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Serena Bianca De Matteis

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Shakespeare Day: Quando la poesia si fa vivere e toccare

23 Aprile 2019 di Serena 8 commenti

Ah, Shakespeare.

Credo che a noi italiani dia quasi fastidio, tutta questa festa. Noi abbiamo Dante, giusto? Abbiamo la Commedia, perché non si fa un Dante’s Day, mormora stizzito il nostro orgoglio nazional popolare. Che ci facciamo con Shakespeare noi che abbiamo Dante, Leopardi e Foscolo?

Io non sono esterofila, eh, e in più non posso vantare chissà quale conoscenza del Bardo; ho studiato praticamente sempre e solo letteratura francese, a Shakespeare ci sono arrivata in università per un esame, e non ho mai nutrito una passione particolare per lui o le sue opere.

Perciò devo ringraziare Viking Italia se, con la meravigliosa Poetry Box che mi hanno inviato, mi hanno costretta a ripensarci. A ricordare. A prendere coscienza. Lo sapete che noi siamo praticamente immersi, nuotiamo in un mare shakespeariano di citazioni e atmosfere, anche se non ce ne accorgiamo? E non voglio fare il verso al bel post di Silvia, che ci ricorda quanti modi di dire dobbiamo a Mr. William: io mi riferisco a circostanze molto meno elevate.

Per esempio, correva l’anno… lasciamo perdere che è meglio, e io mi dilettavo di musical. Non solo come spettatrice: ho avuto l’enorme fortuna, come vi ho già raccontato da qualche parte, di cantare e ballare su un palcoscenico. Lo spettacolo del quale ho fatto parte includeva pezzi di altri musical, tra cui Hair. Vi ricordate “Let the Sunshine”, o meglio “The Flesh Failures”? Indovinate un po’ da dove viene la seconda voce che accompagna il lamento accorato di George Berger:

Manchester, England, England

Eyes, look your last;

Manchester, England, England

Arms, take your last embrace;

Across the Atlantic Sea

and lips, O you, the doors of breath

And I’m a genius, genius

I believe in God

Seal with a righteous kiss

Seal with a righteous kiss

And I believe that God believes in Claude

That’s me, that’s me, that’s me

The rest is silence.

Ecco come si infilano Romeo e Giulietta in un film pacifista del 1979: guardate e piangete con me, George che prende il posto del suo amico Bukowski e va a morire in Vietnam.

Io cantavo e versavo lacrime a fiumi, e il pubblico si alzava ad applaudire. Bei tempi! Al minuto 2:15 il controcanto di cui vi parlavo; e tra l’altro, mentre riguardavo la clip, mi sono resa conto di quanto sia shakespeariana l’atmosfera della storia. Perché poi, se si parla di amore e morte, è di umanità che stiamo parlando, e di Shakespeare che l’ha cantata in tutti i suoi colori. Forse sono la gioia e la passione che mancano alla tavolozza di certi nostri grandi, che così sono grandi sì, universali anche, ma gli manca qualcosina per essere dappertutto (e adesso non picchiatemi!).

Se non avete visto Hair colmate la lacuna al più presto, e poi guardate la prossima clip per consolarvi: Shakespeare in estiva con due protagonisti molto particolari, i primi 20 secondi.

E anche qui ci abbiamo infilato Shakespeare! Quindi fate attenzione, il Bardo è tutt’attorno a voi, ma non fa male e non è contagioso.

Ieri vi ho promesso di mostrarvi cosa avrei realizzato con i materiali della Poetry Box di Viking.

Per prima cosa, un Junk Journal ispirato alla poesia, con una bella piuma shakespeariana che ricorda quella – bellissima – inviatami in omaggio. Ci ho lavorato tutto ieri, in quello stato di grazia conosciuto come flow, il flusso in cui si è immersi, nel quale entriamo quando siamo totalmente in ciò che facciamo, come i bambini quando giocano. Preparavo quello che diventerà un supporto fisico per delle parole, e la mente era libera di essere allo stesso tempo presente e creativa. Ecco qualche immagine.

Lo strato finale della cover è fatto con la velina rossa che era nella box. Anche i petali sono un omaggio di Viking!
Interni realizzati con le carte di Viking (carta colorata e pergamena)
Lavorazione del fregio
Costa cucita a mano.
…e guardate quanto è bella la piuma!
Quarta di copertina
Prima di copertina

Mi sono divertita a farlo e concordo con quanto viene detto in merito nel blog di Viking, in questo post: c’è qualcosa di sano e salutare nel gesto fisico della scrittura. Abbiamo ancora bisogno di creare con le mani oltre che con il cervello, perché questo coinvolge il nostro intero essere. Così è per me in questo momento, e così mi sono sentita di creare un libro prima ancora che un post.

Di creare però non ho ancora finito, quindi vi tedierò di nuovo con questo tema nei prossimi giorni. Passata la festa gabbato lo santo, dicono; non è così per me. Ho promesso – mi sono promessa – che avrei utilizzato tutti gli oggetti della Poetry Box, nessuno escluso, quindi aspettatevi qualche altro esperimento. Poi c’è chi dice che il miglior stimolo per la creatività sono i limiti; verissimo. Ho questo a disposizione, questo devo fare, e lo farò. Ci leggiamo presto.

#VikingWorldPoetryDay

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Barbara dice

    24 Aprile 2019 alle 13:17

    Adesso la domanda curiosa è: ma tutti questi journal poi che fine fanno? Hai una libreria solo di journal? E che ci metti dentro? Foto, poesie? o li regali anche? (una cosa così colorata fa la felicità di ogni bambina, me lo sento) 🙂

    Rispondi
    • Serena dice

      25 Aprile 2019 alle 11:26

      Quello azzurro è un regalo per una mamma in attesa di un maschietto; da fuori non si vede, ma gli interni sono a tema bebè vintage. Quello rosa, ho un’ampia gamma di nipoti femmine cui eventualmente destinarlo. Questo qui rosso a tema poesia non ha ancora un padrone, ma scommetto che qualcuno a cui può piacere lo trovo 😉 Gli altri… Ce n’è uno a tema verde/natura che probabilmente mi terrò io; poi vediamo. Se la fissa dura abbastanza, può essere che li metta in vendita 😛 Questi cosi hanno un certo mercato, e quelli supefighi finto vintage hanno dei prezzi che io considero assurdi… Ma a quanto pare c’è chi li compra.

      Rispondi
    • Serena dice

      25 Aprile 2019 alle 11:27

      Comunque sì, si usano come diari, album di ricordi, album per schizzi, per incollare fotografie o quei preziosi pezzi di carta che non vuoi buttare ma non sai dove mettere. Ne farò anche uno a tema Scrittura, prima o poi 😀

      Rispondi
  2. Grazia Gironella dice

    23 Aprile 2019 alle 20:40

    Sei bravissima come artigiana! Quanto al Shakespeare, pochi mesi fa ho letto The Genius of Shakespeare, di Jonathan Bate, ed è stata una lettura molto interessante. È straordinario come si possa sentire parlare di un personaggio per decenni senza saperne niente! Nel caso di Shakespeare, poi, già si sa poco di certo per via della distanza nel tempo. Lo festeggio volentieri. 🙂

    Rispondi
    • Serena dice

      23 Aprile 2019 alle 20:54

      Hai visto “Shakespeare in Love”? Io mi ero esaltata!

      Rispondi
  3. nadia dice

    23 Aprile 2019 alle 18:07

    Hai costruito un bellissimo quaderno, ma non poteva essere altrimenti con due mani come le tue e con così bei supporti! La piuma non è bella, di più.

    Rispondi
    • Serena dice

      23 Aprile 2019 alle 19:24

      Un giorno ne farò uno per te, tema a tua scelta <3

      Rispondi
      • Nadia dice

        24 Aprile 2019 alle 11:52

        E arrossì dietro lo schermo come una bambina davanti a una piscina piena di palline in cui tuffarsi. Sappilo!

        Rispondi

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