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Serena Bianca De Matteis

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Non solo fumo nel book marketing: 81 consigli di Marketing Editoriale che funzionano, e perché seguirli

30 Settembre 2015 di Serena 22 commenti

Il marketing, per me, è una doppia passione.

È una passione in sé, perché lo considero il mezzo per regalare il successo a un buon prodotto. Da buona commerciale, apprezzo una campagna promozionale ben fatta; la si può considerare una forma d’arte, perché richiede fantasia, creatività, intuizione, empatia.
È una passione “indiretta”, perché il marketing editoriale o book marketing è, credo, l’unico mezzo che ho – botta di kiulo a parte – per far conoscere e leggere le mie storie.
Ecco perché divoro, fino a ingozzarmi, tutto il materiale che mi capita fra le mani, che si tratti di web marketing o più specificamente di marketing per autori, ed ecco perché mi diverto un sacco a condividere con voi la roba buona.
Sapete che leggo molto con le orecchie, perché di solito i miei occhi e le mie mani sono impegnati a guidare, e tra i podcast che seguo c’è quello di Shawn Manaher di Book Marketing Tools.
Il podcast di Book Marketing ToolsIl ragazzo parla un inglese molto comprensibile e ricapitola con frequenza i concetti principali, perciò se ve la cavate con l’inglese vi consiglio di iscrivervi al podcast e ascoltarlo direttamente, ne vale la pena. In più, se vi registrate alla lista di Manaher, lui vi omaggia di una lista di controllo per il vostro piano marketing. Io l’ho guardata e vi assicuro che, se non avete voglia di sbattervi a mettere giù un vostro personalissimo piano marketing , questo va più che bene, anzi, siamo ben oltre la sufficienza.
Quest’estate Shawn ha lanciato una serie che ha acchiappato la mia attenzione.
Allora, il web pullula di consigli di marketing partoriti da esperti o pseudo tali; si fanno soldi consigliando agli altri come fare soldi, si ottiene popolarità consigliando agli altri come ottenere popolarità eccetera. Molti blog a mio parere sono serpenti che si mordono la coda, di grande vantaggio solo per le finanze di chi ha lanciato il circolo virtuoso (per lui) ma vizioso per noi, che leggeremmo anche volentieri roba di qualità, ma alla fine non sappiamo di chi fidarci.

Quando fidarsi di un consiglio di marketing

Shawn ha avuto questa idea proprio carina di andare subito al sodo. È partito dalla fine, insomma, senza stare a girare come una trottola sul circolo vizioso di cui sopra. É andato da una ventina di autori di successo, perlopiù Indie ma anche gente con pubblicazioni sia tradizionali che indipendenti. Alcuni hanno compiuto il percorso da una modalità all’altra in entrambe le direzioni. Che cosa li accomuna? Semplice: tutti hanno avuto successo. A questi scrittori Shawn ha fatto una domandina molto chiara:
“Knowing what you know now, if you had to start all over today, what 3 things would you tell yourself?”
(Sapendo quello che sai oggi, se tu dovessi ricominciare tutto da capo oggi, quali sono le tre cose che diresti a te stesso?)
Tutti hanno dato almeno tre risposte; alcuni, presi dall’entusiasmo, sono andati oltre e il risultato è: tre episodi imbottiti di consigli utili ma, soprattutto, consigli che hanno già dato prova di funzionare. Se volete andare ad ascoltare voi stessi, li trovate qui:
Primo episodio
Secondo episodio
Terzo episodio
e di tutti si può anche scaricare la trascrizione in pdf.

Ed ecco come ho lavorato io.

Gli episodi me li ero ascoltati e riascoltati già in macchina, più volte, prima delle vacanze. Ci ho trovato un sacco di conferme e, come dicevo sopra, una serie di esortazioni ad agire che un autore, di questi tempi, secondo me non dovrebbe ignorare (se vuole raggiungere i suoi lettori, ovvio). E soprattutto ho notato una cosa: che c’è un gruppo di consigli che si ripete con una certa regolarità. Anzi, diciamolo, si ripete in tutte le salse. Ho raggruppato questi consigli ricorrenti e li ho messi in evidenza, distillando per così dire il succo del succo del succo di un marketing che ha già avuto successo.
Lo abbiamo già detto che fare marketing per i propri libri non è una cosa da schifosi, vero? Certo che sì, e siamo tutti d’accordo. Quindi? Che cosa bisogna fare? Da che si comincia? Condensa che ti condensa, gli 81 consigli rivolti dagli intervistati al loro se stesso più giovane sono diventati una quindicina, e sono convinta che valgano per tutti. Ve li racconterò, con qualche ragionamento personale e qualche espansione, nelle prossime settimane.

Una chicca però ve la voglio anticipare.

Ritratto di Mchael Bunker nel suo studioState pensando “Sì, però questa roba per me non può funzionare, perché scrivoinunanicchia/ siamoitaliani/ nonhotempoperilmarketing/ mipesailculoenonciòvoglia” e chi più ne ha più ne metta? Tra gli autori intervistati c’è un signore che si chiama Michael Bunker. Ha cominciato a scrivere nel 2013 e i suoi numeri sono questi: Pennsylvania Pennsylvania, di Michael Bunkerha venduto 4.200 copie in 48 ore, 13.000 copie tra gennaio e agosto 2014, e i suoi libri in totale hanno venduto 61.000 copie tra gennaio 2013 e agosto 2014, se ho fatto bene i conti. Questi sono gli ultimi dati attendibili che ho. I numeri non sono galattici, per un autore americano, ma sapete cosa scrive Michael? Lui e la sua famiglia sono Amish e lui scrive prevalentemente (ma non solo) Amish Science Fiction. Non so se mi sono spiegata. Fantascienza Amish. Guardati, adesso, la pagina autore di Michael su Amazon.. Interessante, vero?
Su questo blog non mi funzionano bene gli emoticon e non posso mettere la faccina che vorrei, ma insomma ci siamo capiti. Se un po’ di marketing ha funzionato per lui, come dire, perché non per te che “scrivi in una nicchia”? Almeno provaci, no?
Adesso però non state ad aspettare le mie traduzioni e i consigli condensati. Andate ad ascoltare i podcast o leggere le trascrizioni, e ditemi che ne pensate. E poi, visto che tra noi ci sono autori pubblicati, li invito, se ne hanno voglia, a dare la loro risposta alla domanda di Shawn Manaher. Credo che a noi debuttanti potrebbe essere di grande aiuto.
Sapendo quello che sai oggi, se tu dovessi – come autore – ricominciare tutto da capo, quali sono le tre cose che diresti a te stesso?

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Alessia Savi dice

    24 Ottobre 2015 alle 17:39

    Devo ricordarmi di ascoltarmi il ragazzone.
    La prossima settimana mi prendo un pomeriggio per studiarlo e prendere appunti.
    Questa tua rubrica di marketing mi piace proprio, ma temo di essere di parte.

    Rispondi
    • Serena dice

      26 Ottobre 2015 alle 13:17

      Fa niente se sei di parte, amami e basta 😛 Sì, Shawn Manaher merita molto. Tra i primi podcast di Book Marketing Tools c’è anche una bella intervista con una signora inglese che entrambe amiamo e seguiamo ^^

      Rispondi
  2. Amanda Melling dice

    7 Ottobre 2015 alle 11:47

    1) Fidati di chi fa scouting.
    2) Non avere paura di osare.
    3) Leggi subito On writing! 🙂

    Rispondi
    • Serena dice

      13 Ottobre 2015 alle 12:22

      Ciao Amanda, scusa per il ritardo della mia risposta, di solito cerco di arrivare entro un giorno o due al massimo. Certo che sei un po’ sintetica… Che intendi dire con “fidati di chi fa scouting”? Se parli di pubblicazione tradizionale, non ho mai sottoposto niente a nessuno e non sono particolarmente interessata a essere pubblicata tradizionalmente, diciamo che valuterei caso per caso e proposta per proposta. Paura di osare direi di no, neanche questa, se mi dici a cosa ti riferisci posso rispondere in modo più appropriato. Quanto a King, ho lì il libro da un pezzo. Avevo cominciato a leggerlo, poi mi sono stufata e sono passata ad altro. King ha un metodo che non è il mio, io sono una programmatrice maniacale. Comunque lo leggerò senz’altro… Adesso sto finendo un libro di Jessica Page Morrell sulla revisione. Di manuali ne ho una montagna e mezza, da Dorothea Brande in avanti credo di averli tutti o quasi XD

      Rispondi
      • Amanda dice

        16 Novembre 2015 alle 20:05

        Ma quelle sono le cose che direi a me stessa, non a te. Per me hanno funzionato. Bastava un niente per perdermi…avere un parere da chi fa scouting è importante per capire dove puoi arrivare. Un cacciatore di talenti può dirti cose importanti che fanno la differenza. Banalmente, basta vedere come escono gli arristi dalle varie accademie dopo aver lavorato con i tutor. Con la scrittura è uguale, se dovessi ripartire da zero correrei da un esperto a chiedere se ho talento e se ne vale la pena.

        Rispondi
        • Serena dice

          26 Novembre 2015 alle 16:22

          Ah, così ho capito meglio. Grazie 🙂

          Rispondi
  3. Ryo dice

    7 Ottobre 2015 alle 11:02

    Aspetterò con impazienza i post (OK, è un altro modo per dire che sono pigro e non ascolterò i podcast, lo so… 🙂 )

    “si fanno soldi consigliando agli altri come fare soldi” –> recuperando una vecchia battuta: gli esperti di calcio non fanno mai 13 alla schedina 😉

    Rispondi
    • Serena dice

      11 Ottobre 2015 alle 20:21

      XDDDDD Hai ragione. Infatti quei podcast mi piacciono proprio perché si tratta di gente che il suo “tredici” l’ha fatto.
      Noi dobbiamo applicare le buone pratiche tenendo sempre conto che qui siamo in Italia, e i numeri sono molto molto ridotti; però non conosco nessuno, finora, che ha fatto tutto ma proprio tutto quello che altrove ha funzionato. Per esempio, tantissimi non raccolgono i nominativi nella lista email e non si coltivano i lettori. Ce ne sono che passano una volta e non ritornano, e che potrebbero invece essere “fermati” in qualche modo e invogliati a restare. Mi piacerebbe provarci io, a fare tutto, e vedere che succede, se non altro per non avere rimpianti. Io considererei successo anche essere riuscita a lavorare bene, indipendentemente dal semplice numero delle copie vendute. Perché poi c’è il fattore libro, e se su quello non ci siamo puoi fare tutto il marketing che vuoi, ma… ciccia!
      I post sono già scritti e mercoledì pubblico 🙂 Meno male che li ho scritti prima perché in questi giorni la cervicale mi sta rendendo difficile stare al PC (quindi scusatemi anche per il ritardo nelle risposte 🙂 )

      Rispondi
      • Andrea Cabassi dice

        21 Ottobre 2015 alle 9:39

        Come suggerisci di usare la lista email? Io negli anni ho raccolto un discreto numero di nominativi, e esco 2-3 volte l’anno segnalando i post più significativi, o l’uscita di un nuovo eBook da scaricare o – come quest’anno – l’uscita del mio romanzo.
        Alcuni invece inviano ogni singolo post (mi sembra eccessivo, per quello ci sono i lettori RSS). Tu che cosa consigli?

        Rispondi
        • Serena dice

          23 Ottobre 2015 alle 22:45

          Ne ho parlato qui: http://serenabiancadematteis.com/2015/07/08/newsletter-autore-narrativa/
          Allora, anche la newsletter prende tempo. Se di tempo non ne hai, il minimo è che vengano avvertiti quando pubblichi un articolo.
          Se nella tua lista gli iscritti sono prevalentemente lettori, cosa che sarebbe augurabile a chiunque, allora da te vogliono altro da leggere. In quel caso, io mi limiterei a:
          – auguri nei momenti particolari dell’anno
          – di tanto in tanto, ma non troppo spesso, aggiornamenti sullo stato dell’arte dei tuoi lavori
          – annunci di nuove pubblicazioni
          – regali. Uno sconto, un racconto, una poesia, qualcosa di speciale per loro che ti seguono.

          Rispondi
          • Andrea Cabassi dice

            24 Ottobre 2015 alle 15:25

            Buona l’idea del regalo, non ci avevo pensato. Ora do un’occhiata all’articolo di approfondimento, ancora grazie per i tuoi preziosi suggerimenti 🙂

            Rispondi
            • Serena dice

              26 Ottobre 2015 alle 13:21

              Grazie^^ Fammi sapere come va, tra un po’.

              Rispondi
  4. Grazia Gironella dice

    5 Ottobre 2015 alle 14:49

    Grazie! Intanto mi leggo i tre episodi, che non fanno certo male. Per quanto riguarda le tre cose che mi direi, probabilmente sarebbero: 1 – Studia, 2 – Non credere di poter accelerare a forza di volontà la gavetta, 3 – Produci molto e non perdere troppo tempo a pensare a come piazzarti sul mercato. Lo so, il terzo punto non ti vedrà proprio d’accordo, ma la penso così, partendo dalla consapevolezza che le giornate hanno soltanto 24 ore (alcune meno!). Se scrivo un romanzo e mi metto nell’ordine di idee di spingerlo in tutti i modi possibili, probabilmente tempo due anni avrò al mio attivo un romanzo e tanto esercizio di meno di quello che avrei potuto. (Tra parentesi: non dimentichiamo che la nicchia degli USA rischia di essere più nutrita del nostro mercato intero, anche parlando di Amish!) 🙂

    Rispondi
    • Serena dice

      6 Ottobre 2015 alle 10:19

      Mhhh. Non puoi spingere un romanzo che ancora non esiste, e non è che sia proprio una vendita push. Si tratta più, tipo, di cominciare presto a far sapere al mondo che esisti e a costruire relazioni. Che poi tu hai fatto entrambe le cose, se vogliamo. E sei brava, perché sei autentica. Le uniche cose che avrei fatto di diverso, nel tuo caso, sarebbero state la raccolta di indirizzi email e fidelizzazione dei tuoi contatti, fin dal principio. E migliorare la vetrina dei tuoi lavori proprio dal punto di vista grafico (che poi ho visto che già hai fatto! Bello il nuovo look!) e l’aspetto della facilità della vendita. Per il resto si può fare altro e si può cominciare ora. Poi tu sei ibrida, scrivi sia narrativa che saggistica/manualistica… Ah, se potessi averti tra le mani a tempo pieno 😀 😀 😀

      Rispondi
  5. Maria Teresa Steri dice

    30 Settembre 2015 alle 12:25

    Attendo affamata i post che seguiranno! Nel frattempo, quando hai parlato di empatia mi hai fatto venire in mente un episodio accaduto tanto tempo fa che mi sembra piuttosto significativo.
    Ero da poco tempo su Facebook, più o meno nel 2008. A quel tempo già c’erano molti autori esordienti che facevano un uso massiccio di FB per pubblicizzare i loro libri, però non come accade ora. Comunque, un giorno mi arriva un messaggio di un’autrice che avevo tra i contatti, che mi segnalava il suo primo romanzo. Era una mail molto lunga e anche molto bella, perché nel raccontare come era nata e cresciuta la sua storia riusciva a scatenare molta empatia. Rimasi colpita da quello che diceva e da come sapeva raccontare le sue emozioni, infatti le risposi subito con un messaggio altrettanto “accorato”, in cui le comunicavo le mie reazioni e dicevo che mi dispiaceva per la sua storia, e che avrei senz’altro acquistato il romanzo.
    Il mio messaggio non ebbe nessuna risposta. Zero totale. Neanche una faccina.
    La tizia in questione continuò nella sua opera di promozione, ma non ci fu mai più un contatto tra noi. Notai anche che non rispondeva quasi mai ai commenti che le venivano lasciati. Inutile dire che non ho mai comprato il suo romanzo.
    Mi sono dilungata su questa cosa, perché secondo me è importante ricordarsi che i lettori e i possibili acquirenti sono comunque esseri umani, non numeri. Credo che l’autrice di cui ho parlato abbia sprecato la sua dote di entrare in empatia con le persone (come aveva dimostrato la sua presentazione) non rispondendo. E’ vero che a volte il tempo è poco e che tendiamo a dare poca importanza ai rapporti virtuali, ma per me questo resta un pessimo esempio di marketing.
    Ah, sto leggendo la lista che hai citato nel post, utilissima! Quante cose da fare, mamma mia.

    Rispondi
    • Serena dice

      30 Settembre 2015 alle 21:39

      Eh 🙁 Hai ragione. L’esempio che fai è perfetto. La tizia non è giustificabile in alcun modo, perché come ha trovato il tempo e il modo di scriverti, doveva trovare il tempo di risponderti. Posso capire se uno ha centinaia di commenti sul blog e migliaia di fans, ma nel suo caso? Boh, le interessava proprio solo vendere il libro.
      Io credo che la più grande fortuna per qualcuno che voglia promuovere i suoi prodotti sia di essere sinceramente interessato ai suoi clienti, non come clienti ma proprio come esseri umani. E’ qualcosa che se è solo preteso puzza di falso lontano un miglio.
      Dilugati quanto ti pare, qui ^^

      Rispondi
  6. Daniele dice

    30 Settembre 2015 alle 8:28

    Fantascienza Amish “nun se po’ senti'” direbbero a Roma 😀

    Ha trovato una nicchia nella nicchia. E è quello che consigliano molti: trova la tua nicchia e sfruttala.
    Vado a leggermi i 3 episodi.

    Rispondi
    • Serena dice

      30 Settembre 2015 alle 21:35

      Io il primo libro della serie me lo sono scaricato, è gratis e sono troppo TROPPO curiosa di capire che cavolo scrive costui XD. Poi dimmi come ti sono sembrati i tre episodi.

      Rispondi

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