È il primo gennaio 2015. Primo. Gennaio. 2015. È arrivato il momento. Adesso posso, ed è perfetto.
Siedo in una casa silenziosa per fortunata coincidenza, davanti alla tastiera, e ho il permesso di me stessa. Apro il file di Scrivener. Ultimo salvataggio: 30 novembre 2014, ore 21.32. Un mese intero lontana.
Cerco di ricreare il percorso, leggo, connetto i puntini. La revisione di un testo è anche questo.
Varco la soglia.
Ecco Anna, mi viene subito incontro. La riconosco, ma mi rendo anche conto che in questo mese è cambiata. O forse sono solo io che la vedo meglio? Ma è sempre lei, solo più bella con le sue ferite, il piercing al naso, quel modo di inclinare la testa quando ti studia. Non ha mai smesso di parlarmi, anzi, sembrava che a causa del veto facesse di tutto per provocarmi: ha chiacchierato quasi ininterrottamente. Soprattutto quando non le potevo rispondere.
Dovrà accontentarsi di un’attenzione parziale, oggi. Non è il suo turno, devo occuparmi prima del suo mondo: ma anche questo, lo faccio per lei.
Non dovrei nemmeno essere qui a scrivere questo post, lei e la sua storia sono la mia priorità e hanno la precedenza anche sul blog. I minuti sono sempre troppo pochi. Ma come faccio a non condividere questa felicità?
Renato Mite dice
Con la revisione si impara molto, perciò buona revisione!
Serena dice
Ciao Renato, grazie. Vi terrò informati sulle mie scoperte :). Tu come procedi? Fai da te o hai affidato il lavoro ad un editor professionista?
Renato Mite dice
Ciao, Serena.
Io sono fermamente convinto che la revisione fa parte del lavoro dello scrittore, quindi sono l’editor di me stesso, ma non per questo sconsiglio gli editor a chi vuole avvalersene. Ho in mente di scrivere un articolo sulla revisione ma non per insegnarla, non si può insegnare, per definirla. Inoltre sto revisionando un racconto che a breve metterò sul mio sito e fra poco, dopo la pausa social, riprendo a scrivere il mio secondo romanzo.
Spero di non averti distratto troppo.
Serena dice
Scherzi? È un piacere. Io però penso che un metodo si possa imparare, e in giro ci sono anche dei testi interessanti, tipo questo: http://www.press.uchicago.edu/ucp/books/book/chicago/D/bo5604692.html o anche roba più basic tipo http://www.amazon.com/Self-Editing-Fiction-Writers-Second-Edition/dp/0060545690, quello di James Scott Bell, Self Editing for publication, o Fire up your fiction di Jodie Renner che al momento, strano da dire, è quello che mi sta piacendo di più 🙂
Renato Mite dice
Sì, il metodo si può imparare, e i testi che mi hai indicato credo siano validi ma dico solo che nessuno te lo insegnerà mai meglio di te stesso. Anche nella descrizione di “Self-Editing for Fiction Writers” c’è scritto “the editing techniques they have developed” ovvero le tecniche che loro hanno sviluppato, non tu. Leggere i manuali è una buona cosa, anch’io sono partito leggendo manuali di scrittura, poi mi sono affidato solo allo studio della grammatica. Quando ho revisionato il mio primo romanzo, mi sono accorto che c’è sempre qualcosa di imprevisto che impari solo facendo. Per quello ti dicevo che imparerai molto con la revisione, comunque leggere anche i manuali non fa male. 😉