Il problema:
Le persone con un lavoro ben pagato mi chiedono consiglio perché vogliono smettere di lavorare per diventare artisti a tempo pieno.
Ma gli artisti a tempo pieno chiedono il mio consiglio perché trovano che sia impossibile fare soldi con l’arte.
(Definiamo “arte” come tutto ciò che fai per esprimerti, anche solo il blog o qualsiasi altra cosa).
La soluzione:
A entrambi io prescrivo lo stile di vita delle persone più felici che conosco:
- Avere un lavoro ben pagato
- Perseguire seriamente la propria arte per passione, non per denaro.
Gli ingredienti:
Equilibrio:
Hai certamente già sentito parlare dell’equilibrio tra cuore e mente, o emisfero destro ed emisfero sinistro, o in qualsiasi modo tu lo chiami.
Tutti abbiamo bisogno di stabilità e avventura, certezza e incertezza, denaro e espressione.
Troppa stabilità, e ti annoi. Troppo poca, e sei devastato. Quindi mantieni l’equilibrio.
Fai qualcosa per amore e qualcosa per denaro. Non dare a una sola attività il compito di risolvere tutta la tua vita.
Così in pratica ogni metà della tua vita diventa un rimedio per l’altra metà.
Vieni pagato e ottieni stabilità per una parte della tua giornata, ma poi hai bisogno di momenti creativi per esprimerti.
Così ti impegni nella creatività, esponi al pubblico i tuoi preziosi, vulnerabili prodotti, provi la frustrazione del rifiuto e dell’indifferenza, e quindi desideri di nuovo la stabilità.
Ogni metà è rimedio per l’altra metà.
Lavoro:
Sii accorto, e scegli qualcosa che paga bene, con un futuro solido.
Consulta statistiche su cosa è ben pagato nella tua zona e che esperienza si richiede. Probabilmente avrai bisogno di studiare per alcuni anni per apprendere le poche abilità che sono ben retribuite.
Leggiti il libro ” So Good They Can’t Ignore You ” per altre importanti riflessioni su questo punto.
Questa è una scelta di testa, non di cuore, perché non stai cercando di trasformare il tuo lavoro nella tua intera vita.
Arte:
Coltivala con serietà. Prendi lezioni. Fai progressi ogni settimana. Continua a migliorare, anche se lo fai da decenni.
Se non migliori e non affronti nessuna sfida creativa, l’equilibrio non viene rispettato.
Termina e vendi i tuoi lavori, come un professionista. Trovati dei fan. Permetti che ti paghino. Mettiti su una band e fai qualche serata per divertimento.
Questo atteggiamento è molto diverso da quello di chi ha bisogno di denaro.
Non devi preoccuparti se non vendi. Non hai bisogno di compiacere il mercato. Non hai bisogno di fare compromessi con la tua arte, né di valutarla in base alle opinioni degli altri.
La stai facendo solo per te – l’arte per l’arte.
E la stai mandando nel mondo perché questa è una delle parti più gratificanti, è importante per la tua identità e ti dà un feedback attendibile su come migliorare.
Autocontrollo:
Il tuo ostacolo principale a questa vita straordinaria sarà l’autocontrollo.
Gestione della mente, per lasciare il lavoro in ufficio e non portarlo a casa con te.
Gestione del tempo, per liberarti da dipendenze come i social media o guardare video, e rendere la tua arte la tua principale attività rilassante.
Leggi il libro “Daily Rituals” per grandi esempi di quanto dico.
Pensieri finali:
Quanto è bello non aspettarti che il tuo lavoro soddisfi tutte le tue esigenze emotive?
Quanto è bello non contaminare qualcosa che ami con la necessità di guadagnarci dei soldi?
La maggior parte degli artisti a tempo pieno che conosco trascorre solo un’ora o due al giorno praticando la propria arte. Il resto del tempo viene trascorso nella spazzatura mondana che arriva necessariamente quando si cerca di trasformare l’arte in una carriera artistica a tempo pieno. Quindi lasciate perdere la parte della carriera e occupatevi dell’arte.
Sono convinto al 100% che non sarete d’accordo con questo consiglio. Ma ho conosciuto circa un centinaio di persone alla settimana per gli ultimi 18 anni, molti dei quali musicisti a tempo pieno e molti no, ma le persone più felici che conosco sono quelle che vivono questo equilibrio. Questo, quindi, è il mio consiglio nudo e crudo, dato solo perché la gente continua a chiedere.
Non cercare di fare del tuo lavoro tutta la tua vita.
Non cercare di fare della tua arte la tua unica fonte di reddito.
Lasciate che ciascuno sia quello che è e impegnati al massimo per equilibrare i due, per una vita gratificante.
Quanto sopra è la traduzione di questo articolo di Derek Sivers, imprenditore creativo, milionario, filantropo ed eterno studente. Sarei lieta di sapere che cosa ne pensate. Buon fine settimana!
Edoardo dice
Ciao Serena, sono un musicista (batterista e produttore di musica elettronica), che nel 2016 si e’ spostato a Londra per studiare in un’accademia musicale e che ora sta facendo un po’ di fatica a trovare un balance tra lavoro e musica.
Io sono ASSOLUTAMENTE d’accordo che l’arte vada fatta per servire l’arte, e non per soldi, infatti non condivido questa nuova tendenza riguardo alla presenza online, allo spam, eccetera. Vedo “artisti” con una grossa presenza online che valgono meno di zero, vittime di un turbo capitalismo che li spreme e poi li butta, e questo, oltre che triste, mi ha un po’ spaventato, perche’ in primo luogo io non sono uno che vuole riempire la rete (gia’ satura di spazzatura), con altra spazzatura, e vedo la musica odierna trattata come un mero oggetto.
La musica merita rispetto, in qualsiasi forma, e vederla usata in questo modo, fa davvero tristezza. Ho recentemente pianificato una nuova routine per le mie giornate, ovvero dedicare 1 ora e mezza, ogni giorno, alla produzione dei miei brani. Io sono un ingegnere software e ho la fortuna di poter lavorare da casa, e penso che la costanza paghi di piu’ che far pratica tutto il giorno, solo per arrivare a doverti pagare l’affitto e le bollette.
Serena dice
Ciao Edoardo, grazie per essere passato. Se non lo hai già fatto, ti consiglio di leggere i libri di Derek Sivers: sono buoni per tutti i creativi, ma alcuni sono specifici per musicisti. E lui ha un tipo di saggezza pratica e un modo di comunicareche fanno bene al cuore.
Zara dice
Cara Serena. Finalmente un bell’articolo su questa annosa e nodosa questione del lavoro/passione. Io ho passato dei momenti orribili risucchiata da questo neo capitalismo post crisi. Ho sempre fatto arte, studiato arte e anche musica e ho sempre cercato equilibrio nella vita e contenuto innovativo nella mia espressione. Ti parlo da artista nell’anima ma che si mantiene con un lavoro di ufficio. Perché ho capito che se vuoi vivere d’arte devi scendere a troppi compromessi con un mondo che dell’arte (inteso nel senso più arcaico della parola) non se ne frega più di tanto. E se questa filosofia oggi è il nuovo “improvement” io sono sempre qui a chiedermi “ma allora la vera arte cosa è?” E sembro la sfigata di un orribile commedia americana degli anni 2000. Io ci tengo molto all’autenticita Del pensiero e della creazione artistica. Ma la società ipercreativa (o meglio satura di falsi creativi) di oggi sembra essere preda (anche in Italia) di una sorta di darwinismo 2.0 all’americana. E io da millennial mi sento un pesce fuor d’acqua. Ormai la storia è questa: Vince il più forte, vince chi mangia in testa agli altri, vince chi si adegua, vince chi fa soldi, vince chi ha migliaia di followers, vince chi si spamma, vince chi si infiltra, vince chi si rende POP (sia come pop sia come popolare). Credo che chi ama l’arte o la musica o altre espressioni artistiche nel profondo, e che ne voglia fare una ragione di vita e di espressione, non si lasci traviare e contaminare dalle sirene del denaro. L’artista parla una lingua morta che è più viva che mai, che parla prima delle parole, delle grida, del dolore e della gioia. L’artista è una specie di oracolo, non gli si può togliere questa sua magia vaticinante. E ancora: Concordo con te, l’equilibrio è fondamentale va perseguito e va insegnato anche alle nuove generazioni. Io ho 27 anni; pensa ai giovani di 17 che crescono con questo tarlo come possono sentirsi insoddisfatti se non riescono. È questa la vita che vogliamo insegnare? È questa la felicità!? Non credo.
Grazie per questo spiraglio. Mi hai fatto capire che è bene credere in se stessi. Spero di poter scambiare ulteriori riflessioni con te. E perdona la filippica.
Un saluto dall’ Impopolare e idealista Zara.
Serena dice
Ciao Zara,
ho scoperto ora con orrore che non ti ho ancora risposto. Credimi, ti avevo letto subito ed ero convinta di avere risposto, shame on me :'(
Il discorso che fai tocca dei temi complessi che spero di poter trattare con degli articoli specifici sul blog. Una cosa ci tengo a dirla subito e si riferisce a questa tua frase:
l’equilibrio è fondamentale va perseguito e va insegnato anche alle nuove generazioni. Io ho 27 anni; pensa ai giovani di 17 che crescono con questo tarlo come possono sentirsi insoddisfatti se non riescono.
Ho bazzicato parecchio la rete e consumato quintali di contenuti sulla creatività, l’affermazione personale e bla bla. Una cosa che mi dà i nervi è sentire dire “tutti possono fare qualunque cosa” perché è come dire “se non arrivi al successo è colpa tua”. Dove la definizione di successo include, appunto, i millemila follower e i centordilioni di copie vendute. Per carità, anche quello è successo, ma è questo il senso dell’arte, e quindi anche dello scrivere?
Non è che io abbia risposte pronte. Ho successo quando vengo riconosciuto? Metto prima me stesso o il mio impatto sugli altri esseri umani? Non dico che una cosa sia giusta e l’altra sia sbagliata. Dico che la gioia del creare, la perizia e l’arte nel farlo e l’impatto che la creazione ha sul prossimo sono tre elementi del successo creativo che viaggiano ognuno su un proprio binario.
Questioni complesse, per cui aggiungo e concludo: come prima cosa, coltiviamo la gioia, che in quel caso non sbagliamo mai XD
carmine di rubba dice
Complimenti: incisiva e diretta. Cardir
Serena dice
Grazie, Carmine, e benvenuto nel blog. L’articolo non è mio, è di Derek Sivers, e io l’ho solo tradotto. Se ho reso l’incisività di Derek, mi fa molto piacere 🙂
Grazia Gironella dice
Sano pragmatismo! Mi piace questo approccio. Permette di rispettare i vari aspetti della vita senza creare forzature che generano frustrazione e sofferenza.
Serena dice
Sì, infatti. Pure io sono caduta per un po’ di tempo nella trappola del “voglio vivere della mia arte”. Fattibile, certo, ma in casi eccezionali, e anche in caso di un successo straordinario io cercherei comunque di differenziare le entrate. Non è bene vivere puntando su fattori che non sono sotto il nostro controllo; almeno nel mio caso, la serenità ne risentirebbe parecchio.
Barbara dice
Non so che “fuffa motivazionale” leggiate voi, ma in fondo lui applica una delle basi di Tony Robbins: osserva come si muovono le persone “vincenti” (con un significato esteso su questo aggettivo, compreso quello di “felice”) e comportati come loro. Lui ha osservato che quelli felici non sono gli artisti 24H, ma chi vive in equilibrio tra lavoro e arte, un fifty fifty. E ne ha copiato lo stile di vita. 🙂
Sono contenta di vedere che questo concetto, che “io detto me” (cit. film Corto circuito) ancora una decina di anni fa, è condiviso addirittura da un filantropo milionario (devo allora aggiustare qualcosina…dovrei essere diventata milionaria pure io no?? 😀 ). Vivere di narrativa non è possibile né in Italia né in USA (guardiamo sempre al mercato americano come alla Mecca, ma ora che sono in contatto con scrittori statunitensi posso dire che le loro lamentele sono le stesse che leggo nei blog italiani). Chi ci riesce è un numero molto limitato ed esclusivo di scrittori, per i quali ahimè è entrato in campo il fattore C (oltre al talento, non si discute, ma conosco molti altri talentuosi nelle retrovie). E gli unici che vivono di narrativa sono sempre persone che all’inizio avevano già raggiunto questo equilibrio, da JK Rowling a Stephen King, scrivevano ammazzandosi di un altro lavoro. Perciò…
E’ solo lavoro, e stasera scrivo. 🙂
Serena dice
Secondo me invece il suo approccio è abbastanza diverso. Io non leggo manuali motivazionali, anche se mi incuriosiscono molto, ma sbircio un sacco di roba in giro per il web, blog e libri e articoli, e a sensazione è vero che c’è in giro un sacco di fuffa: dove per fuffa intendo principalmente cose come “segui i tuoi sogni” eccetera (ignorando completamente la situazione economica attuale) e dove il massimo della realizzazione, il settimo cielo, corrisponde al licenziamento dal dayjob per fare l’artista a tempo pieno. Derek va nella direzione contraria, in questo pezzo. Ed è conscio di esprimere un’opinione impopolare,
Appena ha potuto ha venduto tutto e ora vive tranquillo tranquillo con moglie e figlio; da poco ha ripreso a suonare, come faceva all’inizio della sua “carriera” 🙂
Darius Tred dice
Non posso che essere d’accordo. La vita è un equilibrio di equilibri. Grazie per il post! 😀
Serena dice
Ma grazie a te per essere passato ^^ Un equilibrio di equilibri, certo, ma è davvero difficile qualche volta. Io sono arrivata a ringraziare il cielo per quello che ho oggi, ma è stato un percorso lungo e non sempre facile. Parole come queste consolano parecchio, ti fanno pensare che forse non hai sbagliato proprio tutto tutto, nella vita.
Daniele Imperi dice
Ho visto quell’immagine coi lavori ben pagati, ma non ho alcuna qualifica per nessuno.
Ho messo in lista i due libri, ma non credo che cambi qualcosa una volta letto.
Comunque sono d’accordo. Come dico sempre, per me in Italia non si può vivere scrivendo narrativa e il fatto che uno o due ci riescano rafforza la mia idea.
Penso anche io che sia necessario trovarsi un lavoro ben pagato, cioè un lavoro fisso – che tutti oggi schifano non si sa bene perché – anche part-time, un lavoro che ti dia uno stipendio fisso al mese.
E nel tempo libero ti dedichi alla scrittura.
Serena dice
Totalmente d’accordo. Infatti il lavoro fisso non deve per forza significare mentalità ristretta, routine e una vita di m****, anzi. Chissà che avrebbe dato il buon Salgari per avere un “lavoro fisso” pagato anche solo decentemente… A patto che avanzasse un po’ di tempo per la scrittura, ovviamente.
Quanto a Sivers, come ti dicevo oggi io lo adoro!
Sonia dice
E’ la cosa migliore che abbia mai letto tra tutta la fuffa motivazionale che c’è in giro.
Grazie Bianca per la traduzione.
Alla fine è vero, devi trovare un equilibrio tra ciò che paga e ciò che davvero vorresti fare, solo che ci vuole un po’ a capirlo.
Serena dice
Ciao bella. Sì, ci vuole un po’ a capirlo: un po’ di facciate XD e un po’ di esperienza. Leggere queste parole mi ha fatto bene. E mi ha fatto anche un po’ ridere, perché Derek stesso si rende conto di dare un consiglio altamente impopolare; la fuffa motivazionale tira molto di più ^^