. Inutile dire che non ho mai comprato il suo romanzo.
Mi sono dilungata su questa cosa, perché secondo me è importante ricordarsi che i lettori e i possibili acquirenti sono comunque esseri umani, non numeri. Credo che l’autrice di cui ho parlato abbia sprecato la sua dote di entrare in empatia con le persone (come aveva dimostrato la sua presentazione) non rispondendo. E’ vero che a volte il tempo è poco e che tendiamo a dare poca importanza ai rapporti virtuali, ma per me questo resta un pessimo esempio di marketing.
Ah, sto leggendo la lista che hai citato nel post, utilissima! Quante cose da fare, mamma mia.
Serena dice
Eh 🙁 Hai ragione. L’esempio che fai è perfetto. La tizia non è giustificabile in alcun modo, perché come ha trovato il tempo e il modo di scriverti, doveva trovare il tempo di risponderti. Posso capire se uno ha centinaia di commenti sul blog e migliaia di fans, ma nel suo caso? Boh, le interessava proprio solo vendere il libro.
Io credo che la più grande fortuna per qualcuno che voglia promuovere i suoi prodotti sia di essere sinceramente interessato ai suoi clienti, non come clienti ma proprio come esseri umani. E’ qualcosa che se è solo preteso puzza di falso lontano un miglio.
Dilugati quanto ti pare, qui ^^
Daniele dice
Fantascienza Amish “nun se po’ senti'” direbbero a Roma 😀
Ha trovato una nicchia nella nicchia. E è quello che consigliano molti: trova la tua nicchia e sfruttala.
Vado a leggermi i 3 episodi.
Serena dice
Io il primo libro della serie me lo sono scaricato, è gratis e sono troppo TROPPO curiosa di capire che cavolo scrive costui XD. Poi dimmi come ti sono sembrati i tre episodi.