…per obbligarmi a pubblicare dopo tanto tempo, costringendomi a mettere in pratica i buoni propositi: adesso riprendo, faccio un aggiornamento, racconto qualcosa, faccio vedere che il blog è vivo… Seh, come no. In questo momento mi sento molto poco social, e se riappaio è solo perché Viking Italia mi ha coinvolta nella sua iniziativa promozionale inviandomi il Pacco delle Meraviglie di cui vi ha già parlato Barbara qui. Poi andate a leggervi l’articolo, che è davvero interessante e ben fatto.
Potevo non ricambiare impegnandomi un po’?
Quindi, dicevamo, i signori di Viking hanno inviato ad alcuni blogger del materiale di cancelleria, di loro produzione e non, in una bellissima Poetry Box, con l’invito a creare qualcosa e a pubblicare sui propri canali il risultato dello sforzo in due giornate selezionate: il 21 marzo – Poetry Day – e il 23 aprile, Shakespeare Day. Ho creato un piccolo video (col telefono, senza nessuna pretesa) per mostrarvi ciò che c’era nella scatola, e nei prossimi giorni vi farò vedere cosa ho realizzato.
Qui da queste parti tutto bene. Si scrive poco o nulla, ma creare si crea: mi è venuta la fissa dei Junk Journal (googlate, selezionate Immagini e divertitevi) e quindi in casa non si butta via più nulla. I cartoni della pizza si accumulano in un angolo in attesa di essere trasformati in cose di questo genere:
Ultimamente preferisco usare mani, cartone e colori invece che picchiare sulla tastiera. Ma nel pacco di Viking c’era anche una penna calligrafica e della carta, una buona mediazione tra parola fisica e parola-concetto. Inchiostro, suoni, immagini e carta. Tutto assieme. Vediamo cosa ne viene fuori; domani vi aggiorno.
Non vi ho raccontato i miei buoni propositi per il 2019. Ma non avete perso nulla, perché hanno poco a che fare con la scrittura, e molto con il modo in cui vorrei passare i prossimi anni della mia vita. Però nelle buone intenzioni è inclusa quella di finire la serie di Janice Hardy, arrivata al giorno 29, e fa capolino anche una certa voglia di continuare la storia di Anna e Heath, arrivata ad un punto interessante in Notte.
In ogni caso, a parte me: sappiate che vi seguo, vi leggo e faccio sempre il tifo per voi e per i vostri progetti di scrittura.
Ci leggiamo prestissimo, anche domani forse, per raccontarvi cosa ho combinato con i materiali di Viking.
Grazia Gironella dice
Bentornata. 🙂
Marco dice
Ah, ma ci sei allora! Alla fine ci fai preoccupare, con questi silenzi 😉
Serena dice
Ciao, tu 😀 Certo che ci sono, e ti spio pure!
SILVIA dice
I tuoi lavori sono molto belli: è incredibile (ma forse neanche tanto) quanto la tua creatività trovi applicazione in mille attività diverse.
Serena dice
Grazie Silvia <3. Per i junk journal mi è proprio partito l'embolo XD Non farei altro tutto il giorno!
Daniele Imperi dice
Viking Italia ha scritto anche a me, ma purtroppo il pacco è arrivato in ritardo per la giornata della poesia e Shakespeare è un autore che conosco solo di nome e che comunque non mi ispira nulla dal punto di vista creativo.
Serena dice
Naaaaaaahhhhhh non ci credo che Shakespeare non ti dica niente… Ci fai il bagno dentro ogni giorno, anche se non lo sai. E’ la sua peculiarità.
Mi spiace che tu non ti sia cimentato con la Poetry Box, sarei stata molto curiosa di vedere cosa ne avresti ricavato.
…Anche se non ti ci vedo tra piumette e petali di rosa, anzi mi sto ribaltando dal ridere solo all’idea XDDD
Daniele dice
Nella foto infatti non avrei messo i petali di rose 😀
Nadia dice
E allora grazie a questo bellissimo regalo che ci ha regalato di nuovo un po’ di te. Sono curiosa di vedere cosa creerai!
Serena dice
Ti dirò, Nadia… Sono curiosa anch’io XD
Barbara dice
Vedi che bello, un po’ li hanno differenziati i pacchi. I miei cartoncini hanno colori diversi dai tuoi, come pure la penna, che ha la piuma azzurra. Non vedo l’ora di vedere cosa ne caverai fuori!
E complimenti per i cartoni della pizza! Mai visti di così belli!! 🙂
Serena dice
Davvero, non sembrano nemmeno più se stessi, questi cartoni… non credo se lo aspettassero di ricominciare una nuova vita in questo modo ^^
Scherzi e cartoni a parte, una cosa che mi piace moltissimo dei junk journal è proprio che sono molto green: danno una nuova vita a qualcosa che finirebbe nella spazzatura, e lo fanno per mantenere vivi ricordi, trattenere emozioni, ospitare arte. Almeno, io parlo dei jj veri, fatti davvero con la “spazzatura”. Soprattutto nel mondo anglosassone, molte crafter li fanno con carte finto vintage che costano un rene, e allora mi chiedo dove stia il senso, o con foto di famiglia di famiglie che non sono le loro, stampate apposta e comprate a caro prezzo da siti appositi. E io boh. Oppure sono talmente pieni di fronzoli e frou-frou che non hanno più spazio per scriverci. I miei sono riciclati almeno per l’80%, le carte le avevo già in casa e sono avanzi di vecchi progetti, dei cartoni ne abbiamo già parlato, e compro solo il necessario, tipo la colla o gli acrilici, quelli non ho ancora imparato a farli da sola 🙂