Thanks, but this isn’t for us: A (Sort of) Compassionate Guide to Why Your Writing is Being Rejected
Se mi è venuto voglia di scriverci su una domenica mattina, dribblando esseri umani e felini che vogliono TUTTI indistintamente qualcosa da me, è perché il libro è proprio carino.
Perché mi piace: c’è più di una ragione! Per cominciare fa ridere, sul serio. Jessica racconta le sue reazioni davanti ai manoscritti su cui ha lavorato e lo fa con il linguaggio che utilizzeremmo noi per raccontare ad un amico perché un certo libro fa, ehm, schifo. Poi però si ripiglia e ci spiega, in modo semplice ed immediato, perché quel certo errore non si deve fare. Questo secondo me è il pregio più grande del libro, insieme agli esempi: ogni brano di “teoria” è illustrato da almeno un esempio superchiaro e spesso divertente. Io tengo un laboratorio di scrittura e sugli esempi sputo sangue, sempre: bisogna sfogliare montagne di libri prima di trovare quello proprio giusto. Quindi apprezzo in modo particolare un libro che di esempi è letteralmente imbottito. Mi ispira per il laboratorio (e qualche esempio lo utilizzerò com’è, ci potete giurare) e, soprattutto, mi sta insegnando qualcosa.
Cosa non mi piace: la signora Morrell, per quel che vedo, non ha pubblicato narrativa. È una giornalista, editor e writing coach di grande esperienza, ma niente romanzi, racconti o novelle. Mi sarebbe piaciuto di più scoprire che ha scritto almeno un romanzo, e magari con un certo successo. Però il libro è bello e basta ragionare – mettendosi dalla parte del lettore – per capire che quanto dice è corretto e pertinente.
Lo consiglio? Certo che sì! È in lingua inglese, ma vale la pena di fare un piccolo sforzo. Si impare divertendosi. Leggetelo su un ereader con dizionario integrato, e il gioco è fatto.